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“Quercia potata” (1919) di Hermann Hesse, geniale poesia sull’amore che batte la violenza

Scopri attraverso la metafora di una "Quercia potata" come reagire alle ferite della vita e degli uomini grazie ai versi di Hermann Hesse.

Quercia potata di Hermann Hesse è una poesia che mette in evidenza la forza di volontà che serve per affrontare la vita, senza mai lasciarsi abbattere da tutto ciò che può accadere nel corso della vita.

In questa poesia, Hermann Hesse paragona la propria vita a quella di una “quercia potata”. Malgrado, gli umani abbiano infierito sui suoi rami, sul suo tronco provocandogli visibili ferite, la quercia è più tenace e forte di prima.

Quercia potata fu scritta nel 1919 e pubblicata per la prima volta su Gedichte des Malers, una raccolta di poesie illustrate del 1920. La poesia è stata ripresa poi in diverse raccolte successive, la versione italiana che vi proponiamo è tratta da il Coraggio di ogni giorno, Arnoldo Mondadori Editore, Segrate, 1998.  La traduzione in italiano è di Adriana Apa.

Leggiamo questo splendida poesia di Hermann Hesse, per coglierne il significato e condividerne i valori.

Quercia potata di Hermann Hesse

Ti abbiamo tagliato, albero!
Come sei spoglio e bizzarro!
Cento volte hai patito,
finché tutto in te fu solo tenacia e volontà!
Io sono come te. Non ho
rotto con la vita
incisa, tormentata
e ogni giorno mi sollevo dalle
sofferenze e alzo la fronte alla luce.
Ciò che in me era tenero e delicato,
il mondo lo ha deriso a morte,
ma indistruttibile è il mio essere,
sono pago, conciliato.
Paziente genero nuove foglie
Da rami cento volte sfrondati
e a dispetto di ogni pena
rimango innamorato
del mondo folle.

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Gestutzte Eiche,Hermann Hesse

Wie haben sie dich, Baum, verschnitten
Wie stehst du fremd und sonderbar!
Wie hast du hundertmal gelitten,
Bis nichts in dir als Trotz und Wille war!
Ich bin wie du, mit dem verschnittnen,
Gequälten Leben brach ich nicht
Und tauche täglich aus durchlittnen
Roheiten neu die Stirn ins Licht.
Was in mir weich und zart gewesen,
Hat mir die Welt zu Tod gehöhnt,
Doch unzerstörbar ist mein Wesen,
Ich bin zufrieden, bin versöhnt,
Geduldig neue Blätter treib ich
Aus Ästen hundertmal zerspellt,
Und allem Weh zu Trotze bleib ich
Verliebt in die verrückte Welt.

Le ferite rendono più forti

Quercia potata è una poesia di Hermann Hesse in cui il grande autore tedesco attraverso una metafora rende evidente come le ferite del vivere posso rendere più forti.

Una poesia di grande impatto motivazionale, nata dall’immensa sensibilità umana, dal profondo percorso di studio e dalla ricerca culturale, psicologica e sociale di quel grande genio che è Hermann Hesse.

Dopo aver letto la poesia ci immaginiamo che in quel 1919, l’anno in cui fu composta, il poeta si trovava a Montagnola, nei pressi di Lugano nella Svizzera italiana. Aveva affittato un appartamento di quattro locali nella Casa Camuzzi.

Sta passeggiando e davanti ai suoi occhi si ritrova una “quercia potata”. L’albero a cui sono stati tagliati diversi rami lo ispira immediatamente.

Nella prima parte della poesia Hermann Hesse esprime immediata solidarietà nei confronti di quella quercia. La “violenza” umana gli ha fatto perdere la sua armonica e intensa vegetazione.

L’albero alla vista appare “spoglio” è per certi versi “bizzarro”. E il pensatore tedesco si immedesima nella reazione di quell’albero “mutilato”.

Cento volte hai patito,
finché tutto in te fu solo tenacia e volontà!

La quercia malgrado i colpi patiti riesce grazie alla sua grande forza a reagire. “Tenacia” e “volontà” sono le virtù dell’albero per Hermann Hesse.

Da qua in poi, siamo al quinto verso parte la seconda parte della poesia. Cambia il punto di vista e il poeta si rivolge alla quercia affermando “Io sono come te”.

Un affermazione che esprime con evidenza la voglia del poeta di condividere le stesse virtù dell’albero. Dal punto di vista simbolico la quercia è simbolo di forza, di giustizia. nell’antica Grecia era considerata un albero sacro a Zeus, e in quanto tale simbolo della legge e della rettitudine morale.

La quercia è una pianta antica e per questo esprime calma e la capacità di sapersi radicare.

Questi elementi pensiamo non siano sfuggiti ad Hermann Hesse. Tutte le virtù della quercia, diventano le qualità del poeta.

Non ho
rotto con la vita
incisa, tormentata
e ogni giorno mi sollevo dalle
sofferenze e alzo la fronte alla luce.

Il poeta esprime perfettamente in questi versi la capacità di saper reagire alle ingiustizie e alle sofferenza che provoca il vivere insieme ad altri esseri umani.

Le offese e le ferite devono renderci più forti di prima

Le fragilità attraggono la crudeltà degli umani, “Ciò che in me era tenero e delicato”. C’è una sorta di accanimento primordiale da parte degli uomini nel voler far male “il mondo lo ha deriso a morte.”

Quando gli esseri umani avvertono la delicatezza di un loro simile, come fossero belve assetate e affamate si scatenano addosso per sbranare la povera vittima.

Oggi basterebbe guardare copsa accade sui social per capire il concetto.

Ma, la reazione del poeta non si fa attendere. Le offese non fanno altro che rendere più forti di prima. Tutti gli attacchi subiti lo fanno sentire indistruttibile e tale rafforzamento spirituale gli dona soddisfazione.

Come la quercia la sua capacità di dimostrare calma e determinazione lo fa sentire appagato.

Alla barbarie si risponde con l’amore

Gli ultimi cinque versi del componimento danno il senso del perché la poesia, come genere letterario, sia qualcosa di meraviglioso e infinitamente fonte di conoscenza.

Come la “Quercia potata” il poeta dalle ferite subite si rigenera, “Paziente genero nuove foglie/Da rami cento volte sfrondati”. E a dispetto della violenza umana, il poeta reagisce mostrando amore malgrado tutto ciò che lo circonda sia un “mondo folle.”

Un invito a reagire di fronte a qualsiasi offesa umana

Troviamo il messaggio di questa poesia di un’attualità esagerata. La violenza del contemporaneo è evidente e tangibile. Come un’orda, gli umani sono a caccia costante del sangue e quando la vittima si avvicina viene immediatamente azzannata.

La ferocia non è solo fisica. Oggi le parole battute da milioni di tastiere finiscono per fare male come le seghe che hanno potato l’albero.

Ed Hermann Hesse con questa poesia dona un messaggio di vero amore all’umanità. Nei riguardi dei deboli, dei fragili, delle vittime gli indica che bisogna saper reagire e fortificarsi rispetto ala male che arriva.

Non dovrebbe accadere, ma se accade e reagire non con la stessa violenza, ma fortificandosi dentro, mostrando rettitudine morare e forza spirituale.

Hermann Hesse ci indica che l’unica reazione possibile e amare e mostrare all’orda assassina ciò che loro non possiedono, l’amore.

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