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Per le vittime del terremoto in Turchia e Siria, una toccante poesia di İlhan Berk

Lo sciame sismico che è iniziato con il violento terremoto della mattina del 6 febbraio ha stroncato le vite di migliaia di uomini, donne e bambini in Turchia e Siria. Per tutti loro condividiamo "Due pesci danvanti a Istanbul", una poesia in cui İlhan Berk canta l'amore per la sua terra.

Il mondo intero osserva attonito la tragedia – l’ennesima – che ha investito il Vicino Oriente in questi giorni. Il terremoto del 6 febbraio, così come il conseguente violento sciame sismico, ha sconquassato la terra di Turchia e Siria, devastando le vite e i sogni di decine di migliaia di persone.

Per tutti loro, oggi vogliamo condividere con voi una toccante poesia in cui İlhan Berk, padre della poesia Post-moderna in Turchia, canta l’amore per le sue origini affiancando al tema della terra amata quello della donna, e paragonando la sua natura a quella di “un pesce del Bosforo”, che “percorre il mondo palmo a palmo” avendo sempre come punto fermo l’amore per i luoghi che lo hanno visto nascere.

Il terremoto che ha devastato Turchia e Siria

In “Due pesci davanti a Istanbul”, İlhan Berk omaggia la sua terra d’origine, la Turchia. Lo fa utilizzando le strutture libere e le emozionanti figure del Post-modernismo, sfruttando metafore, analogie ed anafore che regalano a questi versi un’aura di armonia che scaccia ogni pensiero negativo. L’amore per la Turchia si sprigiona dal cuore di Berk e arriva dritto fino a noi, che lo assaporiamo in tutta la sua intensità.

Leggere “Due pesci davanti a Istanbul” oggi significa rivolgere i nostri pensieri ad una terra ridente che oggi è devastata dalle ferite e dalla sofferenza. Perché il terremoto che ha colpito Turchia e Siria ha causato migliaia di vittime – a cui forse nessuno darà mai un volto ed un nome -, ma ha anche distrutto la felicità ed i sogni della gente che abita questi luoghi, infreddolita, priva di un rifugio sicuro, impaurita.

“Due pesci davanti a Istanbul” di İlhan Berk

“Guardate il cielo che sovrasta Istanbul
Come gradualmente s’abbassa
Le case e la gente
Vuole osservarle più da vicino

Spunta il centomillesimo mattino del mondo
Alzatevi, alzatevi tutti, piante e animali
Io dico a voi che
Sono una cosa da vedere, i mattini del mondo

Questo cielo che batte sulle nostre acque, gli alberi
Chissà quante domande hanno acceso anche in te
Quante notti insonni ho passato pensando a questa terra
Io stesso

Una volta nel cielo passava una nuvola in corsa
Era chiarissimo, un bambino era venuto al mondo
Prima vide le nuvole sul Passaggio Hıristaki e ne gioì
Poi ci guardò e gli piacque da morire.

Ti chiedi se sei venuto dalle coste del Pacifico
Se sono queste le acque più pacifiche del mondo
Perché te ne stai così in silenzio
Dici che le cose sulla terra non vanno tanto bene?

Vieni, usciamo un po’ io e te,
Conoscerai mille cuori buoni, potrai aprirti
Lo sai da dove viene quest’inquietudine del mondo?
Non ci siamo stretti e conosciuti nemmeno un poco

Viva ancora mille anni questo fronte di Üsküdar
Cos’erano i capelli della ragazza che mi è passata davanti
Li avesse sciolti avrebbe inebriato l’aria
Finché avrò vita, io questa riva non la lascerò

Cos’è questo buio improvviso sul mare
Cos’è questa frenesia tra le platesse
Devo uscire e ripararmi in un punto più nascosto
Capisco che la pioggia cade sulla terra

Sono un pesce, fratelli miei umani, nel Bosforo
Percorro il mondo palmo a palmo
Ora il Capo di Buona Speranza, ora il Grande Oceano, ora Istanbul
Il mio compito: far gioire questa terra”.

İlhan Berk

İlhan Berk è uno dei poeti turchi più celebri di tutti i tempi. Nato il 18 novembre 1918 a Magnesia – nella Turchia occidentale – ha rappresentato uno dei punti fissi della poesia turca postmoderna. Da bambino è stato testimone del terribile Incendio di Magnesia, una delle tragedie originate dalla guerra greco-turca, conosciuta anche come “Campagna greca della guerra d’indipendenza turca”, iniziata nel maggio del 1919.

Da sempre interessato alle lettere, İlhan Berk si è laureato con una tesi in letteratura francese all’Università di Ankara, ed in seguito ha esercitato la professione di insegnante, prima di diventare editorialista e traduttore. Si è soprattutto occupato di tradurre poesia, specializzandosi nelle opere di Ezra Pound ed Arthur Rimbaud. Ha dedicato tutta la sua vita alla traduzione e alla poesia. İlhan Berk è morto il 28 agosto 2008 a Bodrum.

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