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Le possibili conseguenze psicologiche del Covid-19 sulle persone

Secondo gli esperti, per una minoranza di persone gli effetti negativi del Covid-19 sulla salute mentale si protrarranno oltre la fine della pandemia, ma l’essere umano ha dimostrato ancora una volta un’innata capacità di reagire.

Se per molti di noi la pandemia di Covid-19 ha significato un aumento dei livelli di ansia, per altri ha avuto l’effetto di innescare o amplificare problemi psicologici anche molto gravi. E, secondo gli psicologi, questi effetti sulla salute mentale potrebbero essere a lungo termine. Riportando le opinioni degli esperti, un articolo della BBC si è concentrato sulle conseguenze psicologiche a lungo termine del Covid-19.

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Niente sarà come prima

Steven Taylor, autore di “The Psychology of Pandemics” e professore di psichiatria all’Università della British Columbia, ha affermato che “per una sfortunata minoranza di persone, il 10 o 15%, la vita non tornerà come prima”. Ciò a causa dell’impatto della pandemia sulla loro salute mentale. Molti esperti si sono detti d’accordo. Nel Regno Unito, per esempio, un gruppo di specialisti in sanità pubblica ha avvertito, con un articolo sul British Medical Journal, che “è probabile che gli effetti della pandemia sulla salute mentale dureranno più di quelli fisici”.

I disturbi principali

Uno dei disturbi psicologici che più probabilmente aumenteranno e continueranno oltre la pandemia di Covid-19, dicono gli esperti, è quello legato al Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). In particolare nelle persone predisposte a sviluppare disturbi come l’ossessione da contaminazione e per la pulizia. Un altro problema da non sottovalutare è l’ansia. Secondo la psicoterapeuta Yuko Nippoda, “nella società moderna ci sono già molte persone che soffrono di ansia ma, a causa della pandemia, è più probabile che questi soggetti continuino a sperimentare disturbi legati all’ansia e, anzi, a peggiorare.” Anche la solitudine cronica e la sensazione di “mancanza di significato” provocate dall’isolamento sociale, volontario o involontario, preoccupano gli esperti. “Quando le persone sperimentano una forma di stress nel mondo esterno, possono volersi distaccare da quel mondo. Una volta sperimentato questo distacco, potrebbero trovare difficile tornare indietro”, spiega Nippoda.

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Resilienza e speranza

Nonostante le preoccupazioni legate alla serie di sfide per la salute mentale associate all’impatto del Covid-19, gli esperti ricordano che è importante considerare anche alcuni effetti positivi. Taylor sostiene che la pandemia ha contribuito a dimostrare gli alti livelli di resilienza della maggior parte della popolazione, insieme all’innata capacità umana di riprendersi dopo eventi catastrofici. In tutto il mondo, quando la prima ondata di virus è stata contenuta, abbiamo sperimentato un ritorno a una forma di normalità, nonostante l’umore fatalista di inizio 2020, quando “molte persone dubitavano che la vita sarebbe tornata normale.”

L’impatto positivo sulla salute mentale

Per Nippoda, le circostanze avverse in alcuni casi hanno avuto un “impatto sorprendentemente positivo” sulla salute mentale. L’esperienza del lockdown ha aiutato coloro che presentavano elevati livelli di stress pre-pandemia ad abbassare il carico d’ansia. Stare a casa, infatti, li ha fatti sentire più liberi e sicuri. Alcuni hanno usato questo tempo per riordinare i propri spazi, e questo “ha avuto un riflesso positivo sulla loro mente, come se in questo modo stessero riordinando anche le complicazioni nella loro testa”. Anche l’aumento del tempo per dedicarsi a hobby vecchi e nuovi ha contribuito alla diffusione di un senso di appagamento e sollievo dallo stress.

 

Cecilia Mastrogiovanni

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