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Il velo – Racconto di Anna Tomos

Ricordo solo che era estate e come tutti gli anni eravamo a casa, scendevamo per pochi bagni nel paese più vicino al mio solo per i bambini. Non riesco a ricordare l’anno o il giorno in cui miei occhi si sono liberati di un velo che li aveva offuscati per anni.

Io lo chiamo velo perchè non mi permetteva di vedere che io e i miei figli soffrivamo troppo per l’egoismo di mio marito. Avevo accettato la sua apatia, al ritorno dal viaggio di nozze, attribuita da tutti allo stress per la preparazione del matrimonio e l’acquisto della casa. A poco a poco la situazione si aggravava e io subivo il suo non andare a lavorare, il non uscire di casa per non aver nessun contatto con la gente ed evitare gli attacchi di panico…

Ore e ore da psichiatri, psicologi, psicoterapeuti e ancora oggi dopo quasi trenta anni siamo ancora a quel punto riusciamo ad uscire solo con chi guida al suo posto e con amici cari. I miei figli ormai grandi sono andati via e a conferma di quello che hanno sofferto non si risparmiano nessun divertimento e ne sono contenta ma io…

Piano piano si è spenta la mia voglia di vivere, di vedere cosa succederà in futuro, di curarmi, di essere desiderata…Ora sento che è troppo tardi lui è stato l’unico uomo della mia vita anche se già durante il viaggio di nozze aveva disturbi sessuali o non mi amava … c’è anche questa ipotesi.

Oggi il nostro matrimonio è una semplice amicizia di convenienza, per poter andare avanti e per non provocare scandali.

Da anni non lo desidero più, ha perso tutta la stima che avevo per lui. Tutti direbbero è facile divorziate!

Perché quella maledetta estate è caduto quel velo che mi ha permesso di sopravvivere…

Grazie

 

Anna Tomos

 

 

 

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