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“La Storia”, itinerario alla scoperta della Roma di Elsa Morante

La città di Roma, con i suoi quartieri storici e i suoi cambiamenti, è fra i protagonisti principali de "La Storia", il capolavoro di Elsa Morante.

La Storia” è uno dei più grandi capolavori della letteratura italiana. In questo romanzo, Elsa Morante ha raccontato le vite di Ida e del piccolo Useppe tracciando, nello stesso tempo, una linea che narra i cambiamenti e gli orrori del Novecento. Una microstoria nella macrostoria che vede protagonista, accanto ai due già citati, Roma.

La città di Roma è vivace, dinamica, in costante cambiamento nel corso del romanzo che oggi è ancor più popolare anche grazie alla fiction di Francesca Archibugi uscita sulla Rai pochissimo tempo fa.

“La Storia”, un itinerario romano

Il Ghetto

I quartieri dov’è ambientata “La Storia” sono quelli più poveri e popolari, dove Ida e Useppe si muovono quotidianamente. Fra questi spicca il Ghetto, luogo dove Ida si sente al sicuro, serena, quasi in una bolla. Un habitat naturale colorato, vivace, dov’era possibile incontrare la gente conosciuta, scambiare quattro chiacchiere, contemplare i sorrisi spensierati dei bambini.

“Il Ghetto era un piccolo quartiere antico, segregato – fino al secolo scorso con alte muraglie e cancelli che venivano chiusi alla sera; e soggetto di quei tempi – alle febbri, per via dei vapori e della melma del Tevere vicino, che ancora non aveva argini.

Da quando il vecchio quartiere era stato risanato e le muraglie abbattute, il suo popolo non aveva fatto che moltiplicarsi; e adesso, in quelle solite quattro straducce e due piazzette, ci si arrangiavano a stare a migliaia. C’erano molte centinaia di pupetti e ragazzini, per lo più riccetti, con gli occhi vispi; e ancora al principio della guerra, avanti che incominciasse la grande fame, ci giravano diversi gatti, domiciliati fra le rovine del Teatro di Marcello, a un passo di là”.

Il Ghetto romano è fra i più antichi al mondo, sorto 40 anni dopo quello di Venezia. Il Tempio Maggiore e il Museo, insieme ai ristoranti dov’è possibile assaggiare i piatti della cucina romana kosher sono alcuni dei luoghi da non perdere per conoscere uno dei tesori nascosti di Roma.

San Lorenzo

All’inizio del romanzo, Ida e Useppe vivono in una modesta abitazione sita a San Lorenzo, per la precisione in via dei Volsci.

Il quartiere, adagiato fuori le mura fra le due stazioni di Roma, è sempre stato un luogo di frontiera, abitato dai ferrovieri e dagli operai arrivati in città con l’industrializzazione.

Fu colpito dal primo bombardamento degli alleati sulla città. L’evento è raccontato all’interno de “La Storia”. Ancora oggi, visitando il quartiere, ci si può imbattere nei segni indelebili delle bombe.

Pietralata

“Senza nemmeno accorgersene, cammina e cammina, superarono Via Marmorata, seguendo tutta la lunghezza del Viale Ostiense; e raggiunta la Basilica di San Paolo, presero a destra, dove Bella, chiamata da un odore inebriante, incominciò a correre, seguita da Useppe”.

Costretti ad abbandonare la loro dimora, Ida e Useppe si spostano a Pietralata, una zona periferica di Roma che nel romanzo viene tracciata con precisione grazie ai racconti delle passeggiate del giovane Useppe con la cagnolina bianca. Oggi, nei dintorni di Via Ostiense, profondamente diversa da come la racconta Elsa Morante, si possono visitare il Museo di Casal De’ Pazzi e i polmoni verdi della città.

Testaccio

Infine, Ida e Useppe arrivano a Testaccio, il quartiere sorto attorno alla famosa collina dei cocci che oggi è spesso indicato come il vero cuore della romanità.

All’inizio, l’immagine che Ida ha di Testaccio è quella di un luogo violento, dove il sangue del mattatoio macchia i cuori di chi vi lavora, sporcando irrimediabilmente il quartiere stesso.

Ma poi, oltre al mattatoio e alle osterie tanto biasimate dalla protagonista del romanzo, Testaccio è anche la sede della scuola dove lavorerà Ida. Un luogo dove, insomma, i protagonisti del romanzo potranno ricominciare a vivere, nonostante tutto.

Ed è anche il luogo che più di tutti contiene il germe della crescita economica e sociale della città nel Dopoguerra. Proprio grazie a quel mattatoio, che oggi ospita un polo di ricerca di arte contemporanea,

 

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