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Bikini che passione! E da quest’anno arriva anche quello “politically correct”

Bikini: nell’epoca del “politically correct”, anche i miti si adeguano trovando, come in questo caso, soluzioni originali e di grande interesse: il bikini da ciclo è pronto a fare faville!

Il bikini? Niente di nuovo sotto il cielo… Esisteva già nell’antichità e a testimonianza di questa affermazioni conosciamo le prime attestazioni già a partire dal 1400 a.C. Sono stati ritrovati, infatti, alcuni mosaici e affreschi risalenti all’epoca greca e romana che ritraggono donne con fasce al seno e panneggi che coprono le parti intime, proprio come i moderni bikini. Ma il successo di questo costume “scandaloso”, che copriva soltanto il seno e le parti intime, arriva nel 1946, anno in cui convenzionalmente si parla della sua creazione da parte del francese Louis Réard. Sempre in quell’anno, a consacrarlo come novità assoluta, arriva lo scatto fotografico che ritrae una sensualissima e non ancora biondissima Marilyn Monroe mentre ne indossa uno a righe sulla spiaggia. Se per molti anni il bikini è stato il costume preferito dalle donne, è vero che non ci sono state grandi novità che lo riguardassero. Ma nell’epoca del politically correct, anche il bikini si trasforma in oggetto inclusivo.

Bikini: nessuna rinuncia in spiaggia per le donne col ciclo

Se fino a poco tempo fa le donne che “in quei giorni” desideravano andare in spiaggia erano svantaggiate (per una serie di motivi facili da immaginare) oggi in loro aiuto arriva il bikini appositamente studiato per il ciclo mestruale. Cosa di poco conto, esclameranno in molti! E invece no! Si tratta di una vera e propria rivoluzione pronta a raggiungere il successo planetario. Sì, innanzitutto perché si tratta di un costume “politically correct”, capace di eliminare lo svantaggio femminile. E poi, soprattutto, perché permette finalmente a tutte le donne di non doversi più preoccupare, nemmeno in spiaggia, di eventuali, spiacevoli incidenti di percorso.

Gli slip del bikini per i giorni del ciclo

Da qualche anno in Italia, e per l’esattezza dal 2015, spopolano gli slip per i giorni del ciclo, mutandine che sono ormai entrate nelle abitudini delle donne. Anziché applicare agli slip gli assorbenti, queste speciali mutandine sono studiate per garantire la massima sicurezza contro le perdite, fino a 12 ore. Ma da quest’anno, hanno fatto il loro ingresso sul mercato italiano anche i costumi da ciclo, appositamente ideati per le donne che non vogliono rinunciare al mare e alla spiaggia nemmeno “in quei giorni”.

Il meglio tra le molteplici alternative dei bikini disponibili

È vero, al giorno d’oggi sono molte le alternative tra cui una donna può scegliere. Ma questi nuovi costumi rappresentano un vero e proprio alleato per chi ama la totale libertà. Questi costumi sono dotati di un particolare fondo composto da uno strato altamente assorbente che trattiene le perdite per molte ore. Questa stoffa permette anche di combattere fastidiose irritazioni cutanee molto diffuse e associate all’utilizzo degli assorbenti interni ed esterni.

Perché piacciono tanto questi nuovi bikini

Questi costumi stanno letteralmente invadendo il mercato italiano e conquistando in pochissimo tempo milioni di donne. Perché? Perché sono inclusivi e permettono di godersi tutte le opportunità che spesso, nei giorni rossi del calendario femminile, sono precluse! E poi sono belli, alla moda, realizzati con stoffe sostenibili e attente alla sensibilità green.

Quanto assorbono e come lavarli

Dai modelli animalier a quelli double face, da quelli per le taglie forti che modellano le curve a quelli più ridotti ideali per le magrissime… Ce ne sono davvero di tutti i tipi e di tutti i modelli. Tutti sono realizzati con materiali riciclati e che asciugano velocemente. Mediamente, questi costumi assorbono l’equivalente di due assorbenti e sono ideali anche per chi ha un flusso abbondante. Quando ci si toglie il costume, dopo la giornata al mare, è sufficiente sciacquarlo in acqua fredda e poi lavarlo in lavatrice a 30°.

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