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Una toccante poesia di Szymborska che racconta l’amore fraterno

Domani ricorre la giornata dei fratelli. Per l'occasione, scopriamo insieme una delicata poesia in cui Wisława Szymborska racconta il suo legame con la sorella. Una dichiarazione d'amore per la donna e per le piccole cose della vita.

In occasione della Giornata dei fratelli, che in Europa si festeggia il 31 maggio, vogliamo farvi scoprire una toccante e delicata poesia di Wisława Szymborska dedicata alla sorella.

Un’ode fuori dal comune

La bellezza e la particolarità di questa poesia risiedono nel modo in cui Szymborska racconta il legame con la sorella. I versi si sviluppano, infatti, attorno ad una figura che appare molto diversa da quella della poetessa. Due donne che non si somigliano, così come non si somigliano le loro vite.

Wisława scrive poesie, vive in un mondo dove non ci sono certezze, in cui spesso regnano i “secondi fini”, e dove non c’è molto spazio per il silenzio. Soprattutto dopo l’ottenimento del Nobel, infatti, l’autrice comincia a vivere sotto i riflettori, continuamente osservata, ricercata, inseguita dalla fama e dal suo vociare convulso. Gli attimi di silenzio e di pace, tanto amati, si fanno più rari. I rapporti diventano meno sinceri.

Una delle poche certezze che rimangono è la sorella, sempre sicura, avvinghiata alla sua esistenza fatta delle piccole cose che Wisława adora e di cui ci racconta anche in questi versi: le minestre prive di “secondi fini”, il caffè, le chiacchierate… E soprattutto la certezza di tornare sempre fra le braccia di un porto sicuro, quelle dell’adorata, diversa, sorella.

“In lode di mia sorella” di Wisława Szymborska

Mia sorella non scrive poesie,
né penso che si metterà a scrivere poesie.
Ha preso dalla madre, che non scriveva poesie,
e dal padre, che anche lui non scriveva poesie.
Sotto il tetto di mia sorella mi sento sicura:
suo marito mai e poi mai scriverebbe poesie.
E anche se tutto ciò suona ripetitivo come una litania,
nessuno dei miei parenti scrive poesie.

Nei suoi cassetti non ci sono vecchie poesie,
né ce n’è di recenti nella sua borsetta.
E quando mia sorella mi invita a pranzo,
so che non ha intenzione di leggermi poesie.
Fa minestre squisite senza secondi fini,
e il suo caffè non si rovescia su manoscritti.

In molte famiglie nessuno scrive poesie,
ma se accade – è raro che sia uno solo.
A volte la poesia scende a cascate per generazioni,
creando gorghi pericolosi nel mutuo sentire.

Mia sorella pratica una discreta prosa orale,
e tutta la sua opera scritta consiste in cartoline
il cui testo promette la stessa cosa ogni anno:
che al ritorno delle vacanze
tutto quanto
tutto
racconterà.

Wisława Szymborska

Wisława Szymborska è la più celebre poetessa polacca mai esistita. Tra le più amate e apprezzate dal grande pubblico, le sue raccolte hanno raggiunto numeri di vendita incredibili, pari ai più importanti autori di prosa, nonostante Szymborska abbia più volte ironizzato sul fatto che la poesia piace a non più di due lettori su mille.

Nata il 2 luglio del 1923 in una piccola città della Polonia occidentale di nome Kornik, Wisława Szymborska è cresciuta a Cracovia, dove ha studiato Lettere e Sociologia.

Abbandonati gli studi per via dei problemi economici della famiglia, ha iniziato a lavorare nelle ferrovie. Grazie a questo lavoro, è riuscita a scampare alla deportazione tedesca della Seconda Guerra Mondiale. Szymborska ha poi lavorato come segretaria per una rivista di didattica e, allo stesso tempo, come illustratrice di libri. Molto attiva nella vita culturale della città, ha collaborato nel dopoguerra alla rivista “Walka” (Lotta).

Le poesie di Wisława Szymborska sono state pubblicate su varie riviste prima di essere racchiuse in vere raccolte poetiche. Il primo componimento, “Cerco una parola”, è uscito nel marzo 1945 sul quotidiano Dziennik Polski.

Dopo la pubblicazione delle sue prime raccolte, l’autrice ha ottenuto incarichi di redattrice in diverse riviste polacche. La terza raccolta poetica, “Appello allo Yeti” ha consacrato Szymborska al grande pubblico e alla critica. In seguito a numerosi premi e riconoscimenti, ottenuti tanto in Polonia quanto all’estero, è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996.

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