“Tu” (1929 – 1939) la poesia di Majakovskij sull’amore che abbatte le barriere

10 Luglio 2025

“Tu” di Vladimir Majakovskij è una poesia breve e folgorante, ma delicata come una carezza: scoprine il significato e a chi era dedicata.

“Tu” (1929 - 1939) la poesia di Majakovskij sull’amore che abbatte le barriere

“Tu” di Vladimir Majakovskij è una poesia breve e folgorante, una di quelle liriche che ti colpiscono come un pugno, ma che lasciano il segno come una carezza.

Vitale, giocosa, si fa beffe della maschilità tossica, di quegli uomini che gonfiano tanto il petto come galletti e poi si sciolgono come ghiaccioli al sole, quando sono di fronte alle loro donne — con tanta, tanta auto-ironia. O forse no, forse “Tu” nasconde anche qualcosa di più profondo…

“Tu” (1929 – 1939), poesia di Vladimir Majakovskij

Poi sei venuta tu,
e t’è bastata un’occhiata
per vedere
dietro quel ruggito,
dietro quella corporatura,
semplicemente un fanciullo.

L’hai preso,
hai tolto via il cuore
e, così,
ti ci sei messa a giocare,
come una bambina con la palla.

E tutte,
signore e fanciulle,
sono rimaste impalate
come davanti a un miracolo.

“Amare uno così?
Ma quello ti si avventa addosso!
Sarà una domatrice,
una che viene da un serraglio”!

Ma io, io esultavo.
Niente più
giogo!

Impazzito dalla gioia,
galoppavo,
saltavo come un indiano a nozze,
tanto allegro mi sentivo,
tanto leggero.

 

Vladimir Majakovskij, il poeta nella Rivoluzione

Per capire la forza di questa poesia, non si può dimenticare chi era Majakovskij, poeta della Rivoluzione Russa e voce del Futurismo sovietico: scriveva manifesti, slogan, versi dirompenti. Per lui, la poesia doveva servire il popolo, rompere la distanza tra arte e vita in un periodo in cui la Russia stava cambiando. Un militante attivo.

Tuttavia, era anche un uomo solo, fragile, assetato d’amore. La poesia “Tu” viene spesso interpretata come ispirata alla figura di Lili Brik , musa e grande amore tormentato del poeta.

Una donna non proprio per lui

Lili era già sposata, ma la loro relazione fu intensa e spesso dolorosa, segnata da passione, gelosia, momenti di esaltazione e abbandono. In “ Tu” Majakovskij sembra parlare proprio di lei, o comunque di una donna che ha saputo vederlo per ciò che era: oltre l’immagine pubblica, oltre il ruolo politico e artistico.

In un mondo fatto di parole gridate e simboli politici, “Tu” diventa la sola cosa vera. La sola capace di liberarlo dal giogo dell’ideologia e restituirgli il corpo e il cuore.

Una poesia che svela l’uomo

“Tu” non è solo una poesia d’amore. È un documento umano, il momento in cui un artista abituato a gridare si mette a nudo e sussurra. È la confessione di chi ha bisogno di essere visto, riconosciuto, accolto per ciò che è davvero.

La prima volta che la si legge, si resta spiazzati: un uomo possente, impetuoso, abituato a mostrarsi con ruggiti e orgoglio, si lascia guardare dentro. E quel che si scopre è un “fanciullo”, nascosto sotto strati di forza apparente — per dirla alla Shrek, Majakovskij è come una cipolla.

“Tu” è un gesto di disarmo, un momento in cui il poeta futurista, il rivoluzionario infiammato, si lascia sorprendere da qualcosa di più grande e più intimo: l’amore. In un’epoca in cui l’uomo nuovo sovietico doveva essere duro, razionale, votato al collettivo, “Tu” rappresenta un gesto controcorrente, u na dichiarazione di individualità, di bisogno, di umanità.

Poche parole, immagini semplici, eppure dentro c’è tutto: un cuore, un passato, un’intera visione del mondo che si incrina.

Vladimir Majakovskij, un poeta che andrebbe riscoperto

“Tu” è una poesia adatta tanto al periodo della Rivoluzione quanto al 2025, che sta riscoprendo l’importanza dell’“io” al di là delle apparenze standardizzate e che costantemente richiede appoggio e sensibilità attraverso diversi tipi di appelli.

Vladimir Majakovskij, con la sua poetica, arriva dritto al punto e stimola il pensiero maschile: non c’è bisogno di mostrarsi guerrieri ruggenti per essere visti dalla donna dei sogni, se dentro si è fanciulli.

Se una donna saprà andare oltre il primo, il secondo, anche il terzo strato della cipolla di Shrek per scoprire quanta dolcezza nasconde il ruggito di un guerrieri, tanto vale che questo smetta di ruggire. Gli altri — le altre — non si allontaneranno più, non si spaventeranno, e anche l’“io” maschile si curerà dalla solitudine.

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