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Le parole inventate dagli italo – americani

Ecco alcune parole nate dall'incontro della lingua italiana e la lingua inglese coniate dagli italiani che si trasferirono in America decine di anni fa

MILANO – Durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono migliaia le persone che arrivarono in America dall’Italia. Un flusso migratorio che molti americani avvertirono all’inizio come ostile perché prevaleva la sensazione che gli italiani potessero togliere il lavoro ai cittadini statunitensi e tutto ciò che ne potesse derivare. A parte tutto ciò, gli italiani si trovarono catapultati in luoghi sconosciuti e alle prese con una lingua tutta nuova e per loro incomprensibile. Nel corso del tempo accadde, quindi, che molte parole inglesi filtrate dalla lingua italiana e dai dialetti regionali, diventassero parole “italiane” del tutto nuove conosciute solamente dagli italo – americani e nei vicoli di Little Italy. Vediamo queste parole, che dovrebbero essere sconosciute alla maggior parte di voi, raccolte da Babbel Magazine. Alcune di queste parole, unite al significato, potrebbero suscitare in voi anche risate incontrollabili.

 

1) “Wazza mara you?”

Come detto, gli italiani che arrivavano in America non comprendevano una parola della nuova lingua e così, come fanno i bambini quando imparano una lingua, cercavano di ripetere ciò che sentivano. L’orecchio non allenato alla nuova lingua fece sì che molte espressioni fossero storpiate. Qualche idea su questa domanda? Difficile. E’ la storpiatura di “What’s the matter with you?” (Qual è il problema?).

 

2) Carro 

Se riportata in questo elenco non si fa riferimento alla parola contenuta nel vocabolario italiano e il relativo significato. In questo caso il riferimento è alla parola “Car”, o meglio all’italianizzazione della parola che indica identifica l’auto.

 

3) Toni 

Non si incontrano, però, solo parole che sono una storpiatura delle parole inglesi. Questa espressione non è nata oltreoceano, ma a Firenze. I soldati americani di stanza in Toscana durante la Seconda Guerra Mondiale, erano soliti scrivere sulle uniformi “To N.Y.” ( A New York), per essere sicuri di essere riportati a casa in ogni caso”. Nel linguaggio comune la parola Toni nella regione toscana, viene utilizzata per indicare le tute da ginnastica.

 

4) Broccolini 

Non si fa riferimento alla famosa verdura, ma siamo di nuovo davanti a una storpiatura. In questo caso il riferimento non è a una parola o un’espressione, ma alla storpiatura del nome di un intero quartiere: Brooklyn. Agli occhi degli americani, i primi italiani d’America che andavano in giro chiedendo dove si trovasse Broccolini, saranno sembrati totalmente fuori di testa.

 

5) Goomba 

Una parola che non sembra né italiana, né americana. Di cosa si tratta? Questa volta ci troviamo davanti a una parola italiana inglesizzata. Gli italiani si facevano tanti amici, tanto che la parola “Cumpà” (intesa come “Compagno”) inglesizzata in “Goomba”, entrò nel linguaggio comune americano.

 

6) Giobba, Bosso, Bisinisse 

Ovviamente i migranti italiani dovevano trovare anche un lavoro. Un “giobba” ovvero l’italianizzazione della parola (Job -Lavoro) alla ricerca non di un nuovo business, ma come dicevano loro “Bisinisse” alle dipendenze di un capo (“Bosso”, al posto di boss). Siamo sicuri che, comunque, a differenza delle precedenti, se aveste sentito queste tre parole legate alla parola “lavoro”, le avreste comprese facilmente.

 

7) Orrioppo 

Qui, invece, è difficile distinguere il significato della parola. Si tratta della storpiatura della parola inglese “Hurry Up” (Sbrigati).

 

8) Sciuscià 

L’avrete sentito in un film di Vittorio De Sica riferito a un piccolo lustrascarpe. Ecco, “Sciuscià” non è altro che l’italianizzazione di “Shoe shine”.

 

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