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“Strane voci”, la disillusione post bellica nella poesia di Jacques Prevel

Il 27 maggio 1951 ci lasciava, all’età di 36 anni, il poeta francese Jacques Prevel. Lo ricordiamo condividendo “Strane voci”, una poesia in cui l’autore riversa tutta la sua amarezza e disillusione.

Era il 27 maggio 1951 quando, dopo una lunga sofferenza causata dalla tubercolosi, il poeta francese Jacques Prevel si spegneva in un sanatorio a Sainte-Feyre.

Di lui e della sua voce disillusa dall’orrore della guerra e dall’indifferenza degli esseri umani, ci rimangono poesie folgoranti, che colpiscono per l’impressionante lucidità e per la grande sensibilità che traspaiono dai versi.

In occasione dell’anniversario della scomparsa di Jacques Prevel, condividiamo con voi “Strane voci”, un componimento tratto dalla raccolta “Poèmes mortels” – in traduzione italiana “Poemi mortali” – pubblicata nel 1945. Nella poesia, che proponiamo in traduzione italiana e in versione originale, è possibile ritrovare tutte le caratteristiche fondamentali della produzione di Jacques Prevel, assimilabile ai Poetès maudits più celebri per la forza creatrice che riversa nelle sue opere, per l’ambientazione urbana, per i sentimenti di disillusione e malinconia e per la condotta sregolata.

In particolare, “Strane voci” si configura come un componimento dedicato al periodo post-bellico, in cui si progettano sfavillanti ricostruzioni e senza pensare, tuttavia, alla necessità di “ristrutturare” le menti e i cuori degli uomini, artefici di distruzione e morte.
Bellissima la conclusione di “Strane voci”, in cui Jacques Prevel indica la via da seguire per giungere ad un futuro di pace:

“Bisognerà lavorare fino alla fine dei tempi
Bisognerà ritrovare il Gesto e la Parola”

Strane voci di Jacques Prevel

Strane voci
Che parlano della fine di un tempo che muore
Abbiamo spogliato i ciechi del mantello
Non è più sulla terra, non è più nel cielo
È in noi che questo mondo è morto.
Un grosso rumore
E le stelle schiantate sono disperse
Da questa morte tra due vite.

Esplosione del diluvio
Desideri nati-morti che si uccidono fra loro
Vecchie speranze all’ombra di chimere
Cattedrali dimenticate, cattedrali abbattute
Cervelli vuoti di sostanza
Costruzione dello spirito in rovina
Ricaduta dei vecchi giorni
Corpi afferrati con due braccia e lanciati nel vuoto
Coppa di sangue ai commensali bevuta fino alla feccia
E valzer stravagante d’un fuoco mai spento.

Le tradizioni perdute
E gli anelli magici degli spiriti e dei morti
I grandi cerchi brillanti, i demoni animati.

Bisognerà lavorare fino alla fine dei tempi
Bisognerà ritrovare il Gesto e la Parola.

D’étranges rumeurs

D’étranges rumeurs
Qui parlent de la fin d’un temps qui meurt
Nous avons dépouillé le manteau des aveugles
Ce n’est plus sur la terre, ce n’est plus dans le ciel
C’est en nous que ce monde est mort.
Un grand bruit
Et les étoiles fracassées s’éparpillent
De cette mort entre deux vies.

Explosion du déluge
Désirs mort-nés qui s’entre-tuent
Anciens espoirs à l’ombre des chimères
Cathédrales oubliées, cathédrales abattues
Cerveaux vidés de substance
Construction de l’esprit en ruine
Retombement des anciens jours
Corps saisis à pleins bras et lancés dans le vide
Coupe de sang aux convives et bue jusqu’à la coupe
Et valse extravagante d’un feu jamais éteint.

Les traditions perdues
Et les anneaux magiques des esprits et des morts
Les grands cercles brillants, les démons animés.

Il faudra travailler jusqu’à la fin des temps
Il faudra retrouver le Geste et la Parole.

Jacques Prevel

Jacques Prevel nasce a Bolbec, un piccolo comune situato in Normandia, il 21 luglio 1915. Cresce appassionandosi alle lettere e alla poesia. Della sua vita non sappiamo molto fino al periodo dell’Occupazione, quando il poeta si trasferisce a Parigi e trova dimora nel vivace quartiere di Saint-Germain-des-Prés, nel 6° arrondissement.

A Parigi, Jacque Prevel rinuncia a tutto per la scrittura, piombando nella miseria e nell’isolamento; l’uomo viene persino internato in una casa psichiatrica per 9 anni. Poiché nessun editore è disposto ad investire su di lui, Prevel pubblica a sue spese le tre raccolte poetiche, “Poèmes mortels” (1945), “Poèmes pour toute mémoire” (1947) et “De colère et de haine” (1950).

Ma Jacques Prevel è soprattutto conosciuto per essere stato un amico intimo di Antonin Artaud, incontrato per la prima volta il 27 maggio 1946. Da questa profonda amicizia, nascerà “En compagnie d’Antonin Artaud”, un diario pubblicato postumo – in Italia è edito da Giometti & Antonello con il titolo “In compagnia di Antonin Artaud” – in cui Jacques Prevel racconta l’amico e la vita quotidiana insieme a lui.

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