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La disavventura – Racconto di Roberto Schiavi

«…Ah, ti devo raccontare una mia disavventura.»
«Ah, sì, dimmi, quale?»
«Che oggi ero…»
«Uh! Essere! Essere sempre! Questo ininterrotto obbligo di presenza, fino alla morte e oltre! Che scocciatura! Anche a me capita a volte di voler smettere di essere almeno per un po’…»
«No, ma non volevo dire quello. Stavo dicendo che ero in stazione…»
«La stazione! Ti capisco. Non ci sono posti più caotici. E sporchi. Evito d’andarci. Piuttosto prendo il bus o l’aereo.»
«No, ma ascolta, non è questo. La stazione mi va bene. Ma ero in stazione per venire a ***…»
«***, città orribile! Luogo infausto. E te lo dice uno che ci abita! Posso immaginare che effetto faccia a te che stai in una città che io trovo invece incantevole.»
«No, no. La tua città mi piace, ci vengo sempre volentieri. A volte mi sembra più bella della mia. Il problema non è ***. Volevo solo dire che volevo venire qui, e quando sono arrivato…»
«Arrivare! Arrivare è come morire. Ho sentito dire che partire è come morire, ma io sono d’accordo con te: arrivare è ancora peggio. Il viaggio è importante! I saggi lo dicono. Non la destinazione. E poi è sempre una delusione. Arrivare è decadente.»
«No, no, ti assicuro che ero contento di essere arrivato. Il fatto è che quando sono arrivato avevo sete…»
«Ma scherzi? Sai che di sete si può morire? Quando capita a me è una vera tortura: se non bevo subito, non riesco a fare più niente, neanche a pensare. Divento una bestia. Quindi immagino cosa hai passato.»
«No, ma non è che stavo morendo di sete. Volevo dire che quando sono arrivato, mi è venuta sete, allora sono entrato in questo bar…»
«In confidenza: neanche a me piace questo bar. Ce ne sono di migliori quanti se ne vuole. Io ci vengo ogni tanto solo perché mi fa comodo. Del resto il servizio è pessimo…»
«Accidenti, ma non intendevo questo! Anzi sai cosa ti dico? che la disavventura che mi è capitata è stata incontrare te! Che appartieni a quella categoria di persone che con la loro smania di compiacere, non sanno ascoltare, e rendono la vita difficile agli altri!»

Roberto Schiavi

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