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Dannazione! Niente mare! – Racconto di Andrea Agnoletto

Ecco là! Ferie cominciate come da manuale da nemmeno dieci ore: lontananza da casa oltre i cinquecento chilometri, lontananza dalla monotonia, i soliti giri, le solite amicizie, le solite stupide e futili discussioni, distante dalle bollette da pagare, la spazzatura da portar fuori, la spesa da fare, il frigo da riempire, distante da tutto quello che in questi ultimi mesi son diventati vestiti ormai stretti.
Distante come desideravo da ormai un anno ma, dopo appena dieci ore, addosso quel senso di vuoto che si indossa appena tutto si trasforma in ciò che avevi previsto ma non volevi si verificasse.
Avete presente quella stupenda sensazione di separazione dai pensieri logoranti, lasciati intenzionalmente come soprammobili di casa e che incomincia dopo quel meraviglioso suono della triplice mandata del portone d’ingresso ed il trolley preparato al fianco? Avete presente quei buoni propositi per recuperare l’energia e la giusta ricarica per tornare in autunno con il piede e l’umore giusto?
Ecco! Per me non è stata così!
Sceso dall’aereo, ieri sera ho cominciato a respirare a pieni polmoni quest’aria di vacanza, di libertà, mezzora di taxi con i finestrini spalancati, una fresca atmosfera serale, estiva, profumi di terra nuova, secca, piante selvatiche, fichi d’india, ulivi, cisto, oleandro, rosmarino selvatico, il canto assordante delle cicale, il cielo pulito, nitido, talmente colmo di stelle che, guardandole da questi magnifici posti bui ed incontaminati, ti fa apprezzare la sfericità della Terra.
E poi c’era lei, la Luna che ne faceva da padrona, quella che appena ruba la mia attenzione non mi fa capire più niente contemplandone quel suo splendore.
Ma che volete che vi aggiunga ancora? Non ho fatto altro che parlarvi di lei in questi racconti, ormai sarete stanchi! Ma che dico: esausti!
Prometto: sarà l’ultima!
Ieri sera, tra il silenzio del tassista ed il frastuono dell’aria che entrava prepotentemente dai finestrini abbassati, preso da questo senso di libertà ed appagamento, ho avuto la malaugurata idea di mandarle l’ennesimo sms. “Lei”, il mio chiodo fisso, ho sottolineato metaforicamente il potere di attrazione che possiede nei miei confronti ovviamente paragonandola alla Luna!
In un quarto d’ora ho pagato il taxi, fatto il check-in in albergo e giunto alla camera ho ricevuto il suo messaggio di risposta:
“Non credo di meritare tutto quell’immenso!”
“Stop!” Penso.
“Basta!” Ripenso.
“Non glielo so spiegare, non so spiegare! Punto.”
“Ci rinuncio!” penso nuovamente.
Come si fa a spiegarlo in poche righe? Come si fa a spiegarlo in pochi minuti? Come si fa a spiegarglielo nella maniera più semplice? Cosa non le è ancora chiaro?
Eppure è così. Mi incazzo ogni volta che non riesco a dare il giusto senso alle parole e spesso mi incazzo quando involontariamente faccio capire altre cose rispetto a quello che realmente penso. Mi incazzo quando la mia mente e i miei pensieri viaggiano ad una velocità supersonica in conflitto con le parole da dire o da scrivere in quel determinato momento. Mi incazzo a prescindere! Praticamente, pensandoci bene, vivo la vita incazzato! Forse mi servono altri tipi di vacanze!
Pensando a lei, miliardi di pensieri vogliono esplodere, uscire dalla mia testa, tutti all’unisono ma improvvisamente non trovi mai le giuste parole e hai sempre poco tempo a disposizione.
“Non cambierò mai!” ripenso per l’ennesima volta.
Non so darmi una spiegazione. Saranno quei suoi occhi verdi, quel suo sorriso, l’espressione del viso che ti stordisce letteralmente, quel suo atteggiamento ampiamente femminile, provocatorio, che rapisce te e (porca puttana) anche le attenzioni di altri spasimanti.
Lei è bella. Lo sa; ne è consapevole anche quando ti dice che non è così; ci gioca; e tutto sommato fa bene! Se lo può permettere!
Dice che non cerca notorietà, non le interessa essere al centro dell’attenzione, ma sotto sotto lo sa, vorrebbe nasconderlo o probabilmente non se ne rende nemmeno conto. In ogni caso credo abbia imparato perfettamente tutti segreti della seduzione. Non c’è ombra di dubbio.
Una decina di messaggi per dirle alla fine che mi attrae sempre di più. Frasi e discorsi ripetuti numerose volte. Me ne frego delle ripetizioni e lo ribadisco una volta in più perché questo è ciò che sento, è ciò che mi fa sentire Vivo, è ciò che provo.
A nemmeno dieci ore di distanza da questo inizio vacanza, dopo quella manciata di messaggi mi sveglio in questa stanza d’albergo a fissare il soffitto e a pensare ancora una volta: “Ma chi me lo fa fare? Perché continuo ad insistere con quel suo carattere così ottuso?”
Più passa il tempo e più mi convinco che la realtà spesso è così salata mentre i desideri maledettamente zuccherati. Vorrei conoscere qualche nozione in più e possedere l’abilità nell’applicare le giuste dosi ma soprattutto conoscere il segreto della sostanza legante di cui nessuno è ancora riuscito a darne il vero nome.
Bisogna saper scegliere, prendere una decisione, e detto da me che non conosco le mezze misure, è un’ardua impresa. I sentimenti non si dovrebbero mai obbligare!
Stamattina mi sono alzato dal letto istintivamente col piede sbagliato mandando a quel paese tutti e tutto a causa di una che, in conclusione, di me non frega proprio un bel niente.
Sono sceso a far colazione domandandomi se la vita di ognuno di noi e quel desiderio di una normale relazione, siano così complicate solo a me o lo siano per tutti. Probabilmente sarà la mia maledetta testardaggine che mi fa desiderare questa Luna irraggiungibile pur sapendo di non aver la navicella o la tuta adatta per conquistarla.
“Lei è troppo per me!”
Finita la colazione sono rimasto seduto ancora un po’ a curiosare il viavai degli ospiti intenti a farsi largo tra la macchina del caffè scassata e il buffet della frutta fresca. Mi domando se a casa loro mangino tutta sta roba ogni santa mattina! Una gara a chi finisce prima la ricca colazione perché la corsa per il miglior posto ombrellone è dietro l’angolo.
E le chiamano vacanze relax!
Sorridenti, sorprendentemente felici, costumi ed infradito sgargianti, cappelli e borse improbabili che vengono sfoggiati orgogliosamente distanti anni luce dalle frequentazioni abituali. Queste coppie le invidio!
Prima di alzarmi dal tavolo ho lanciato un ultimo sguardo a quello scambio di messaggi della sera prima. Ho riletto quello più criptico che mi ha portato a dire: “Stop! Non posso continuare così!”
Mi sono diretto in camera per prendere costume ed asciugamano.
Cos’altro posso aspettarmi da un comportamento del genere? Quando fa così mi spiazza ogni volta!
Non la capisco, ma giuro vorrei tanto.
Ho bisogno di una persona “libera” da pregiudizi prima di tutto; libera dai mille freni mentali; che sappia viversi il momento, l’occasione che si presenta, che frequenti chi vuole, che sia libera nelle sue giornate e nelle scelte della persone da frequentare ma che mi dica una volta per tutte tutto quello che pensa di me.
Questo senso di “stand-by” mi sta stretto.
Questa altalena di incognite mi fa impazzire più del desiderio che ho per lei.
E così, pensando troppo a Lei, mi rendo conto di aver perso troppo tempo ritrovandomi le “coppiette delle colazioni abbondanti” distese su tutti i lettini del consorzio. “Tutto esaurito” mi dicono. “Nemmeno un ombrellone libero!”
Oggi fa troppo caldo!
Con il telo in spalla me ne ritorno in camera e “Cominciamo bene!” penso “Dieci ore dall’inizio vacanza e niente spiaggia!”
Ha ragione lei: penso troppo!
Dannazione!
Oggi scrivo!

Andrea Agnoletto

 

 

 

 

 

 

 

 

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