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Il vero senso di questo Natale, oltre le distanze e le privazioni

"In questo Natale 2020, il senso è tutto qui. Aggrapparsi disperatamente, eppure con gioia rinnovata, alla vita." Le riflessioni della scrittrice Maria Pia Romano

Che Natale sarà in questo 2020? “Mi fate sorridere quando vi lamentate del fatto di non poter fare i cenoni da quaranta persone quest’anno. Perché a me ne basterebbe solo una: mia madre.” Lo ha scritto qualche giorno fa Valentina sul suo profilo Facebook. Lei è una giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, storica testata pugliese, una donna autentica, viscerale, capace di sbattere in faccia alla gente le sue verità, anche a costo di non piacere. Valentina Nuzzaci non è una che cerca il consenso, semplicemente si mostra per quello che è. E quando ho letto quelle sue poche righe sono rimasta muta, mentre una lacrima silenziosa mi rigava la guancia.

Superfluo elencare, doveroso rispettare il dolore di chi piange i suoi morti, inutile negare che tutti invochiamo un po’ di pace. Il panettone, questa volta, avrà un sapore diverso, per ognuno di noi. L’uvetta e i canditi si mischiano al senso di privazione e anche al dolore, ma questo strano, disperato tempo è nostro e va vissuto, rendendoci disponibili alla felicità.

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In questo Natale 2020, il senso è tutto qui. Aggrapparsi disperatamente, eppure con gioia rinnovata, alla vita. Sarà il Natale dei sopravvissuti alla pandemia, delle solitudini disperate, degli strafottenti inopportuni, eppure sarà Natale ancora.

Mai come quest’anno, sentiamo il vuoto dentro. Per chi non c’è più, per chi è lontano, per chi non potremo abbracciare. Perché è così e dobbiamo arrenderci al fatto che anche se le Regioni cambiano colore, la gente continua a morire e pretendere di far festa come se nulla fosse non sarebbe umano. Che il Natale sia un rinnovato inno d’amore alla vita, perché questo tempo lungo e difficile possa essere ricordato come il momento in cui gli uomini, chiamati a difendersi dallo spettro di un nemico invisibile, hanno amato di più il mistero dell’esistenza.

Imperfetti e veri, siamo esseri umani, stanchi di restrizioni e regole da rispettare. Tutto quello che pareva scontato fino ad un anno fa, ora ci accorgiamo che è prezioso e necessario, come l’aria. Ognuno ha trovato la sua ricetta per andare avanti. Qualcuno ha impastato pizze e dolci, c’è chi ha letto più del solito, chi ha coltivato l’arte del racconto, qualcun altro è restato connesso tutto il tempo. L’augurio è che si trovi sempre qualcosa che ci aggiusti il respiro, facendoci riscoprire i colori.

Che sia un Natale d’amore, anche se mancheranno gli abbracci.
Che ci sia un libro da leggere, sempre, per addolcire le ore.
Che ci sia un dono sotto l’albero. Piccolo, ma pensato proprio per noi, una carezza sulla gota, a celebrare il ritorno di un sorriso.
Siamo un esercito di resilienti che hanno represso l’impellente necessità di incontrarci, l’augurio è che possiamo scorgere il bello che c’è, oltre le limitazioni che segnano i nostri giorni.
Buon Natale.

Maria Pia Romano

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