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Così era Nina – racconto di Roberta Di Seclì

Cosi era Nina…bella come la primavera, profonda e silenziosa come l’ autunno.
Aveva un papà, una mamma e una nonna. Una dolce nonnina tutta bianca che piegata su stessa se ne stava l’intero giorno a borbottare e a lamentarsi di come “questo grande mondo tutto storto va…..!!”

Il papà invece era di poche parole anzi, a detto della mamma, parlava quando non doveva.
Con cappell e maglia di lana anche d’estate conversava con se stesso a bassa voce .
La mamma, piccola e grassa ma bella e buona come l’anguria mangiata in riva al mare, non si curava della vita attorno a lei e il suo compito principale era quello di cucinare per tutti ,anche per i vicini.
E poi c’era Nina che era una bambina speciale….era sempre e felicemente sola.

Giocava con le pietre, con le piante, con le formiche, con il sole prima che tramontasse e con l’aria che respirava. Giocava perfino con i suoi pensieri…
Nina a volte si riempiva di tristezza e aveva paura. Per strada correva guardandosi sempre dietro e c’erano giorni in cui il cuore le sembrava scoppiasse da un momento all’altro e le gambe erano così fragili e tremanti che non la tenevano in piedi. E quella tristezza e quella paura l’allontanavano dalla vita di tutti i giorni, dalla vita, come dire, normale.

Nina poteva stare anche giorni e giorni senza parlare….Nina odiava particolarmente la scuola, ma non lo diceva a nessuno. Di notte però dalla finestra della sua stretta camera, quando tutti erano a letto, guardava le stelle e pregava la più grande e vistosa tra queste di far scomparire nel nulla la scuola!!
I suoi silenzi, la sua meravigliosa timidezza, secondo la sua mamma, non venivano di certo compresi dagli insegnanti. I suoi voti erano sempre bassi, ma Nina poteva benissimo non curarsene se non fosse che la sua maestra dalla grande bocca non glielo ripetesse di continuo.

Nina sognava di avere un giorno una casa sull’albero e da lì scrutare la terra nei suoi cambiamenti, nel susseguirsi delle stagioni, dei colori e dei profumi. Quella casa sarebbe stato il suo rifugio perfetto, il suo posto segreto dove custodire i suoi tesori; la sua tana quando aveva voglia di andare in letargo.
Nina era una bambina speciale…poteva stare ore ed ore senza parlare.

Ma quella volta parlò ,quella volta a scuola lei parlò! I suoi compagni, quasi perfetti estranei chiacchieravano e giocavano fra loro e Nina disse:
“Mi chi-a-mo Ni-na,
ho una ca-sa sull’albero ,è il mio ri-fu-gio!
E da lì ho senti-to la voce di un gufo.”
I bambini e le bambine ,che fino ad allora non avevano mai sentito parlare Nina e non l’avevano mai guardata negli occhi, incuriositi si avvicinarono lentamente . Uno di loro le chiese: “ Cosa avrà mai detto uno stupido gufo? Da quando in qua i gufi parlano? Tu sei tutta pazza!!”
Nina si avvicinò, lo guardò attentamente negli occhi e fu lì che emanò un grande urlo ,un grande e forte urlo da “gufo” arrabbiato!
Il ragazzo indietreggiò, inciampò e scappò via per lo spavento.

Fu silenzio…
Un silenzio che durò poco, i bambini subito dopo scoppiarono in una sana risata!
Nina quella volta lì gli aveva proprio conquistati e forse, fino ad allora non ne aveva semplicemente avuto voglia.
Fine

Giocava con il suo stesso respiro
Giocava con le pietre, con i semi e con la terra
Poteva stare ore e ore senza parlare
Amava il silenzio
Amava la vita
A modo suo amava la vita, amava la vita.

 

Roberta Seclì

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