“Sei la mia schiavitù sei la mia libertà”, la poesia di Hikmet sull’amore totale

8 Settembre 2020

L'amore può essere la soluzione di tutti i mali, ma allo stesso tempo fonte di sofferenza e dannazione. Lo dimostra questa poesia di Nazim Hikmet

"Ti sei stancata di portare il mio peso" di Nazim Hikmet, la poesia struggente per un amore finito

L’amore è tutto e il contrario di tutto. L’amore può essere la soluzione di tutti i mali, ma allo stesso tempo fonte di sofferenza e dannazione. Deve aver pensato questo Nazim Hikmet quando ha composto la poesia “Sei la mia schiavitù sei la mia libertà”.

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Pregi e difetti di un amore

La poesia inizia riprendendo il titolo del componimenti di Hikmet. Da qui il poeta inizia la descrizione dell’amata con una serie di metafore. Hikmet accosta la donna alla sua carne “che brucia come la nuda carne delle notti d’estate”, alla sua patria. Dal finale della poesia comprendiamo che si sta parlando di un amore incompiuto: per Hikmet l’amata non è altro che “la nostalgia di saperla inaccessibile”.

Rivoluzionario romantico

Nâzım Hikmet-Ran, in italiano spesso scritto Nazim Hikmet è stato un poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco. Definito “comunista romantico” o “rivoluzionario romantico”, è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell’epoca moderna.

La poesia

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro

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