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Il fil rouge che ci lega – racconto di Francesco Piazza

Hai frainteso, non intendevo dire che dovremmo sentirci più spesso tramite messaggi, assolutamente, è una cosa che non sopporto; intendevo dire che non ho quasi più niente di te, nè foto, nè messaggi, nè qualcosa che mi possa ricordare te, non mi è rimasto nient’altro che una manciata di ricordi del passato.

Forse, se non ci fossero i social, avrei già dimenticato il tuo viso, i tuoi capelli, forse anche i tuoi occhi; non voglio rimanere soffocato da questi ricordi.

Forse, ho solamente paura invece, solamente paura di scordare tutto questo, solamente paura di scordare le sensazione che provavo per te, solamente paura di scordare il tuo profumo, forse ho solamente paura di scordare la notte sul tetto, e tutto quello che ciò mi fa provare.

Forse questo mio modo di agire mi fa capire che vorrei una bacchetta magica, per poter scordare tutto di te, in un solo momento, senza il bisogno di soffrire.

O forse la verità è che non sono mai riuscito a metterti da parte, è probabilmente non ce la farò mai, perché starebbe a significare voler accantonare felicità che finora ho conosciuto.

Finiscono sempre così le nostre conversazioni, non posso fare nulla, è sempre più forte di me.

Non vorrei scriverti tutto questo, a maggior ragione adesso che hai un ragazzo, forse per questo ho cercato di recidere il fil rouge che ci lega, per non farti più soffrire e lasciarti vivere felice e in pace, ma a quanto pare questo filo resiste anche a dieci kilometri di distanza e a un anno di tempo.

 

Francesco Piazza

 

 

 

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