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Primo giorno di scuola, 1 su 3 tornerà in anticipo sui banchi

In barba al calendario scolastico regionale, tanti istituti da nord a sud hanno deciso di anticipare il ritorno a scuola: lo dichiara un terzo dei 1500 studenti - di medie e superiori - intervistati da Skuola.net

MILANO – Il calendario scolastico? Sta diventando quasi ‘lettera morta’. Ogni regione, con mesi d’anticipo, stabilisce le date fondamentali per ogni anno di scuola: inizio, fine, vacanze e ponti. Ma poi, in prossimità del ‘giorno x’, si cambia tutto. Soprattutto per quanto riguarda la prima campanella. Così, migliaia di famiglie, si trovano a dover rivedere i propri programmi. L’anno scolastico 2018/2019 non fa eccezione, come verificato da un’indagine di Skuola.net, effettuata su 1500 studenti – di medie e superiori – di tutta Italia. In media, infatti, solo la metà dei ragazzi – il 54% – tornerà tra i banchi nel giorno fissato dal calendario. Mentre quasi 1 su 3 – il 31% – dovrà anticipare l’ingresso in aula. Appena il 15% riprenderà dopo.

La variabile

Molto, però, dipende dalla regione d’Italia di provenienza. Perché se era prevedibile che in Puglia (dove il calendario mette il primo giorno di scuola addirittura alle porte dell’autunno) venisse fatto un ‘taglio’ alle vacanze estive, lo stesso non si può dire per regioni in cui l’inizio era previsto tra la seconda e la terza settimana del mese. Volendo avanzare un’ipotesi, suffragata ovviamente dai numeri, c’è da aspettarsi che tra il 10 e il 15 settembre la stragrande maggioranza degli studenti sarà già alle prese con lezioni e interrogazioni.

Le motivazioni

Anche se, a volte, non è un male rinunciare a un po’ di ferie estive. Specialmente se l’obiettivo dichiarato della scuola d’appartenenza è quello di far recuperare quei giorni durante l’anno, a ridosso dei ponti, o di concludere l’anno in anticipo. In quasi 1 caso su 3 – il 30% – è stata proprio questa la motivazione data dal proprio istituto. Ma il 43% non ha ricevuto (o non chiesto) spiegazioni. Ma come avranno accolto gli studenti questa decisione, apparentemente negativa? Il 22% si dice d’accordo (saranno quelli che già sanno di avere soste più lunghe nei mesi a venire?). Per il 39%, però, rimane ingiusta; stessa quota (39%) per chi si è detto indifferente.

La maggioranza

Ma entriamo nel dettaglio. Una sostanziosa infornata ci sarà già lunedì 10 settembre, quando riapriranno i cancelli degli istituti di Piemonte, Abruzzo, Friuli e Basilicata; normale che in questo caso si rispetti il calendario (vale per l’84% dei ragazzi); ma non manca un 10% che è tornato prima; solo il 6% posticiperà. La vera prova del nove coinvolge gli studenti delle sei regioni (Campania, Lombardia, Sicilia, Veneto, Umbria, Valle d’Aosta, cui va aggiunta provincia autonoma di Trento) che dovrebbero riprendere mercoledì 12 settembre. E le cose già cambiano: solo il 68% sarà puntuale, mentre il 27% anticiperà; appena il 5% tornerà dopo. Più passano i giorni, più le percentuali si modificano in favore della pre-apertura delle scuole. Si può facilmente verificare analizzando le risposte date dai ragazzi delle sei grandi regioni per i quali il rientro è previsto lunedì 17 settembre (Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Calabria, Sardegna). Ebbene, rispetteranno la scadenza solo 2 studenti su 3 scarsi (64%); l’altro terzo riprenderà nel corso della settimana precedente; piccola deroga per una quota irrisoria (2%).

I ritardatari

E, se ciò non bastasse, la tendenza è confermata dalla Puglia: il calendario fissa la prima campanella al 20 settembre, ma la maggior parte degli studenti (58%) tornerà molto prima sui banchi. L’unica eccezione è rappresentata da quei ragazzi per i quali il back to school c’è stato il 5 settembre: sono quelli della provincia autonoma di Bolzano. Qui, in controtendenza rispetto al resto del Paese, oltre 1 su 3 – il 36% – ha avuto qualche giorno di riposo in più. Altrimenti la media dei rientri anticipati sarebbe stata ancora più alta.

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