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Taras Shevchenko, l’intellettuale che sognava la libertà dell’Ucraina

Taras Shevchenko è il pilastro della cultura e della letteratura ucraina. È stato un prolifico poeta, scrittore, traduttore e pittore. La sua opera ha forgiato le coscienze di generazioni di ucraini.

Leggendo la sua poesia più celebre, “Testamento”, comprendiamo immediatamente la portata del messaggio trasmesso da Taras Shevchenko, e scopriamo tutto l’amore che l’intellettuale ha riservato alla sua terra, l’Ucraina.

“Testamento”

Quando morrò seppellitemi
Sull’alta collina
Nella nostra steppa
Della bella Ucraina
Che si vedano i campi
E il Dniepr stizzito
Che si oda dal fiume
Al mare azzurro
L’inimico sangue
Cattivo, impuro
Allor, lascerò la terra,
salirò al Dio
per pregare…ma intanto
non conosco Dio.
Seppellite, insorgete,
le catene spezzate,
con l’inimico sangue
libertà spruzzate,
e nella grande famiglia
nuova, liberata,
non obliate ricordar di me
con parola grata.

Shevchenko e l’Ucraina

Shevchenko viene ricordato come un poeta popolare. Questo concetto non riguarda questioni di stile, lessico o tecnica poetica.
Nel caso di Shevchenko, popolare è sinonimo di grande, nazionale, patriottico. La produzione di Taras Shevchenko tocca infatti diverse tematiche, ma ruota sempre attorno ad un punto fermo: l’Ucraina. La terra natia è amata, venerata, desiderata come in “Testamento”, dove l’uomo implora di poter essere seppellito nella “bella Ucraina” (v.4), e auspica che un giorno essa diventi un luogo libero abitato da cittadini altrettanto liberi.

Tutti i prodotti letterari dell’intellettuale mettono in luce il rapporto controverso che lega l’Ucraina alla Russia e il desiderio di un paese privo di condizionamenti esterni. Secondo Shevchenko, l’influenza dell’Impero Russo ha infatti contribuito all’indebolimento della società ucraina e mal si accompagna all’immagine di una terra moderna e autonoma. Egli crede fortemente nel progetto di un’Ucraina nuova, rinata tanto dal punto di vista culturale quanto da quello politico.

Perciò, non è un caso che la figura di Taras Shevchenko sia da sempre celebrata dall’intero popolo ucraino. L’artista, in vita più famoso come pittore che come poeta, esemplifica la forza d’animo del popolo cui è appartenuto. Orgoglioso dei suoi natali ucraini, Shevchenko non si è mai arreso: nato in una famiglia di servi della gleba, ha lottato per affermarsi come intellettuale; imprigionato ed esiliato per aver criticato l’Impero, non ha cessato di scrivere e di portare avanti l’idea di un paese libero e indipendente dalla Russia; vittima di grandi ingiustizie, si è battuto con coraggio contro di esse.

Le analogie con il popolo ucraino di oggi sono tante, nell’orgoglio, nella tenacia e nell’amore per la patria. Basti pensare a come gli abitanti delle città assediate dall’esercito russo stiano resistendo agli attacchi, tentando di difendere la loro terra e i loro cari ad ogni costo, o a come i padri di famiglia stiano facendo uscire dal paese mogli e figli mentre loro decidono di rimanere per contribuire in qualche modo alla lotta e al sostentamento di chi è rimasto. Taras Shevchenko, che chiede di essere ricordato quando un giorno la sua terra sarà libera, era un uomo coraggioso e combattivo, come lo sono gli ucraini e le ucraine che stanno vivendo la tragedia della guerra in questi giorni.

“Seppellite, insorgete,/le catene spezzate,/con l’inimico sangue/libertà spruzzate,/e nella grande famiglia/nuova, liberata,/non obliate ricordar di me/con parola grata”.

 

 

Photo: Telegraf 

 

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