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“Tramonto” (1916) di Giuseppe Ungaretti poesia sul desiderio di pace e amore

Scopri la magia dei versi di "Tramonto", la poesia di Giuseppe Ungaretti che dedichiamo a tutti coloro che vivono l'aridità della vita.

Tramonto di Giuseppe Ungaretti è un magico capolavoro poetico di 3 semplici versi di infinito significato. La poesia celebra la voglia di tutti coloro che sono alla ricerca di evasione dalla tragedie terrene, di coloro che desiderano un momento di amore e di pace.

La vita riserva molte sofferenze, in molte zone del mondo si vive la barbarie. Pensiamo alle guerre, a coloro che affrontano la migrazione, a coloro che soffrono per la malattia, a chi non trova pace per mancanza di amore e alla moltitudine di esseri umani costretti a subire lo straziante “mal di vivere”.

C’è tanto bisogno di “Tramonto” in questa Terra, c’è tanto bisogno di poter trovare un’oasi dove potere ristorarsi e salvarsi. La vita sta diventando sempre più arida c’è bisogno di emozioni, sentimenti positivi, amore.

Tramonto fa parte della sezione de Il porto sepolto, pubblicata nella raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti L’allegria (Vallecchi, 1919).

Ma, leggiamo la poesia di Giuseppe Ungaretti, per poterne comprendere il significato.

Tramonto di Giuseppe Ungaretti

Versa il 20 maggio 1916

Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore

Il Significato della poesia

Il tramonto è il momento del giorno che ha stimolato la creatività, la fantasia, l’ispirazione di innumerevoli artisti. Tra questi Giuseppe Ungaretti che dedica a questa magico momento una poesia di sole tre righe, nello stile unico del grande poeta italiano.

Ma, Tramonto di Ungaretti, rappresenta una grande metafora della vita, ovvero la voglia di trovare amore, pace, serenità, salvezza.

Per capire il significato della poesia bisogna fare riferimento al momento in cui il poeta la scrisse. 

Siamo a Versa, una frazione del comune di Romans d’Isonzo in provincia di Gorizia. È il 20 maggio 1916, Ungaretti è un soldato che partecipa alla Prima Guerra Mondiale, combatte per l’indipendenza dell’Italia.

Il cielo il riflesso della nostra immagine che vuole evadere

Al calar del sole, mentre guarda il cielo il poeta viene conquistato dall’attimo che sta vivendo. Il colore del cielo si fa rosa  il viso di una persona. Il cielo diventa come uno specchio, l’immagine stessa di Ungaretti prende forma e diventa un riflesso di sé stesso. 

Quel cielo al tramonto diventa un territorio dove potersi “incarnare” e il “nomade d’amore” può finalmente trovare la tanto desiderata “Oasi”

Il cielo si trasforma in uno spazio definito in cui poter evadere da ciò che il poeta sta vivendo. “Sveglia l’oasi”, dice nel secondo verso Ungaretti. 

In un certo senso ed è questa l’immagine sublime della poesia è l’oasi che sveglia il nomade d’amore.

Ovvero quell’immagine riflessa permette di risvegliare tutte quelle emozioni, quei sentimenti, quelle emozioni che la guerra purtroppo aveva “addormentato”.

Quanta bellezza c’è in queste figure retoriche che ciò donano il pensiero del poeta che prende forma in un istante. 

Come per incanto Giuseppe Ungaretti rivive tutti quei sentimenti che sembravano perduti. Questi gli permettono in un’istante di poter trovare serenità, pace, ristoro. 

La metafora del deserto prende forma e l’oasi è il luogo in cui potersi “salvare”, “riposare”, tornare ad “amare”.

L’immagine deriva dai ricordi d’infanzia del poeta, nato ad Alessandria D’Egitto nel 1888 e rimasto in quel paese fino al 1912, quando si trasferì a Parigi. 

In molte poesie quei luoghi ritornano a vivere e diventano emozioni da condividere. 

Oggi sono tanti i “nomadi d’amore” che attendono la loro “oasi”

Se ci pensiamo oggi il mondo è pieno di “nomadi d’amore” che vorrebbero essere destati dall'”Oasi”.

Non pensiamo solo alle guerre che purtroppo stanno desertificando la vita e l’anima di milioni di persone. 

Pensiamo anche a chi nella vita di tutti i giorni è costretto a vivere la malattia, la povertà, il malessere esistenziale, la migrazione. 

Sono tantissimi i “nomadi d’amore” che meriterebbero ci potersi riflettere e incarnare in un “Tramonto” che non sia solo visione ma che si materializzi diventando realtà.

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