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Corinaldo, la tragedia della Lanterna Azzurra e la lezione di Gemma

Durante la tragedia della Lanterna Azzurra a Corinaldo Gemma ha perso la mamma. Oggi le ha scritto una lettera, Luca Pagliari racconta la sua storia

È appena terminata una settimana densa di appuntamenti dedicati alle donne. Eventi, convegni e spettacoli avvolti in una nuvola di mimose, ma è quella di Gemma, con il suo volto tenero di bambina, le sue guance arrossate dal caldo di una sala troppo piena, la sola immagine che mi resta impressa in qualche angolo della mente e del cuore.

Si chiama Madri l’evento che ho ideato per il Comune di Mondolfo, piccolo paese delle Marche che dalla collina guarda il mare adriatico. Siamo in provincia di Pesaro. Avrei dovuto parlare di madri speciali, ma alla fine la grande protagonista è stata una figlia che purtroppo la mamma può solo ricordarla. 

 

È lunghissima la lettera che Gemma ha voluto leggere la sera del sette marzo a tutti quei “grandi” radunati nella sala “Aurora” di Mondolfo. Mancano le sedie e in tanti restano in piedi ma non importa, perché in certe serate va bene tutto. 

Gemma ha 11 anni e la sera del 7 dicembre ha perso sua mamma Eleonora (la sua fantastica mamma Eleonora) alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, quando migliaia di ragazzini si sono accalcati per assistere al concerto di Sferaebbasta. Qualcuno ha spruzzato lo spray al peperoncino, e nel fuggi fuggi generale la ringhiera è crollata per il peso eccessivo. 7 vittime, 6 ragazzi e una mamma.

Eleonora quella notte è riuscita a salvare la vita della sua Gemma. È stato il suo ultimo gesto d’amore. Nulla da aggiungere, basterebbe una sola parola in più per scivolare nel giornalismo della retorica e delle frasi fatte e quindi mi fermo qui. 

Gemma legge e la platea ascolta. La lettera profuma di pulito, tre pagine dense di ricordi a colori. Storie di vacanze, di avventure, di piccoli gesti quotidiani, di votazioni per scegliere il nome dell’ultimo fratellino in arrivo, di spese al supermercato e di un disordine che trasuda amore ovunque, perché quattro figli Eleonora e Paolo li hanno voluti sognando proprio una vita così.

 

Gemma continua a leggere mentre io le reggo il microfono, legge con precisione, non sbaglia mai, si ferma solo qualche attimo per un colpo di tosse ma poi riprende a raccontare quella mamma di cui tutti ci innamoriamo. E questo è fantastico. 

A Gemma sono stati sufficienti solo dieci minuti per farci conoscere l’anima di quella mamma speciale. La sua lettera è un insieme di piccole cose e per magia, di dettaglio in dettaglio la sua mamma possiamo quasi toccarla con mano. Riusciamo a comprendere quanto fosse determinata e dolce, sorridente e sempre presente. Una mamma che parlava bene le lingue straniere, che sapeva dire dei no al momento giusto e che sapeva essere. Esatto. Sapeva essere. 

 

Seguiamo tutti quelle parole messe in fila con ordine, lasciando che sia Gemma a condurci dove meglio crede e lei con sicurezza ci accompagna da sua mamma e non c’è tempo per piangere, perché la luce di Eleonora non pretende lacrime ma silenzio. 

E quando verso le 23 la serata finisce, la sala al completo si alza in piedi per salutare lei e la sua mamma.  La mattina Gemma dovrà andare a scuola e quindi non deve fare fare tardi. È stata una giornata intensa e ora bisogna riposarsi. Le regaliamo semplicemente una rosa perché solo una rosa è in grado di arrivare oltre ogni parola. Grazie della lezione piccola grande Gemma. Che questo mondo adulto impari qualcosa dal tuo coraggio e dalla tua profumata innocenza. 

 

Luca Pagliari

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