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Congiunti sì, fidanzati no: “Abbiamo bisogno del contatto fisico”

Abbiamo chiesto allo psicologo Ezio Benelli quali potrebbero essere le ricadute psicologiche, in seguito al prolungarsi delle misure di distanziamento sociale

Secondo il decreto, in atto dal 4 maggio 2020, saranno permessi solo gli spostamenti “per incontrare congiunti”. Espressione che limita la cerchia dei visitabili a familiari e parenti stretti e lascia fuori compagni, fidanzanti e innamorati. Insomma, tutte le coppie che non sono riconosciute giuridicamente. Questo particolare punto del decreto ha sollevato un vero e proprio polverone, per non parlare di meme e commenti ironici che hanno iniziato a circolare sul web. Noi abbiamo chiesto allo psicologo Ezio Benelli quali possono essere le ricadute psicologiche sulle coppie che, in questo particolare periodo storico, sono divise. 

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Congiunti sì, fidanzati no

“L’uomo ha bisogno non solo di un contatto affettivo, ma anche di un contatto fisico”, spiega Ezio Benelli. “Ci sono molte coppie non riconosciute giuridicamente, il cui legame esiste e non possiamo continuare a ignorare. L’impossibilità di incontrarsi, in un momento già difficile di per sé, può creare un forte dolore, fino alla depressione”. Il contatto fisico è un aspetto fondamentale. “Nella famiglia possiamo ritrovare una forma di contatto fisico, ma ci manca l’aspetto corporeo, in senso erotico”, spiega Ezio Benelli.

La mancanza di fisicità e la depressione

“Credo che si debba fare questo riconoscimento”, continua Benelli. “Penso a una coppia, dove i due componenti vivono in due regioni diverse, magari per motivi di lavoro, e che non si possono più incontrare”. Secondo Benelli, infatti, il rischio è che, dopo uno o due mesi di separazione forzata, possa crearsi un aspetto molto depressivo, accentuato dalle asperità del momento. “La fisicità esiste e va riconosciuta. Se soffochiamo il lato più istintuale della nostra esistenza, il rischio è che si generi una situazione ulteriormente depressiva”. 

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