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“Stringiti a me” (1900), la poesia di Gabriele D’Annunzio sull’amore autentico

La fiducia, il senso di sicurezza, la sincerità. “Stringiti a me” di Gabriele D’Annunzio è un inno all’amore vero, positivo e maturo.

Quando sai di poterti fidare ciecamente; quando tutto va a rotoli ma senti di essere in un porto sicuro, di poterti rifugiare in un abbraccio; quando la luce esterna si spegne, ma riesci a orientarti grazie alla luce emanata dal cuore. “Stringiti a me”, la poesia di Gabriele D’Annunzio contenuta nel romanzo “Il fuoco“, racconta di questo tipo di amore incrollabile.

La poesia celebra la forza di un sentimento vero, autentico, capace di ogni cosa. Questi versi di D’Annunzio furono scritti dal Vate per la sua amante, al fine di convincerla a non tenersi dentro la sofferenza della sua condizione e a viversi la loro storia. Scopriamo il testo e il significato della poesia.

“Stringiti a me” di Gabriele D’Annunzio

Stringiti a me,
abbandonati a me,
sicura.
Io non ti mancherò
e tu non mi mancherai.

Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile.

Non ti chiudere a me,
non soffrire sola,
non nascondermi il tuo tormento!

Parlami,
quando il cuore
ti si gonfia di pena.

Lasciami sperare
che io potrei consolarti.
Nulla sia taciuto fra noi
e nulla sia celato.

Oso ricordarti un patto
che tu medesima hai posto.

Parlami
e ti risponderò
sempre senza mentire.

Lascia che io ti aiuti,
poiché da te
mi viene tanto bene!

La verità segreta degli innamorati

Con “Stringiti a me”, Gabriele D’Annunzio si rivolge direttamente alla donna amata. Gli imperativi che costellano il componimento lo rendono incisivo, potente, in grado di creare immagini e visioni. Tratta da “Il fuoco”, “Stringiti a me” è una poesia con cui l’autore invita la sua compagna ad avvicinarsi senza riserve, a fidarsi, ad aprirsi.

Perché non c’è amore vero senza la sincerità e la sicurezza. L’immagine attraverso cui D’Annunzio ricrea l’idea di un amore autentico e coinvolgente è quella dell’abbraccio iniziale. È come se, stringendosi l’uno all’altra, gli innamorati si fondessero in un solo essere, sereno anche durante le tempeste perché consapevole di essere forte e, soprattutto, protetto:

“Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile”.

“Stringiti a me” è un inno all’amore vero e all’affidarsi all’altro alla ricerca di quell’equilibrio che sa un po’ di verità segreta e che costituisce la chiave di un amore sano, maturo e consapevole:

“Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile”.

Il sostegno incondizionato alla persona amata

Questi versi di Gabriele D’Annunzio rappresentano un inno all’amore autentico inteso come un percorso da fare insieme senza barriere ed ostacoli. “Stringiti a me” è più di una dichiarazione d’amore: rappresenta una promessa tra due amanti di liberarsi da maschere e finzioni, un invito ad essere se stessi ed accettare la persona amata, con le sue fragilità e debolezze.

Solo così il rapporto d’amore potrà essere puro e duraturo, soltanto essendo trasparenti e sinceri verso l’altro si potrà raggiungere il senso più alto dell’amore, quello capace di rendere due persone un’unica entità, unita e indivisibile.

Gabriele D’Annunzio

Gabriele D’Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo del 1863. È stato un influente scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista, militare nonché uomo politico del Novecento.

Legato agli eventi della Prima Guerra Mondiale e simbolo del Decadentismo, Gabriele D’Annunzio è stato insignito nel 1924 del titolo di Principe di Montenevoso da Re Vittorio Emanuele III.

La produzione letteraria di Gabriele D’Annunzio ha costituito una pietra miliare della cultura di massa in Italia: le opere dell’autore hanno profondamente influenzato gli usi e i costumi dell’Italia del Novecento, tanto che più tardi, questo periodo della storia italiana è stato definito “Dannunzianesimo”.

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