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“Verrà un giorno”, la poesia di Jorge Carrera Andrade che canta la pace

Con “Verrà un giorno”, Jorge Carrera Andrade ci ha regalato versi di speranza e di pace, per immaginare un mondo senza guerre ed ingiustizie.

Verrà un giorno di Jorge Carrera Andrade è una poesia sempre attuale, che sembra interpretare le notizie di morte delle guerre. Prima in Ucraina e adesso in medio oriente dove è scoppiato il conflitto tra Israele e i palestinesi.

Le notizie diventano più gravi di minuto in minuto. Il numero di persone uccise e dei feriti aumenta di ora in ora.

Non dimentichiamo che i civili, i bambini, le donne, gli anziani sono costretti a convivere con le bombe. E come accaduto molti sono stati massacrati in nome della follia omicida.

 Verrà un giorno è il XIX canto di Hombre planetario, la sua opera lirica più importante. È stata pubblicata per la prima volta nel 1957 e due anni dopo è stata rielaborata, integrando le venti poesie che la compongono in un unico canto mozzafiato.

L’opera di Jorge Carrera Andrade registra la realtà totale del mondo: dall’esultante presenza fisica delle cose alle preoccupazioni sociali di un’epoca dominata da una crisi acuta e dall’angoscioso vuoto esistenziale dell’uomo contemporaneo.

L’originalità della sua visione poetica sta nella forza dello sforzo di trovare una mano salvifica di fronte all’angoscia e nel desiderio di ristabilire l’unione spezzata tra uomo e natura.

In questi momenti diventa sempre più importante diffondere messaggi di pace. Con Verrà un giorno”, Jorge Carrera Andrade ci ha regalato una meravigliosa poesia che tutti dovremmo poter leggere, per ricominciare a sperare in un mondo migliore. Leggiamola insieme.

Verrà un giorno di Jorge Carrera Andrade

Verrà un giorno più puro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo. Una nuova luce
avvolgerà tutte le cose.
Canteranno camminando gli uomini
liberi ormai dall’incubo
della morte violenta.
Il grano crescerà sui resti
delle armi distrutte;
e nessuno verserà più
il sangue del fratello.
Il mondo apparterrà alle fonti
e alle messi, che imporranno il loro impero
di abbondanza e freschezza senza confini.
I vecchi da soli, la domenica
con tranquillità
aspetteranno la morte,
la morte naturale, la fine del giorno,
paesaggio più bello dell’occidente.

Vendrá un día más puro que los otros, Jorge Carrera Andrade

Vendrá un día más puro que los otros:
estallará la paz sobre la tierra
como un sol de cristal. Un fulgor nuevo
envolverá las cosas.
Los hombres cantarán en los caminos,
libres ya de la muerte solapada.
El trigo crecerá sobre los restos
de las armas destruidas
y nadie verterá
la sangre de su hermano,
El mundo será entonces de las fuentes
y las espigas, que impondrán su imperio
de abundancia y frescura sin fronteras.
Los ancianos tan sólo, en el domingo
de su vida apacible,
esperarán la muerte,
la muerte natural, fin de jornada,
paisaje más hermoso que el poniente.

Versi di speranza e di pace

Lungo tutto il breve componimento, Jorge Carrera Andrade utilizza un solo tempo verbale: il futuro. È un futuro certo, che non ha esitazioni e che ci fa sentire più sicuri e leggeri mentre percorriamo i versi di questa poesia.

Le immagini sono forti, ricolme di luce. La pace, un giorno, “scoppierà” (v.2), scrive il poeta. Il verbo “scoppiare” viene qui utilizzato in un’occorrenza che si contrappone a quella cui siamo abituati: è la guerra, che di solito scoppia, non la pace.

La similitudine che accosta la pace al “sole di cristallo” (v.3) rivela poi quanto lo stile di Jorge Carrera Andrade sia ricco di stimoli sensoriali e di immagini evocatrici.

Nella parte centrale del componimento, il lessico positivo legato allo “scoppio” della pace si alterna a quello disforico legato alla guerra, come in una vera e propria lotta per la supremazia.

Gli uomini canteranno per le strade/ormai liberi dalla morte violenta (vv. 6-7), il frumento crescerà sui resti/delle armi distrutte (vv.8-9), nessuno verserà/il sangue del fratello (vv.10-11), come a dire che la pace, un giorno, trionferà sulla guerra e su tutto il male di cui è impregnato il mondo.

Gli ultimi tre versi, infine, raccontano un futuro fertile, ricco di vita e bellezza. Andrade inserisce, infatti, il simbolo della fonte e quello della spiga, che rimandano alla floridità.

Con “Verrà un giorno”, Jorge Carrera Andrade ci ha regalato dei versi magnifici in cui immergerci nei momenti di sconforto.

Sicuro, quasi perentorio, il poeta sembra voler infonderci non una semplice illusione, ma la speranza di un futuro realizzabile, splendido, in cui la traccia del male sparirà e lascerà il posto all’assoluta bellezza del mondo.

Jorge Carrera Andrade

Nato in Ecuador nel 1902, Jorge Carrera Andrade è stato uno scrittore, poeta e diplomatico sudamericano. Grazie alla sua professione, ha potuto viaggiare e visitare molti paesi del mondo.

Egli è stato infatti console in Perù, Francia, Giappone e Stati Uniti, e ambasciatore in Venezuela, Gran Bretagna, Francia, Nicaragua, Belgio e Paesi Bassi.

Sin da giovane, Carrera Andrade ha coltivato la passione per la poesia. Nel 1922 ha pubblicato la sua prima raccolta poetica, “El estanque inefable”, in cui il romanticismo e il simbolismo francese si mescolano al modernismo con dei risultati originalissimi. Le opere successive sono caratterizzate ancora di più dalla sperimentazione e dallo sguardo avanguardista.

Definito “indofuturista”, Jorge Carrera Andrade ha cercato di trovare una dimensione espressiva del tutto nuova, in cui spunti provenienti da culture diverse fra di loro si intrecciano con una visione personale dell’uomo e del mondo.

La poetica, fortemente dinamica ed evocativa, trova stimoli sempre nuovi grazie alle esperienze di vita dell’autore, che viaggiando conosce persone e mondi nuovi, e li tramuta in nuove opere da pubblicare. Oltre alle liriche, Carrera Andrade ha scritto diversi saggi, fra cui il più famoso è “La tierra sempre verde” (1955) ed un’autobiografia “El volcan y el colibri” (1970).

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