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Chiudere Sicilia e Sardegna dopo il 3 giugno offende l’Italia e il turismo territoriale

Non permettere la libertà d’ingresso ai cittadini residenti in altre regioni è un’offesa al buonsenso

In Italia il virus fa male anche al buonsenso. Il 3 giugno è diventata ormai una data importantissima per l’Italia. I cittadini potranno a riprendere a viaggiare tra le regioni della Penisola, tranne alcune regioni che hanno annunciato che non sarà scontata l’opportunità di poter andare liberamente in Sardegna e in Sicilia. Si sa, la politica abusa molte volte di demagogia, ma arrivare a chiudere i confini regionali a dei cittadini italiani, tra l’altro di alcune regioni che hanno vissuto più degli altri la tragedia del virus, è il peggior gesto che ci si poteva aspettare da parte di due bravissimi e competenti governatori come Nello Musumeci e Christian Solinas.

 

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Si parla di strumenti come patente d’immunità per poter varcare i territori delle regioni insulari. Il sindaco di Milano ha già risposto in modo chiaro che “si ricorderà quando sarà il momento di decidere dove andare in vacanza” riferendosi in modo chiaro alle regioni che chiedono la patente di immunità. Il Sindaco di Milano indirettamente invita i cittadini milanesi a scegliere di andare in vacanza in mete diverse rispetto a Sicilia o Sardegna, qualora tali regioni dovessero richiedere la patente d’immunità. Ovvero esami da fare prima della partenza che certifichino che non si è contagiatati dal Covid-19.

 

Noi non amiamo la vendetta o la ritorsione, ma è comprensibile la posizione del Sindaco di Milano, il primo cittadino di una città che ha dovuto sopportare uno stress economico ed emotivo senza precedenti. Non dimentichiamo i cittadini delle varie zone rosse italiane, e cosa hanno dovuto affrontare e sopportare in questi mesi. Non può essere compreso facilmente. Migliaia di famiglie hanno perso i loro cari, uccisi da un terribile virus sconosciuto. Migliaia di persone hanno dovuto farsi forza in solitudine per reagire alla malattia, lontani dai loro cari. Per non parlare dell’economia. Migliaia di cittadini hanno perso il lavoro (di fatto quest’anno non avranno il problema di dover scegliere dove andare in vacanza). Migliaia di aziende sono a rischio chiusura o rischiano l’estinzione.

 

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I governatori di altre regioni più illuminate hanno compreso immediatamente il clima. Liguria ed Emilia-Romagna hanno già ampiamente manifestato la volontà di offrire la massima ospitalità a tutti gli italiani, compresi i milanesi e i lombardi. Scelte coerenti con il principio di solidarietà e le esigenze di un turismo che ha bisogno di ripartire e che non dimentichiamo può attingere quest’anno in modo importante dal turismo interno, ovvero fatto in gran parte da italiani.

 

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I Governatori delle isole più grandi d’Italia, Sicilia e Sardegna, quindi farebbero bene a riflettere in modo più oculato sul male e sull’offesa che stanno procurando a tante persone che in questi mesi hanno sofferto duramente. Per non parlare dei tanti sardi e siciliani che ormai vivono stabilmente e risiedono nelle regioni e nelle città del nord Italia. Per tornare alla reazione del sindaco Sala a Milano e in Lombardia hanno potuto trovare un lavoro e molte volte hanno fatto fortuna proprio quei siciliani che hanno poi potuto dare il loro supporto economico alle famiglie di provenienza.

 

Non solo. Oltre l’aspetto meramente umano e di riconoscenza, il turismo italiano, compreso quello di Sicilia e Sardegna, questa estate conoscerà dei problemi. Esso, infatti, non potrà attingere dal turismo straniero e da tanti italiani che purtroppo quest’anno dovranno rinunciare alla vacanza per ovvi motivi economici. Pertanto, chiudere le porte a chi aveva deciso o ha intenzione di andare in Sicilia o in Sardegna è un grave danno economico proprio per le regioni che i nostri autorevoli governatori amministrano.

 

La Sicilia e la Sardegna sono due meravigliose terre da visitare. Mare, territorio, cultura, eno-gastronomia, artigianato sono unici al Mondo. I siciliani, poi, sono famosi per la loro grande ospitalità. Iniziare a fare in censori in questo momento non sembra quindi una buona scelta da tutti i punti di vista. Non perché “ce ne ricorderemo”, ma perché è solo una questione di buonsenso. Quindi, dal 3 in poi aprite le porte delle più belle isole del Mondo a tutti gli italiani.

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