È una poesia che ha un significato letterale e uno figurato. Parte dal racconto di un’importante vicenda storica per poi diventare un inno al coraggio, alla difesa dei propri ideali. Si intitola “Termopili” ed è una delle poesie più belle di Konstantinos Kavafis.
“Termopili” di Konstantinos Kavafis
Onore a quelli che nella loro vita
decisero di presidiare le Termopili.
Mai mancando al dovere:
giusti e retti in tutte le loro azioni,
ma con pietà, e con misericordia:
valorosi se ricchi, e se poveri
non certo meno arditi,
danno il loro contributo, per quel che possono:
dicendo sempre il vero, senza odio
nei confronti dei mentitori.E ancora più onore gli è dovuto
se prevedono (e molti lo prevedono)
che alla fine arriverà Efialte
e i persiani, alla fine, passeranno.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Termopili” di Konstantinos Kavafis
“Termopili” è stata composta da Kavafis nel 1903. Scritta in endecasillabi sciolti, suona quasi come una tragedia, un poema che narra la grande disfatta di un popolo, simbolo di altre disfatte, più astratte. La traduzione che abbiamo letto è curata da Andrea Di Gregorio, ed è consultabile nel volume “Kavafis. Tutte le poesie” edito da Garzanti nel 2017 che raccoglie l’opera omnia del poeta greco con commenti e note a piè di pagina.
L’episodio storico dietro al testo
Partiamo dal retroscena storico che fa da sfondo alla poesia di Kavafis. La battaglia delle Termopili si svolse nel 480 a.C., durante la seconda guerra persiana.
Il re spartano Leonida e trecento dei suoi uomini affrontarono l’enorme esercito di Serse in un passo montano stretto, cercando di rallentare l’avanzata persiana. Nonostante la loro straordinaria resistenza, furono infine sopraffatti grazie al tradimento di Efialte, che rivelò ai Persiani un passaggio segreto per aggirare i Greci.
Questo scontro divenne simbolo di sacrificio estremo e dedizione a un ideale, incarnando il valore dell’onore al di là della vittoria materiale.
Lo stile e i temi
Lo stile di Kavafis si distingue per la sua essenzialità e la capacità di evocare significati profondi con parole semplici.
Nella poesia “Termopili” il tono è solenne, quasi epico, ma non retorico: l’autore non celebra l’eroismo in modo enfatico, bensì con una compostezza sobria e consapevole.
I versi sono brevi, le immagini nitide e la sintassi lineare, caratteristiche che conferiscono una forza pacata alla poesia. La scelta di un lessico chiaro, privo di orpelli, amplifica la gravità e la dignità del messaggio.
La tematica dell’onore e della fermezza morale, tanto cara a Kavafis, si intreccia con il senso della sconfitta inevitabile, altro elemento ricorrente nella sua opera.
Il coraggio di difendere ciò in cui si crede
In senso figurato, la poesia di Kavafis invita a riflettere sul significato del coraggio e della rettitudine nella vita quotidiana.
Le “Termopili” non sono solo un luogo storico, ma un simbolo della resistenza interiore di chi sceglie di restare fedele ai propri principi, anche sapendo che la sconfitta è inevitabile. L’autore onora coloro che si impegnano con integrità, senza cercare ricompense o successi esteriori, ma semplicemente perché lo ritengono giusto.
La loro grandezza non dipende dalla posizione sociale né dalle possibilità materiali, bensì dalla coerenza e dalla dignità con cui affrontano la vita. La figura di Efialte, il traditore, rappresenta le forze avverse che inevitabilmente si incontrano lungo il cammino: il fallimento, la delusione, il tradimento stesso.
Tuttavia, la poesia non lascia spazio alla disperazione: chi accetta il proprio dovere con lucidità, anche nella consapevolezza di una fine amara, merita il più alto onore.
Kavafis ci ricorda così che il vero eroismo non si misura con la vittoria, ma con la capacità di restare fedeli a se stessi fino all’ultimo.