“Questa sarà un’estate speciale!” esordisco così, quasi non credendo alle mie parole, che avrei pensato impronunciabili solo qualche tempo fa, di fronte alla prospettiva di una vacanza da passare a casa.
Niente mete esotiche, da scegliere puntando il dito a caso sul mappamondo per sfidare la sorte, nessuna serata presa a pianificare viaggi avventurosi dall’altra parte del globo e zero valigie da riempire.
Nulla di tutto ciò, quest’estate la nostra avventura la viviamo tra i giardinetti e casa. Con orari ferrei. Al massimo qualche puntatina fuori porta, scegliendo sempre partenze intelligenti per evitare di rimanere imbottigliati nel traffico.
“Sei sicuro che non vuoi provare a cercare comunque una soluzione, magari un po’ più tranquilla?” mi chiede Mara, conoscendo il mio carattere insofferente a qualsiasi forma di coercizione domestica.
In realtà lo sappiamo benissimo tutt’e due: quelle che ci attendono saranno tre settimane da sballo. Luca e Davide sono alla prima estate della loro vita e Gabriele, ormai grande al terzo giro di boa, scoppia dall’eccitazione di fronte alla prospettiva di passare un periodo finalmente con mamma, papà e i suoi nuovi fratellini.
Non fa nulla se, io e mia moglie, non siamo riusciti a trovare una meta che soddisfacesse le esigenze di tutti e ancora meno ci importa se quella meta, che forse anche ci sarebbe, non è alla portata delle nostre tasche, ora che dobbiamo fare i conti non più solo con noi stessi.
Milano sa essere bella se la si vive con lo spirito giusto ed agosto è il mese migliore per affrontare la città con più leggerezza.
“Magari riusciamo anche a tentare qualche cenetta in un ristorantino all’aperto” azzardo io, ottenendo il plauso di mamma e figlio più grande.
E’ strano pensare come le cose possano cambiare in così poco tempo e come ciò che un tempo ci sembrava scontato, ora, con tre figli e qualche difficoltà di spostamento in più, ci appare come una conquista da assaporare golosamente.
“Papà, papà guarda che bel cielo” mi informa Gabriele, lasciandomi di stucco con il naso all’insù a scoprire che anche sopra alla mia città ci possono essere le stelle. “Dobbiamo partire con la nostra astronave, che cosa aspettiamo”.
Mara ci guarda e sorride. Esausta ma felice prepara i gemellini e li carica sul passeggino, che neppure con una fatica dell’accidenti riusciamo a far entrare nell’ascensore.
Nonostante tutto, la giornata non è ancora finita e anche questa sera, come una vacanza che si rispetti, siamo pronti a uscire per tirare più tardi del solito.
“L’astronave è pronta, avantiii” gridiamo all’unisono io e mia moglie, una volta scesi in strada. Luca e Davide ci guardano perplessi mentre Gabriele si attacca dietro, pronto a conquistare insieme a noi un pianeta che gli occhi di un bambino ci hanno saputo svelare.
Federico Musazzi