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“Stazione”, il momento della partenza immortalato nella poesia di Lionello Fiumi

Oggi ricorre l’anniversario della scomparsa del poeta Lionello Fiumi. Lo ricordiamo attraverso la lettura di “Stazione”, una breve poesia che mostra appieno lo stile impressionista dell’autore.

Stazione, una poesia/istantanea sulla partenza. Lionello Fiumi, celebre poeta avanguardista italiano, ci lasciava il 5 maggio 1973 a Verona. Figura di spicco del Novecento italiano, Fiumi proponeva un’alternativa che fosse a metà strada fra il poetare classico e l’innovazione futurista. In occasione dell’anniversario della sua scomparsa, ricordiamo Lionello Fiumi e il suo stile distintivo leggendo insieme “Stazione”, una breve poesia altamente espressiva che mostra appieno l’impressionismo caratteristico dei versi dell’autore.

Stazione

Là, sospeso su freddo di rotaie,
È, a mezz’aria, il vuoto che lasciò
Un volto, spòrto
Nel lontanante addio del fazzoletto.

Un poeta impressionista

Non servono molte parole per descrivere questo componimento. In quattro versi, il poeta crea un’immagine di rara forza evocativa, un’autentica istantanea che, senza usare molte parole, esprime moltissimo. C’è qualcosa, “sospeso su freddo di rotaie”. Non sappiamo di cosa si tratta finché non leggiamo l’intero componimento. Il protagonista di “Stazione” è “un volto, spòrto/ nel lontanante addio del fazzoletto”, il volto di qualcuno che è appena salito su un treno e saluta chi sta in piedi, ad accusare il colpo della partenza di una persona cara che ha già lasciato “il vuoto”.

La poesia “Stazione” mostra una scena che molti di noi hanno vissuto, quella che immortala il momento in cui due persone che si amano sono costrette a salutarsi a causa della partenza di una delle due. Lionello Fiumi riesce ad esprimere in pochi versi ciò che all’apparenza è inesprimibile: il misto di tristezza, nostalgia, amore, paura e sofferenza che si prova quando si vede qualcuno a cui teniamo andare via.

Lionello Fiumi

Lionello Fiumi nasce a Rovereto il 12 aprile 1894. Già in tenera età, si appassiona alla letteratura e alla scrittura, tanto che comincia a scrivere un romanzo ispirato a Robinson Crusoe – lo chiama “I Robinson del Pacifico – e, terminata questa impresa, si dedica ad altri due romanzi, “I banditi verdi” e “Gli schiavi neri”.

Nel 1908 Lionello si trasferisce insieme alla sua famiglia a Verona. È in questo periodo che il giovane si interessa alla poesia e inizia a sperimentare. Mandato in Germania per curare la precoce manifestazione di un esaurimento nervoso, Lionello Fiumi scopre la poesia moderna europea e se ne innamora.

Da questa esperienza nasce “Polline”, la raccolta poetica pubblicata dall’autore dopo il rientro in Italia, nel 1914. A questa, faranno seguito altre raccolte, tutte caratterizzate dalla volontà di superare il poetare classico e di trovare una terza via che escluda anche gli eccessi futuristi.
Fra il 1921 e il 1925, Fiumi dirige il “Gazzettino illustrato”.

Quando il poeta si trasferisce a Parigi, si dedica strenuamente alla diffusione della cultura italiana in Francia, scrive anche opere in prosa e si avvicina al mondo della traduzione. Insignito di molti premi e onorificenze, fra cui il premio dell’Accademia d’Italia ottenuto nel 1930 e nel 1936, il Grand Prix international de poésie de la Societé des poètes de France e la Légion d’honneur.
Lionello Fiumi muore a Verona il 5 maggio 1973.

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