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“Solitudine” (1906) di Rainer Maria Rilke, geniale poesia sulle relazioni che fanno male

Scopri la meravigliosa poesia "Solitudine" di Rainer Maria Rilke che mette in guardia riguardo alle relazioni malate e incompiute.

Solitudine (Einsamkeit) è la poesia di Rainer Maria Rilke che mette in scena, quasi come dipingere un quadro, il malessere degli esseri umani. Non importa se si è davvero soli o in compagnia, in fondo un senso di abbandono, di mancanza, di separazione sembra accompagnare l’animo degli umani.

Rilke mette in parole qualcosa che può essere solo sentito, che sfugge al linguaggio. Crea meravigliose immagini di parole che rendono tangibile l’indicibile. La solitudine diventa qualcosa di tangibile attraverso una metafora, qualcosa che ognuno conosce per esperienza personale, per la propria vita e che quindi può capire: “La solitudine è come la pioggia”.

Solitudine fa pare della seconda edizione della raccolta di poesie Das Buch der Bilder (Libro delle immagini) pubblicata nel 1906. La prima edizione invece risale al 1902.

Leggiamo i versi di questa splendida interpretazione della solitudine, per comprenderne il profondo significato.

Solitudine di Rainer Maria Rilke

La solitudine è come la pioggia.
Si alza dal mare verso sera;
dalle pianure lontane, distanti,
sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l’un l’altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi…

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Einsamkeit, Rainer Maria Rilke

Die Einsamkeit ist wie ein Regen.
Sie steigt vom Meer den Abenden entgegen;
von Ebenen, die fern sind und entlegen,
geht sie zum Himmel, der sie immer hat.
Und erst vom Himmel fällt sie auf die Stadt.

Regnet hernieder in den Zwitterstunden,
wenn sich nach Morgen wenden alle Gassen
und wenn die Leiber, welche nichts gefunden,
enttäuscht und traurig von einander lassen;
und wenn die Menschen, die einander hassen,
in einem Bett zusammen schlafen müssen:

dann geht die Einsamkeit mit den Flüssen…

Una poesia sul senso della solitudine

Solitudine di Rainer Maria Rilke è una poesia breve ma potente. La poesia è scritta in versi liberi e la mancanza di un rigido schema di rime le conferisce un flusso naturale e organico. Il linguaggio del poeta è semplice e diretto, ma ricco di emozioni.

Rilke fin dai primi versi stabilisce il tono dell’intera poesia. Le parole offrono un’impressione piuttosto malinconica e tetra. La lirica tematizza la solitudine e la paragona alla pioggia che viene da lontano, raggiunge il cielo e poi cade sulla città. La solitudine è come una “malattia”.

La solitudine assimilata alla pioggia è una metafora stupenda, un’affresco che attinge dalla natura, dall’immagine dell’acquazzone che arriva, con i suoi tipici colori “oscuri”.

Da, sottolineare che la sensazione del sentirsi soli non arriva in un lampo, non è un temporale, ma è qualcosa che tutti i giorni ciclicamente si materializza. Si vede arrivare già da lontano e si verifica più o meno quasi sempre nel medesimo lasso di tempo giornaliero.

Le persone hanno consapevolezza dei suoi effetti, sanno a cosa vanno incontro. Non è un qualcosa di estemporaneo, ma qualcosa con cui si è costretti a convivere, sempre. 

Questa rappresentazione di ciò che si avverte è molto forte, perché suggerisce che non è solo un’emozione, ma qualcosa che può consumare completamente una persona.

Il momento in cui questa sensazione di malessere comincia a far sentire i suoi effetti è legata al ritorno a casa.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l’un l’altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

La solitudine comincia a far sentire i suoi effetti quando si avvicina la sera, quando dopo una giornata passata fuori si decide di rientrare nel “rifugio domestico”. Ma, per Rainer Maria Rilke la casa non rappresenta affatto il luogo dove poter trovare benessere. Anzi quelle mura sono l’essenza della solitudine umana. 

Non importa se si vive da soli o in compagnia. La casa è rappresentata come fosse mancanza, esclusione, separazione, addirittura, odio. Dopo una giornata di lavoro, dopo una serata passata con altri, il ritorno a casa è il momento in cui la “pioggia della solitudine” finisce per “scrosciare” con tutta la sua intensità nel cuore, nell’anima degli umani. 

Nei versi del poeta tedesco c’è anche un accusa all’ipocrita convivenza a cui si è costretti a vivere anche all’interno del contesto familiare. L’odio di persone che hanno fatto l’errore di viverre insieme la loro vita e adesso “sono costrette a dormire insieme nello stesso letto”.

E proprio questo il momento in cui la solitudine genera tutto il suo malessere, fa sentire i suoi effetti, crea soffocamento.  

è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi…

La “pioggia della solitudine” diventa così impetuosa, così avvolgente, che finisce per diventare parte attiva della vita umana. La solitudine “scorre insieme ai fiumi”, come l’acqua che cade dal cielo inizia a dare il proprio alimento alle vie d’acqua. 

Che immagine triste e allo stesso tempo meravigliosa riesce a donarci Rainer Maria Rilke.

Il malessere che provocano le relazioni incompiute o malate

Rainer Maria Rilke fornisce della solitudine un aspetto di grande significato. Tocca il tema delle relazioni malate, degli incontri inutili, delle coppie che soffrono. Tocca il tema di tanti esseri umani che decidono d’incontrarsi, di vivere insieme per poi finire per scoprire di essere soli e di soffrire della loro esistenza.

Il poeta tedesco ci offre una visione della vita che è un inno alla libertà, non ci si può imprigionare in relazioni che generano solitudine. Non sono gli altri che possono donare la gioia del vivere.

Quindi cambiando il punto di vista e offrendo un’interpretazione in linea con la poetica di Rilke, la solitudine non deve essere fonte di malessere. Bisogna saper convivere con la propria individualità, almeno che non s’incontrino persone capaci di saper portare il “sereno” e spazzare vie le nubi della pioggia.

La poesia sembra suggerire che c’è una pace che si può trovare nell’essere soli. Attraverso la propria solitudine che ci si può connettere con sé stessi e con l’universo. Questa interpretazione è supportata dall’uso di metafore come la “casa” e la “pioggia”, che suggeriscono che la solitudine non è solo un’emozione, ma qualcosa che può essere incarnato in uno spazio fisico.

Un’altra interpretazione della poesia è che si tratta di una riflessione sulle esperienza vissuta dal poeta stesso. Il vivere la propria individualità era un’esigenza esistenziale. Un modo per poter rimanere libero e non non lasciarsi imprigionare da relazioni di qualsiasi natura.

Per finire possiamo anche affermare che Einsamkeit riflette il contesto culturale e storico dell’inizio del XX secolo. Quell’epoca era caratterizzata da sconvolgimenti sociali ed economici e da un pervasivo senso di alienazione.

Emergeva, almeno in una parte numerosa dell’umanità, il desiderio di connessione in un mondo in rapido cambiamento. Solitudine offre uno sguardo sulla complessità della condizione umana in quell’epoca.

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