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L’unica mia compagna di vita – racconto di Klaudia Huqi

Chissà se tra 40 anni mi guarderai come mi guardi adesso.
Se continuerai ad accarezzarmi, ad annusarmi, chissà se prenderai ancora le mie mani e le bacerai ancora .

Vedo l’amore dappertutto e anche nel mio lavoro, è proprio sul lavoro che ho visto ciò, due vecchi anziani, lei a letto stanca, forse per la malattia o della vita ma non di lui. Sempre lui che l’accarezza e le bacia dolcemente le mani.
Le sfiora il viso fino ad appoggiare il suo viso sulla spalla esile di lei.

Bacia quelle mani oramai troppo secche e magre, sfiora quel viso pieno di rughe, ma sicuramente quegl occhi non saranno mai cambiati davanti a lui.
Un corpo oramai troppo fragile, troppo malato, trasandato, stanco riposa in quel letto, eppure lui continua ad amare.
Anche quando lei dorme, lui è lì a guardarla, sorvegliarla, a non lasciarla mai sola. Anche se lui è anziano quanto lei e nemmeno lui ha più forze per combattere.

Ma lui rimane lì, perchè è sempre lei la donna della sua vita, è lei la sua compagna di vita, moglie, amica.
Non importa se la pelle cede, non importa se il corpo non è quello di una volta, sodo e forte e nemmeno se i capelli mancano o sono di un grigio spento, l’unica cosa che conta sono gli occhi.

Gli occhi vedranno sempre ciò che ci stravolge la vita, e quando gli occhi riconoscono l amore il cuore impazzisce. E non si può fare nulla per fermare quei battiti, nemmeno l età avazata non rende deboli quei battiti.

E ogni volta che la guarda, che la tocca, la osserva, è come se dicesse: “Amore mio, riprenditi, ho bisogno di te, l’unica mia compagna di vita”. Ed io a troppo amore quasi quasi cedo.

 

Klaudia Huqi

 

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