Lโaria calda di quel posto sembrava avere delle proprie mani, tenute ben vicino a crear la forma dโuna maschera, e che lentamente incespicavano verso il mio viso. Parevano volerlo comprimere, frantumarlo, come in frantumi va il gheriglio dโuna noce schiacciata malamente.
Era una sensazione poco piacevole, quella che stavo provando quella mattina, tipica dei recessi angusti delle mansarde per un claustrofobico. Difatti, si puรฒ dire che in quel momento credevo proprio di trovarmi in uno spazio piccolissimo, asfittico, sovrastato dallโombra di alti scaffali, e con gli arti quasi paralizzati, il respiro impercettibile, lo sguardo assai turbato.
Anche quel giorno, comโero solito tutte le mattine, mi ero recato nella biblioteca comunale del piccolo paese di Castamura. Un luogo contaminato da una noia morbosa e da gente indifferente, ma che tutto sommato, con qualche sacrificio e un poโ di noncuranza, ci si poteva anche sopravvivere.
Nella parte bassa del paese, sotto le vecchie mura ancora intatte, vโerano una decina di palazzi sparsi qua e lร , come molliche di pane su un piccolo laghetto.
I loro prospetti, dai colori molto vivaci, davano una flebile pennellata di modernitร , e costruiti comโerano, su una leggera pendenza, li si poteva immaginare chinati, in ginocchio, proclivi alla preghiera verso la Madonna. Da lรฌ, infatti, si ammirava distante, sulla cima del monte Giasura, la famosa statua di marmo della Madonna Immacolata, innalzata una cinquantina dโanni or sono, su disposizione e finanziamento dei ricchi coniugi Siana, i quali, oltre ad essere ricordati per le numerose elargizioni di danaro a sostentamento dellโaspetto artistico del paese, tanto che oltre alla statua, furono i finanziatori della Fontana Tripita al centro della piazza e della Villetta Ameri, godono dโuna certa fama, e per una storia che ancora oggi attira tantissime attenzioni.
I coniugi Siani, alcuni giorni dopo lโinaugurazione della Madonna di marmo, vennero trovati misteriosamente morti sotto quella stessa statua.
I motivi? Ignoti. I colpevoli? Mai trovati.
Solo i loro corpi, e una pozzanghera di sangue.
Sebbene i paesini siano posti piccoli in cui si parla tanto, su quella storia nessuno riuscรฌ mai a trovare qualche indizio rilevante. Di certo, infinite le ricostruzioni tra le viuzze del centro, tra le rampe di scala dei palazzi, tra le panche della cattedrale.
Quella storia non ebbe mai autentica ricostruzione, e sotto i riflettori di scrittori e appassionati di misteri, si dissolse verso la fantasia e lโimmaginazione.
Io quella mattina mi trovavo in biblioteca proprio per leggere uno dei libri che da questo drammatico ma affascinante accadimento aveva preso ispirazione.
Il giorno prima, durante la tipica cena domenicale servita degli avanzi di pranzo, tra mio padre e mio nonno sโera animata una melanconica conversazione proprio sui due coniugi. Con la testa sul piatto, il vecchio stava scaraventando giรน una serie di ragionamenti. Parole alle volte sconnesse, ed interrotte, di tanto in tanto, dai bocconi di cibo che ne impedivano la comprensione. Poi dโun tratto mi guardรฒ e bofonchiรฒ un paio di volte, tra una sorsata di vino e lโaltra, il titolo del libro che il giorno dopo trovai in biblioteca.
Era la prima volta che ne sentivo parlare. Non solo del libro, del suo autore, ma anche di tutta questa vicenda, e non potei che istintivamente restarvi aggrappato, con le gambe pesanti per lโincomprensione, e con un bruciore che dallo stomaco saliva fino alla strozza. Un bruciore che non poteva che provenire che dal fuoco della curiositร .
Il pavimento della biblioteca era ben pulito quel giorno, e cosa piรน importante, in quelle vampate di stordimento non ero solo: vโera anche lui, il mio socio di letture. Qualche metro piรน a destra, separati da un piccolo tavolino di legno, ma era lรฌ.
Un uomo di mezza etร e a me fino quel giorno sconosciuto. Non ci eravamo mai presentati, tantomeno parlati, ma era il mio socio. Che se si condividono le stesse cose, giorno per giorno, lo si diventa anche senza presentarsi.
Indossava un completo molto elegante, marrone scuro, e per questo non stonava col colore della poltroncina su cui era seduto. A vederlo cosรฌ abbinato anche con lโambiente circostante, nella mia testa vagava lโidea che quel giorno si fosse messo dโaccordo col suo specchio, sรฌ da apparire in una serietร di certo maggiore. Piรน teatrale!
Aveva tra le mani un libro non molto grande, spalancato come un fiore spampanato, ed immobile comโera, lui con la sua schiena assai dritta, piรน che leggere sembrava davvero guatare quelle pagine. Le fissava, quasi le venerava, con gli occhi leggermente dischiusi dietro le sottili lenti degli occhiali.
Dunque, in quello stordimento lui era la mia ancora di salvezza. Era la polena dโuna nave che sempre fronteggia la bufera letteraria, e che ti tiene in superficie, sopra un abisso dโimmaginazione.
Dโun tratto, mentre il mio sguardo sโera fermato sulle sue pagine, si alzรฒ di botto. Chiuse il libro, sul cui frontespizio salutai โLa morte di Ivan lโIlicโ di Tolstoj, che lessi tanto tempo fa, e voltรฒ lo sguardo proprio sul libro che stavo leggendo. Mi indicรฒ il tavolo sporgendo delicatamente la mano, come ad intimarmi a posarvi sopra il libro. Non so per quale ragione, ma lo feci. Lo posai, e mi alzai. Non nego che mi sentivo impaurito, indebolito, investito da un afflato dโansia, che subito si sostanziรฒ in una riottosa rigiditร muscolare.
Fermo comโero, lo vidi raggiungermi con passo cadenzato. Mi afferrรฒ dal bavero della giacca, e mi tirรฒ a se. Senza alcuna esitazione, mi trascinรฒ addosso allo scaffale e mi disse: โQuelle storie sono tutte false, lo volete capire?โ.
Cominciai a tremare, ma lui continuava come nulla fosse: โStorielle, tutte storielle. Scrittori da strapazzo che si sono divertiti a scriverci su. Storie assurde hanno preso vita da questo incipit. Tentativi di rivelazione, dentro le crude parole e misere storielle di autori sconosciuti โฆโ E stringendomi sempre piรน, chiuse la sua aggressivitร in un urlo che credo risuonรฒ per tutto il paese.
Avevo davvero timore che mi facesse del male, perciรฒ ad un tratto decisi di urlare anchโio. Che se non mi fossi trovato davanti a quellโespressione cosรฌ veemente e inferocita, quella scena avrebbe assunto un non so che di farsesco. Un tono certamente tragicomico.
La presa diventava progressivamente sempre piรน leggera, e la sua voce piรน ragionevole. Lo vedevo calmarsi, ritornare nelle vesti dโuomo composto e pacato, e di cui prima sโera spogliato. Anche lo sguardo divenne sempre piรน ammorbidito. Le vene dalla fronte, scomparse.
Voltatosi, stette in silenzio qualche minuto. Si stava placando, e dopo essersi schiarito la voce con un colpo di tosse, disse: โLe chiedo scusa. Davvero, non era mia intenzione. Ma non riesco a reagire diversamente quando qualcuno si avvicina a quella storia.โ
โSi, ha sicuramente ragioneโ proferii io. โMa davvero, era la prima volta che leggevo di questa storia. Come ieri fu la prima volta che ne sentii parlare.โ
โDa chi?โ
โIn giro.โ
โIn giro โฆ La gente stupida di questo paese โฆ che ancora va in giro a raccontare storie, tra lโaltro inventate โฆ vecchie di almeno una cinquantina dโanni.โ
โBeh, di certo non puรฒ negare che sia affascinanteโ, provando a giustificarmi in qualche modo.
โMa si senza dubbio โฆ Quello che perรฒ rimprovero รจ che si finisca per inventare di tutto e di piรน.โ
โSi, ha nuovamente ragione, Signore. Ma dโaltronde di cosa parlare, se di questa storia non รจ rimasto altro che un mistero.โ
โI misteri non esistono. Esistono le storie, da alcuni conosciute e ad altri ignote. E quindi meglio non parlarne se non le si conoscono, se non si ha almeno qualche indizio certo su di esse.โ
Sembrava stesse per infiammarsi nuovamente, pertanto, cercando di non alimentare ancora di piรน la sua, e a me inspiegabile, folle agitazione, gli sorrisi debolmente e ribattei: โLei conosceva questi signori?โ
โSi e no.โ
โCapisco โฆโ
โSenta ragazzo, capisco la sua curiositร , ma non prenda piรน quel libro. Io sto qui tutti i giorni per assicurarmi che โฆโ e si bloccรฒ di botto.
โPer assicurarsi che nessuno prenda questo libro? Ma perchรฉ mai?โ
Avevo esagerato. Avevo utilizzato un tono presuntuoso che quellโuomo di certo non avrebbe gradito, e di fatti si scagliรฒ nuovamente su di me. Mi gettรฒ per terra, mettendomi spalle al pavimento. Gli occhiali gli erano caduti, e gli occhi rossi dalla violenza mi scrutavano assetati e rigidi.
Da dietro gli scaffali uscรฌ, per nulla stupito, il bibliotecario, e si sedette a guardarci. Piano si avvicinรฒ e gli porse, a mio sconcerto, un coltello. Un attimo dopo, me lo sentii stingere sotto al mento, a bloccare le mie urla silenziose.
In pochi minuti la sua voce era accanto al mio orecchio destro, e recitava cosรฌ:
โBene ragazzo โฆ Qualche minuto prima della sua morte vorrei riferirle quello che dissi a Margaret e Vladimir Sasia โฆ La sensazione macabra dellโomicidio doloso, che sottile ci accarezza la mente, se radicata, รจ difficile da controllare. Ebbene ragazzo, i loro sguardi li ricordo ancora โฆ Mi pregarono di scusarli per quel poco di cattivo che avevano fatto nella loro triste, breve e intemerata vita. Mi implorarono di lasciarli andare questa volta, ma non ebbi pietร โฆ Non si fanno sconti.
Tutti che si inventano storie, ricostruzioni โฆ Ci scrivono finanche dei libri. Ma ti dico, adesso chโรจ giunto il momento โฆ Ragazzo, hai paura della morte? Ti inquieta? Non averne paura. Essa รจ rapida. Che anche se arriva per tortura, o per fatti accidentali, essa arriva lo stesso.
Ma che la morte sia felicitร , rinascita? Agonia?
Felicitร , rinascita โฆ No, non cโรจ nulla di tutto ciรฒ. Lo puoi credere, te ne puoi convincere, ma non quando si muove tra le tue mani โฆ Quando, come una biscia, perfida e squallida, ti si contorce tra le gambe, si fa spazio sulla tua pelle, e ti rende glabro, dove prima non lo eri. Non cโรจ nulla di felice, te lo assicuro. E soprattutto in quella degli altri. Soprattutto non cโรจ nulla. Eโ una notizia di mezzo istante, che alle volte logora i cari โฆ Li logora per giorni, mesi, anni โฆ Alle volte non logora per nulla. Anzi, per alcuni รจ anche un sollievo.
Ma poi ce ne facciamo una ragione. E quelli che restano in vita prima o poi ci cadono dentro. Eโ la bocca di un tombino, la morte. O quella di un pozzo. Il fondo di un tombino โฆ Quello di un pozzo. Eโ un istante. Si, la resa dei conti sul fatturato quotidiano dura proprio brevi istanti. Eโ cosรฌ per i grandi uomini, ricchi, potenti. I piccoli uomini, ricchi, potenti. I poveri uomini, ricchi, potenti. Eโ un resoconto, dentro un istante, di ciรฒ che amasti e odiasti nella tua vita, delle scelte che accogliesti e di quelle che scartasti. Il resoconto di ciรฒ che ti concedesti negli ultimi respiri. Spirare, alle volte, dimenticandoti dโamare, di cogliere la vita, una margherita, il tuo sospiro.โ
Sulle sue ultime parole, il mio ultimo respiro.
Morii, ma nulla di tutto ciรฒ che vi ho appena raccontato accadere nella biblioteca successe realmente.
Morii lรฌ, seduto sulla mia solita poltroncina, e a causa di un aneurisma.
Il libro sulla storia dei coniugi esisteva veramente. La storia dei coniugi, lo stesso. Il bibliotecario, invece, in quel momento era uscito per un caffรจ, fiducioso che nulla di particolare avrebbe stravolto quella giornata.
Era una mattina come tutte le altre, e la morte mi colse senza alcun preavviso. Forse perchรฉ era destino. Forse perchรฉ il fatturato della mia vita era giร assai rilevante: lasciai intatti numerosi manoscritti nel cassetto della mia stanza, ivi compresa quella che su ho appena narrato. Scritta in un breve frangente di tempo, dentro al circolo vizioso e virtuoso della vita.
I coniugi Siani, invece, in realtร morirono per cause naturali. Una morte straordinaria, poichรฉ forse mai avvenne nella storia. Mai capitรฒ, infatti, che la morte decidesse di colpire dโinfarto due persone nello stesso momento e nello stesso luogo. Precisamente due amanti, due coniugi.
Ne nacque un mistero, e qui tutto diventa piรน o meno chiaro, a causa dellโintervento della vecchia beghina e del pastore che li vicino, nascosti tra gli alberi, stavano facendo lโamore.
Fu cosรฌ forte in loro, il desiderio di rianimare le voci di paese, gli scandali, i misteri, fermi giร da molto tempo, che col coltello del pastore simularono un omicidio sui due corpi giร a terra.
Cosรฌ forte quel desiderio, che travolse anche il medico legale, benchรฉ questโultimo era riuscito a risalire alle cause originarie del decesso.
I due, la vecchia beghina e il pastore, nella loro decrepita relazione, se ci avessero riflettuto un poโ, avrebbero di certo, o forse no, intuito un mistero ancor piรน grande in quella morte cosรฌ naturale, e cosรฌ straordinaria.
La Morte, col suo completo marrone, era stata raggirata da due esseri umani. Avevano impedito la straordinarietร di quella morte premeditata, ma inaspettata.
In quella biblioteca mi venne rivelato tutto, e tutto mi portai nella tomba.
Carmelo Sostegno