L’ultima volta che ci siamo visti è stata un caso, un po’ come quando ti ho incontrato per la prima volta, due eventi accomunati dall’impossibile prevedibilità della vita che ci accade, che vuole una risposta se non vuoi vederti rifiutare tutto il resto a causa di un mancato cenno, di un “io non sto qui ad aspettarti” che poi invece puntualmente accade e ti aspetti il mondo e poi è il mondo che finisce per non aspettare te.
Io non mi sentivo in ritardo col mondo quando, dopo due anni di esperienze interrotte sul nascere, ho deciso che era venuto il momento di provarmi, di sperimentare fin dove si possa credere di arrivare con le proprie forze irrazionali, con la benzina della passione ed il coraggio di un sogno passato ed imperfetto. Un evento è sempre intriso di piacevoli risvolti e di stravolgenti “the ends”, comunque di qualcosa che non ti aspetti o a cui ti imponi di non credere, ma quello deve succedere e tu devi agire reagendo.
<<Tieni, questo tienilo fino al mio ritorno, ce l’ho all’incirca da quando avevo dieci anni e da allora mi ha sempre tenuto compagnia, quando mi sento solo, insicuro, ma adesso sei tu ad averne bisogno certamente più di me, prendilo, così quando saprò di non poterti proteggere con la mia presenza, avrò la certezza che questo ti starà proteggendo, forse anche meglio di come potrei fare io. Sarei felice se lo tenessi tu, davvero.>>
<< Io vorrei ringraziarti e non accettare, ma non posso, non sapevo ne possedessi uno, questo sarà davvero l’unico mezzo che terrà unite le nostre vite: quando lo stringerò saprò che in un momento di sconforto tu hai fatto lo stesso e sarà come stringerti a me ogni volta che vorrò abbracciarti.>>
Poi mi ha avvolta in un abbraccio, la stretta che sale dallo stomaco come un singhiozzo mi faceva capire che avrebbero potuto non essercene più come quello, come quello che ha tutta l’aria di essere un addio che infondo è un arrivederci in qualche altro posto anche se lontano e senza un qualche tempo, in qualche altra forma di noi come quello che succede alla mente quando in un giorno qualunque stai scrivendo un pezzo al tuo pc e dalla finestra, appena aperta sul nuovo giorno, riconosci la vostra vecchia canzone provenire da chissà dove mentre senti una ragazza chiamare qualcuno con un nome conosciuto dai tuoi ricordi come il tuo vecchio primo amore… e all’improvviso ti ritrovi da qualche parte a rivivere quell’emozione col sapore della prima volta che ti è successa, a viverla dopo tutto quel tempo e sei lì, siete lì, assieme, in quella promessa:
<< Ciao, allora alla prossima! È stato davvero un piacere conoscerti. >>
<<Piacere mio!>>
L’incontro avvenne durante i giochi d’estate, un incontro vissuto per anni perché ogni arrivo ha il suo primo incontro, destinati a condurre vite parallele ed intrisi di un’adolescenza che mai finisce davvero e una volta per tutte, che ti lascia in bocca il gusto amaro della consapevolezza che tanto poi deve finire, perché niente è più normale di un cambiamento che spiega per bene le vele della tua vita, che si stropicceranno, che si strapperanno all’arrivo di un vento nuovo che immancabilmente cambierà tanto anche te. Il vento può anche trovare la finestra chiusa, sei tu che prima o poi ti ritroverai il vento dentro.
È davvero incredibile come può bastare un niente perché accada tutto ad un tratto, in un attimo, solo e senza tempo.
<< Questo film non mi piace, non ha lieto fine.>>
<< Non tutti i film hanno il lieto fine, possiamo cambiare film e guardarne uno che lo abbia.>>
<< Questo film somiglia alla nostra storia, ma non ha il lieto fine, anche noi potremmo, dunque, non avere un lieto fine.>>
<< Sì, il destino potrebbe non riservarci un lieto fine, ma a me piace pensare che non per forza debba esserci una fine anche se tutto finisce: ogni vita è una storia unica, io ho incontrato te, io ho un nome e le persone mi associano a te, io e loro sappiamo che ti ho incontrato e che tu hai fatto parte della mia vita e questo non finisce, è così e sarà sempre così, anche se non avremo mai il tempo di stare assieme, nella storia della vita si è sempre ed io ero con te.>>
<< Mi piace questo pensiero. Allora se un domani dovessimo non ritrovarci ancora una volta, pensa questo, voglio essere il protagonista della tua storia e l’unico bada bene!>>
<< Promesso!>>
Alzandomi dalla scrivania per andare a chiudere la finestra, deve essermi caduto dalla tasca il suo piccolo dono perché l’ho ritrovato subito ai piedi della sedia, lo raccolgo, chiudo la finestra e mi accorgo che la canzone era finita da un pezzo e la ragazza non c’era più, c’ero soltanto io col mio ricordo di te.
Anna Cassarà