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Angeli & angeli – Racconto di Fabio Degan

Non so se vi capita mai di trovarvi alla finestra quando la
città schiaccia le sue luci nel grigiocenere del primo chiarore.

Quella mattina in compagnia della prima sigaretta mi ritrovai a
pensare che l’alba sembra una ragazza triste che spegne l’ultima
cicca infila i suoi jeans bleached e s’incammina mentre lo
spettacolo intorno riprende indifferente con brusìo di macchine e
sbadigli di serrande e la notte è come la piccola fiammiferaia
che ha finito il suo pacchetto d’illusioni e scivola nel sonno

Lei sta seduta sul muretto del ponte, a specchiarsi nel
fiume
Le grandi ali pendono appassite lungo le sue braccia.
Ieri notte è stato carnevale; lei è ancora vestita da angelo
bianco.
Il trucco le si è sbafato sugli occhi in lacrime nere
Potrebbe avere 15anni o 35 Il suo sguardo non cerca nessuna
direzione,nessun altro sguardo
Lì vicino c’è la stazione ferroviaria.Il traffico è già
ripreso,con uno stordente ronzìo
Un popolo di api metalliche si affretta in una costruzione
senza senso,le gambe che camminano rapide ritagliano un mosaico
assurdo di istantanee & discorsi spezzati

Angela,la chiameremo così,getta l’aspide-siringa che le ha
morso il braccio giù nel fiume sporco, & comincia a camminare
lungo il ponte
tra la gente che neanche la vede & passa
Segue un fiore strappato che va alla deriva nell’acqua in
mezzo alla schiuma dei detersivi i sacchetti di plastica vecchi
pneumatici bottiglie vuotoaperdere spaccate tvc accecati
Va strascicando le ali rotte ; qualcuno la urta o le passa
sopra il vestito troppo lungo Troppo lenta x un mercoledì
mattina in città Ognuno x le sue faccende Sembra
sappiano dove vanno e perché
L’ altoparlante della stazione annuncia che ” …il rapido
delle…è in partenza al binario tot…”; qualcuno si affretta x
non perderlo,le sfreccia accanto in una scìa di sudore &
aftershave

A che festa sarà stata ieri sera Fatta di musica soft &
18enni sognanti che ballano vicinivicini, o un furioso rave di
burattini impazziti una fabbrica fantasma di gesti ossessivamente
ripetuti & musica elettromeccanica, un chimico infernale paradiso
sembra un angelo del circo sceso dal trapezio vertiginoso
lei era lassù ,fra le stelle di cartone
& tutti erano così piccoli intorno & confusi
I suoi amici,se ne ha,adesso saranno a letto,o saranno
ectoplasmi di ultimesigarettealbar,occhiali da sole sul naso come
illusione portatile della notte
O in camera a fissare un muro
con le zanzare schiacciate dei pensieri,senza voglia di uscire a
comprarsi un futuro.

Va, Angela, come un’ombra nell’etere d’un canale fuori
sintonìa, sovrapposta ad un film che non è il suo
Va nel corteo del funerale bianco,la città una chiesa dove le
vetrate con i santi sono cartelloni di divi & modelle pubblicità
di jeans, & invece di accendere ceri si giocano schedine
Come il fiore nel fiume tra le immondizie.
Va & le sue ali si sporcano di quel giorno senzasenso,
strascicate fra i giornali le cicche i condom le
lattineaccartocciate

“Scusa”
Lui appare controsole,la sua voce è gentile
“Scusa…”
Porta un abito scuro,occhiali,cravatta,24ore.
Il viso non lo vediamo.
” Perché non ti togli quelle ali? Ti travolgono tutti,non
vedi…”
Angela lo guarda e non risponde.
E’ finita,la festa Non ne hai più bisogno…
Dai,toglile… Non sai usarle,no?
Cosa te ne fai…
Dimmi,cosa vuoi fare da grande?”
Angela si pulisce un po’ il trucco sbafato, e risponde
“Non so.Ballerina.Pittrice.Non so.”

Lui le sorride come si fa con i bambini,con benevolenza e
compassione
”Perché non le togli e cammini in mezzo agli altri?
Dai retta ai tuoi genitori.Ti vogliono bene, e ti aspettano a
casa,lo sai.Corri. Il tuo treno sta partendo.”
Adesso negli occhi di lei si affaccia una luce
“…come sai tutto questo di me?…Chi sei?…”
Lui le porge un biglietto da visita,con il gesto di un prete
che offre l’ostia
“Sono il tuo Angelo Custode.”
dice.
Il treno fischia,nalla stazione.
“E’ il tuo.Corri.”

Il sole adesso scintilla sulle lacrime e sul sorriso di Angela.
Le ali rotte volano nel fiume Si posano in un angolo d’ombra
sotto il parapetto,dove un ultimo mucchio di neve aspetta di
sciogliersi al sole.
Angela corre.Col cuore in gola,il fiato spezzato di risa e
singhiozzi
Corre,e prende il treno giusto in tempo
Poco dopo il vento le accarezza i capelli,dal finestrino,e le
asciuga il pianto.
Angela torna a casa.Va verso la sua vita.
L’angelo è rimasto a guardare, composto & sorridente.E’ andata.
Squilla il suo cellulare,con un suono d’alleluia
“Sì,capo….Ne ho convinta un’altra. E’ dei nostri. Una
promozione, x me? Grazie capo.”
Riattacca.Tira fuori una lista, & cancella un altro nome .
Con la 24ore piena d’anime, l’Angelo riprende il suo giro.

Non so che fine abbia fatto Angela, e dove sia adesso.
Somiglia a quella donna che cammina sul marciapiede con le buste
della spesa Senza guardare per terra. Senza guardarsi intorno.
Quella con l’acconciatura del parrucchiere qui all’angolo ,con
due figli da andare a riprendere a scuola,i consigli di classe da
seguire,un marito che non la guarda più vive in poltrona dietro
il giornale
Sì,le assomiglia proprio,ma non voglio pensarci.
Angela voglio ricordarla sempre come quella mattina,che sembrava
la piccola fiammiferaia che aveva stretto fra le dita ogni
istante aveva visto gli attimi della sua vita passare davanti ai
suoi occhi in una danza di fumo&meraviglia di abbracci
impossibili&addii di punti interrogativi svogliati&sbiaditi
Anche stamattina sto fumando alla finestra mentre sbatto le
briciole dei pensieri nascosti sotto il tappeto del sonno.
Qualche piccione scende a prenderle sul cornicione & se le porta
lassù

Ho fatto uno strano sogno.C’erano farfalle che morivano
incantate con le luci della notte intorno a cui avevano danzato
Altre che finivano a pendere dai radiatori cromati di macchine
veloci
Altre ancora,stranissimo,che tornavano bruchi, & s’infilavano
dentro una mela a mangiare, & mangiare.

Già chissà dove vanno a morire le farfalle che vivono solo x
l’amore & il sole & i fiori

Non so dove sia Angela ,adesso, ma la ricorderò sempre con
quelle sue ali da albatro.
Le ho raccolte io quelle ali,ci ho scritto sopra pagine &
pagine che volano fra le dita del vento
(perdute come angeli.)
come il fumo che mi sfiora, insieme al vago pensiero che non
seguirò mai i buoni consigli…

Fabio Degan

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