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Le cinque ragazze sub – Racconto di Marialba Albisinni

Gli adolescenti in realtà sono spensierati finché non capiscono che il mondo degli adulti non lo è. Allora non ci resta che calarci in quel piacere e transitare nelle emozioni di quel loro momento, è importante imparare a farlo a quella giusta distanza che permette loro di viverselo pienamente.

Le ragazze avevano sempre più entusiasmo nello stare insieme, tra sorrisi maliziosi ed intime confidenze si raggruppavano. I genitori venivano allontanati dalle loro rivelazioni. Quella settimana d’ estate si erano ritrovate in cinque, con la loro freschezza, per divertirsi un po’… Il mare ha un’anima solitaria e sacra, l’accoglienza che regala è la meraviglia della sua immensità; le anime più disparate nel mondo, in qualche modo hanno avuto il pregio di viverlo.  Se l’ascolti ne sei trascinato, non puoi farne a meno _ nel tuo animo qualcosa si allevierà, non saprai esattamente cosa, se non dopo averlo vissuto.

La gente del sud è aperta, mi auguro di conservare per sempre la genuinità che mi accomuna; ti regala la possibilità di farti trasportare dall’atmosfera della spontaneità, il gusto di assaporare il tutto_ non mancherà la parola cibo almeno per tre volte al giorno e lui diceva ai suoi amici: << se non parlate di cibo è perché allora state mangiando >>.  Abbonda sulle loro tavole. Lui si mescolava nella vita del sud_ per strada quando incontri qualcuno, quasi chiunque ti saluta, se è stato un amico o un conoscente di 30 anni fa ti fermi a parlare. Sei sempre notato non scappi dallo sguardo ma nemmeno ad una battuta che si ricambia con un sorriso. Quando ti ferma qualcuno e ti dice: <<ti trovo in forma, stai bene>>, significa che hai preso qualche chilo in più. La verità buttata in faccia, diventa il pretesto per una risata.  C’è la cultura dell’ironia che porto con me come mia appartenenza. La vita del mare è diversa dai luoghi piccoli e chiusi, ti senti libero. Fuori dal bigotto giudizio che la gente ha bisogno di avere per la necessità di quel riconoscimento sociale_ quello influenzato dai quei cognomi evocativi agli onori di qualche avo che un tempo si era un po’ distinto… precludono il riconoscimento degli altri presenti. In certi posti, anche se diventi un Papa, non sarai nessuno perché non hai quel nome che funge da carta d’identità per l’inserimento sociale. La sacralità del mare invece ti accoglie indistintamente, per questo mi piace. Ancor di più quel mare della Puglia che ben 26 anni fa lasciai per seguire le mie passioni. Non ne fui mai pentita. Devo ancor trovare il mio posto, ma ho capito che è nel transitare.

In quell’acqua cristallina e la luce che viene dal basso, il richiamo del mare ti abbaglia! Quando ti immergi, nella trasparenza puoi guardare l’andamento dei tuoi passi.  Il benessere generato dall’appoggio dei piedi sul fondo bianco, i pesci attorniati alla caviglia, la freschezza dell’acqua segue il bacio del sole che trasforma la pelle di un color cioccolato.  Dopo il tuffo, sulle labbra restava il salato del mare. Queste le sensazioni di un adulto attento… la consistenza della sabbia fine_ quando si è al mare in tenera età poi, la creatività incontra i castelli di sabbia da realizzare sulla spiaggia.

Tutto ciò ha poca rilevanza per cinque adolescenti al mare. L’adolescente se ha problemi in famiglia o se non ne ha non fa differenza, l’unica cosa che conta in questa età, ha a che fare con la possibilità di stare con i propri amici. Non conoscono la cognizione del tempo. E’ nell’evoluzione di ogni genitore “accettare” lo scontro del figlio che si oppone alla compagnia di stare con l’adulto. All’inizio rimani spiazzato anche se conosci la teorizzazione dello sviluppo umano. Non ha limiti il suo desiderio di trascorrere il tempo con i pari. Qui c’è la sua crescita, un passaggio importante_ lo scontro, l’affermazione; il gruppo è la prima vera scelta sociale. Sono adolescenti che vivono il preludio dell’autonomia. Dopo lo scontro, bisogna lasciarli andare? Là c’è la loro affermazione per il lungo processo di scoperta per la loro identità.

Le cinque ragazze, tutte indistintamente belle. La pelle abbronzata, i sorrisi teneri e al contempo maliziosi, le gambe lunghe e il passo vivo ad ogni loro movenza. Un arte la giovinezza! Non dovremmo mai rovinarla.

Carlotta sembrava sognante. I capelli lunghi dorati, l’apparente testa tra le nuvole a noi piaceva. Forse questo la rendeva poco capita dagli altri, ma lei probabilmente spesso volava ed è ciò che importava. Era viva nella sua particolarità. Carlotta i suoi entusiasmi se li viveva senza dare importanza alla presenza altrui, contavano le amiche, i loro sguardi di considerazione, di noi adulti non le importava. Un po’ nella quiete, un po’ nell’entusiasmo, la immaginavo nel futuro… pian piano il suo riscatto alla vita. Carlotta ce la farà. Nel nostro modo ci saremo. Intanto godeva quel che poteva in quei giorni d’estate.

Clarissa la conoscevo di più. Era la sua amica fidata.  Nata con una particolare eleganza. Sensibile ed acuta­_ quando parlava con sua madre, andava ben oltre i pensieri di un’adolescente. Misteriosa e profonda poco incline all’esibire ciò che era. Era serena. Non le importava. Era così fin da piccola. Solo chi la conosce bene può capirla. Amava da sempre i piaceri e la vita_ la montagna, il mare, la buona cucina, era gaudente, avvolta nella sua raffinatezza già in tenera età. Il suo animo raro e buono_ aperta ad accettare ogni diversità. E’ una che scopre gradualmente la sue qualità, la creatività sottile, la particolarità nella logica… la propensione per le lingue… riconosce le sue ambizioni senza gareggiare ma a lei non interessa… tanto meno a sua madre. La rabbia di ogni insegnante che conoscono le sue abilità_ ma è da rispettare.  Come ogni adolescente desiderava   che sua madre la trattasse per l’età che maturava, la sua voglia di spostarsi quasi completamente nel gruppo. Una madre attenta e al fianco alla sua esperienza, non può che osservare il transito di quella voglia di distacco e viversi anche lei l’entusiasmo dell’età. E’ una saggia scelta lasciare andare laddove c’è già l’indole disciplinata nelle sue eleganti movenze alla vita. Clarissa tutelava la sua intimità. Ha tanti germogli da curare_ al loro fiorire ci saranno diversi colori da armonizzare. E’ impossibile non pensarlo. Amava già tutto ciò che era arte.

Rebecca poi era una ragazzina definita da sua madre frizzante, lo era davvero. Amava la vita e si buttava in essa come un vulcano esploso. La risata di Rebecca trascinava. I suoi genitori avevano sempre fatto fatica a contenere l’emotività che la caratterizzava. Ma in quella vacanza al mare lei poteva liberarsi, era comunque cresciuta, non c’era necessità di particolari imposizioni_ quando si è con gli altri vien fuori l’educazione che i genitori hanno impartito con difficoltà e Rebecca era frizzante, amabile ed educata. Mara comprendeva bene la scelta di sua figlia Gioia di averla amata come sua amica fidata. Erano molto affini, direi uguali.

Gioia dagli occhi grandi e sinceri, non si teneva nulla. Era una di quelle ragazze che ti buttava in faccia la verità. L’indole sanguigna e la determinazione la caratterizzava, andava sempre oltre il limite che poteva. Una lotta infinita con sua madre, cercava di regolarla con grande pazienza ma lei era un’altra persistente_ c’è poco da fare con i persistenti.  Mara lo sapeva, non li puoi fermare… a meno che non scelgano di riposarsi un po’ _ per ricominciare più determinati di prima. Sua madre sa che la forte tempra andrà sempre disciplinata altrimenti sarà fraintesa dalla massa che la giudicherà. Ma lei ha quel bel sorriso che seduce la gente. E’ facile amarla, chi la incrocia nella sua strada inevitabilmente cresce_ lei compete, si afferma, ma soprattutto supporta… è un’amica con iniziativa, non si può non volerle bene con la sua molteplicità. E’ ancora una ragazzina.  Ce la farà.

Viola invece era figlia di un vecchio amico del padre. Mischiata nella romanità delle altre fanciulle aveva un animo dall’entusiasmo affine. I genitori si erano trasferiti per motivi di lavoro in Veneto, suo padre era tutt’ora l’amico fidato di mio marito. Ci divertivamo ancora come dei ragazzini. Ogni estate, anche se solo per pochi giorni, nella stessa spiaggia dove passavano le nostre ragazzate_ solo risate quando eravamo insieme. Le amicizie che rimangono solide, sono quelle della tua infanzia. Poi si diventa diffidenti, poiché tutti siam rimasti delusi forse più da adulti che in gioventù… Viola era aperta e gaudente come suo padre, si inseriva facilmente in qualsiasi quotidianità. Armonica con le altre sub, si divertiva.

Ogni tanto le ragazze del mare si appartavano per lo scambio all’intima confidenzialità. La disciplina che impartisce un padre. Il rituale delle maschere da ripulire prima di ogni immersione, il boccaglio da sistemare, sembravano delle esperte sub al mare.  Energiche, determinate, prese ogni volta da quella nuova avventura… Era affascinante guardarle quando entravano nel mare. Cinque belle ragazze, con le maschere e la lotta con i boccagli da sistemare. Le guardavi entrare come cinque sirene che conoscevano bene le loro acque, era la spensieratezza che le faceva sembrare sicure, ma lo erano davvero indistintamente! trasportate dal desiderio della scoperta di qualche curioso avvistamento nel fondale. La sincronia delle braccia immerse nella trasparenza, intrepide verso la meraviglia di qualcosa di diverso da vedere_ fare tutto questo con la spensieratezza che non può avere una madre quando segue attenta con lo sguardo i figli impavidi che si distanziano nelle acque un po’ profonde. Un padre se ha conservato la sua fanciullezza e conosce la disciplina, incentiva l’esplorazione_ poi si tuffa come un ragazzino nella ludica attività di quello spirito che si ha in vacanza _ a volte si confonde un po’… cosi è l’uomo_ ma chissà è un modo inconsapevole di sorvegliare … Il maschio in qualsiasi gioco si trova a suo agio, anche se è adulto gioca fino in fondo. Ama ancora divertirsi. Tuttavia di solito un padre non ha gli stessi sensori protettivi che possiede una madre _così Mara era piacevolmente trasportata dal loro esplorare e le seguiva_ nuotava accanto, alternava la giusta distanza per permettere che l’esperienza fosse vissuta nel pieno entusiasmo dell’età. La meraviglia del loro scoprire era trascinante…

Una stella marina, il color arancio, l’urlo per un nuovo avvistamento, il riccio aculeo che punge, l’enorme pesce che gironzolava intorno senza scappare; l’emozione di vederli a tale vicinanza, tutte insieme le ragazze, alla giusta distanza da noi adulti, in sincronia con le movenze della vita del mare mischiate in quella avventura d’estate.

Il fondale, l’acqua cristallina, la bianca sabbia, i particolari sono l’eccesso di un raziocinio di noi adulti, uno scenario comunque importante, cui serve abbandonarsi per godere del tutto oltre la parvenza estetica che ritrovi in spiaggia.  L’emozione va vissuta senza troppi fronzoli e così che vivono gli adolescenti la vita_ dovremmo osservare la spensieratezza dell’esplorazione, gli entusiasmi dello stare insieme agli amici… lasciando andare ogni tanto l’accumulo dei troppi doveri, rispettare le affinità che incrociamo. Da qui cresce ogni spontaneo apprendimento.  Un padre che impartisce lezioni per i giusti equipaggiamenti, quelli per una nuova esperienza _ oggi i ragazzi ne hanno veramente bisogno… spesso lasciati nella solitudine virtuale, servono esempi…

Le ragazze del mare con le loro sembianze avevano colorato quello scenario estivo, la voglia di stare insieme _ un’opera d’arte che si colorava in ogni spostamento. Tante cose s’ imparano osservando.  Tanti impliciti insegnamenti per tutti noi in quella estate!

I ragazzi, ascoltano le affinità, le direzioni_ gli entusiasmi, là ci sarà la salvezza, se è necessaria l’opposizione… La nostra saggezza capirlo. Questa esperienza ha regalato quella spensieratezza che noi adulti dimentichiamo troppo spesso di recuperare. Nel giusto confine del nostro esserci_ il rispetto di essere alla giusta distanza di ciò che spontaneamente si colora con l’entusiasmo della giovinezza approdata in quelle giornate di estate al mare.

 

Marialba Albisinni

 

 

 

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