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Dopo L’isola dei famosi in TV ci aspettiamo i gladiatori e la lotta con i leoni

Le riflessioni del fondatore di Libreriamo Saro Trovato in merito a quanto è successo durante l'ultima puntata de "L'isola dei famosi"

La puntata del noto reality L’isola dei famosi segna un’altra brutta pagina della tv italiana. Un programma che personalmente non seguo ma i cui strascichi mediatici purtroppo meritano un’attenta riflessione. L’umiliazione a cui è stato e a cui si è sottoposto Riccardo Fogli rappresenta uno dei capitoli più tristi della televisione e dell’Italia. Ma non è mica finita. Adesso la conduttrice Alessia Marcuzzi è sotto assedio: centinaia di insulti al suo profilo social.

La “domanda sorge spontanea”, avrebbe detto Antonio Lubrano, storico conduttore Rai: ma perché tutta questa mattanza? Che bisogno c’è?

Da un lato, la caccia agli ascolti per ovvi motivi pubblicitari porta la televisione ad abbassare sempre più l’asticella verso il peggio. Più rumore fai, più la gente ti segue. Dall’altro, a mio avviso, la mancanza di una cultura del rispetto che porta a scelte di questo tipo.

Il rispetto per se stessi e il rispetto per gli altri sono condizioni essenziali e necessarie per una salutare convivenza civile. Ma credo che in questo Paese il senso del rispetto non esista più.

Perché Riccardo Fogli, un uomo di settant’anni con un passato glorioso alle spalle, ha deciso di partecipare in qualità di cavia a L’isola dei famosi, mettendo a repentaglio la propria carriera? Era ben consapevole di diventare vittima delle fiere: conosce bene il mondo dello spettacolo. Sa benissimo che può rimanere vittima degli attacchi gratuiti di un personaggio che, volutamente non cito, solo qualche mese fa piangeva disperato perché rinchiuso nelle patrie galere e che adesso è tornato magicamente in tutte le trasmissioni TV con la massima libertà di fare il bullo.

Tralasciando, però, le singole scelte individuali, ognuno può decidere cosa fare della propria vita, mi chiedo che rispetto i responsabili della tv italiana abbiano dei telespettatori. La logica secondo cui “il pubblico vuole questo” è decisamente antiquata e priva di ogni rispetto per il genere umano. Il pubblico merita di più dalla televisione e da tutti coloro che hanno la responsabilità di intrattenere e informare.

Il pubblico merita di meglio: merita di condividere un generale senso di civiltà, merita di avere trasmissioni che mettano in evidenza il senso del rispetto. Merita programmi pensati per migliorare la società, programmi che aiutino la conoscenza e il senso della legalità. Merita programmi di informazione libera al servizio dei cittadini. Merita programmi culturali e un intrattenimento decisamente migliore. Merita personaggi televisivi che possano dare un messaggio e dei valori.

Ma la televisione vive di pubblicità. Che rispetto hanno gli investitori, chi acquista gli spot dei propri consumatori? Le aziende sanno bene che un prodotto per cui si investe tantissimo per garantire la massima qualità ha bisogno di “amplificatori mediatici” di altrettanta qualità. Di conseguenza, potrebbero benissimo contribuire a migliorare questo generale malcostume semplicemente non investendo in ciò che è volutamente negativo e favorendo la promozione di programmi di maggiore qualità. Sembra banale ma, di fatto, se si agisse in tal senso anche chi fa televisione presterebbe maggiore attenzione alla scelta di cosa inserire nei palinsesti.

L’informazione, mi dispiace dirlo, è assolutamente complice di tutto ciò.
Anche i più autorevoli organi d’informazione danno ampio spazio al peggio della TV e al peggio della rete e dei social. Il giornalismo deve contribuire attivamente alla difesa dei diritti fondamentali dei cittadini.  Per questo deve evitare di dare enfasi a personaggi e contenitori di così basso spessore e poca qualità.

Il pubblico, come il popolo, per quanto mi riguarda non è assolutamente “bove”. Anzi, agisce e reagisce senza barriere grazie ai social. Forse è arrivato il momento però di agire e reagire in modo adeguato. Non è necessario insultare Alessia Marcuzzi sui suoi profili social, altrimenti si contribuisce a generare ancora più odio e malcostume. Sarebbe utile, invece, non guardare più programmi degradanti, non dare il proprio consenso a certi personaggi e influencer che di positivo per il prossimo offrono ben poco.

Se non fosse chiaro, è a rischio il futuro di questo Paese e dei nostri figli. Un Paese con una cattiva televisione e che è vittima dei peggiori contenuti social non ha nessuna speranza di migliorare. La nostra Italia merita di meglio, ha un territorio e un patrimonio artistico culturale unico al mondo. Il senso della bellezza deve essere l’anima dell’Italia: la Tv e l’informazione possono contribuire allo sviluppo di questa sensibilità. Ecco perché tutti dobbiamo cambiare e dare il nostro piccolo contributo.

Saro Trovato

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