Tramonto di Antonia Pozzi è una poesia che gela letteralmente l’anima, facendo piombare la speranza nell’assoluta disillusione. Ma, ciò che reca maggiore pathos alla poesia è l’assoluta accettazione, ovvero la presa di coscienza che quando arriva il buio nel nostro cuore tutto appare immutabile.
Tramonto fu scritta il 10 gennaio 1933 e fa parte della raccolta di poesie Parole di Antonia Pozzi, pubblicata per la prima volta da Mondadori nel 1939.
Ma leggiamo questa intensa poesia di Antonia Pozzi per immergerci nell’atmosfera dell’inverno e coglierne il significato.
Tramonto di Antonia Pozzi
Fili neri di pioppi –
fili neri di nubi
sul cielo rosso –
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascono le primule –
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri –
la nebbia addormenta i fossati –
un lento pallore devasta
i colori del cielo – Scende la notte –
nessun fiore è nato –
è inverno – anima –
è inverno.S. Martino – Milano, 10 gennaio 1933
Il freddo arriva e cambia il paesaggio
Tramonto è una poesia di Antonia Pozzi che rivela una sorta di meditazione poetica tra speranza e disillusione. Nella poesia emerge l’illusione dell’arrivo della primavera, ma il ghiaccio e la nebbia dissolvono ogni forma di qualsiasi senso di vita, rendendo palese l’accettazione di una condizione immutabile, simboleggiata dall’inverno.
In questa poesia Antonia Pozzi fa una dettagliata descrizione della stagione più fredda dell’anno. Osservando il paesaggio la poetessa descrive come il freddo e il gelo cambino ciò che ci circonda e come, il momentaneo sciogliersi della neve, ci inganni sul possibile avvicinamento della primavera, che per definizione è collegata simbolicamente alla rinascita.
La descrizione del paesaggio invernale, con “i fili neri dei pioppi e delle nubi, il cielo rosso, e l’erba chiara che annuncia la primavera”, riflette una pregressa tensione interiore. Da un lato, c’è l’illusione che qualcosa stia cambiando, la natura sembra suggerire il risveglio della vita).
La seconda parte della poesia rivela invece la realtà delle cose. Il gelo che colora la terra di un azzurro chiarissimo e la nebbia bassa che avvolge tutto, fino ad arrivare ad osservare il pallore glaciale del cielo, il cui colore frizzante viene devastato da questa fredda sfumatura.
È evidente che la speranza è disattesa, il desiderio che possa cambiare qualcosa lascia spazio alla presa di coscienza che purtroppo non sarà così.
Ed ecco l’inverno che investe il mondo e l’anima. C’è un percorso preciso però nel componimento, una salita verso l’alto, dalla terra al cielo.L’inverno diventa simbolo di una condizione di immobilità, di freddo e di vuoto interiore. L’anima, come la natura, è in attesa della primavera, ma non riesce a sottrarsi alla consapevolezza che “è inverno”. Questa ripetizione finale suggella un’accettazione dolorosa di una realtà stagnante e gelida.
La poesia fu scritta da Antonia Pozzi nel 1933, mentre era in vacanza a San martino di Castrozza e coincide con l’anno in cui la poetessa milanese è costretta a rompere la propria relazione con Antonio M. Cervi, docente di latino e greco della Pozzi tra il 1927 e il 1928, per la forte opposizione della famiglia Pozzi.
Tramonto fonda le sue caratteristiche sulla poetica di Antonia Pozzi che i distingue per la profondità emotiva, la fusione tra natura e introspezione, e una costante tensione verso la bellezza, anche nei momenti più oscuri. La sua scrittura, che affonda le radici nella lirica novecentesca, è un’esplorazione della fragilità umana, del dolore esistenziale e della ricerca di senso.
La natura è un tema centrale nella poesia di Antonia Pozzi. I paesaggi che descrive sono proiezioni del suo mondo interiore. Attraverso la natura, la poetessa esprime emozioni, stati d’animo e riflessioni esistenziali. Come abbiamo visto nella poesia, traccia ogni piccolo riferimento naturale come se dipingesse un quadro, ma lo fa con le parole.
Emerge ancora la malinconia e la solitudine come condizione esistenziale. Si avverte un desiderio di amore fortemente insoddisfatto.