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“Quello che l’Anima tace”, una poesia per dare voce a tutte le donne

Questo articolo e la poesia "Quello che l’Anima tace" fanno parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla

La scrittrice Maria Laura Chiaretti, con la poesia Quello che l’Anima tace, aderisce al “Mee Too letterario” risentendo di ogni influenza imposta dall’alto, ribellandosi all’identità repressiva dell’identità dell’uomo, dando voce a tutte le donne vittime di soprusi.

L’obiettivo è di risvegliare le coscienze migliorandone, dove necessario, la sensibilità sulla fondamentale importanza della solidarietà e partecipazione attiva contro ogni forma di violenza di genere.

Quello che l’Anima tace, la poesia di Maria Laura Chiaretti

Non servono riti pagani.
Certi pensieri sono preghiere.
Ci sono momenti in cui
qualunque sia la posizione del corpo
l’Anima è in ginocchio

Un sussurro all’anima delle donne

Scritta con le mani del cuore la poesia “Quello che l’Anima tace” sussurra all’Anima delle Donne, dando voce, in un abbraccio ideale, a quelle Donne alle quali viene ferocemente negata e strappata l’identità.

Donne senza nome, vittime della società tirannicamente patriarcale e misogina che agisce in maniera rapinatoria e sfruttatrice. Donne violentate e desacralizzate nei loro diritti a essere donne libere di poter esprimere e sperimentare le loro forze nel mondo.

Perché siamo tutti in pericolo

“Siamo tutti in pericolo.”

Queste parole di Pasolini tuonano ed esplodono nell’intima e segreta coscienza. Siamo tutti potenzialmente vittime di una cultura misogina che alimenta la sua forza e il suo Potere sulla proprietà, opprimendo e negando la libertà.

Una cultura edificata su un resistente sistema capitalistico, che educa al possesso mercificando e sacrificando intelligenze e corpi, questi intimoriti e umiliati.

Cosa sta succedendo? Una guerra antropologica di un profondo e radicato male culturale e psicologico che non è mai casuale ma dà segnali di aggravamento che terminano nell’omicidio.

Un andamento storico inquietante fatto di una lunga scia di sangue che dall’inizio del 2024 conta più di 8 Donne vittime della furia di uomini miserabili. Una carneficina.

Alla genesi di questo massacro di genere fatto di feroci violenze c’è sempre una donna che decide di allontanarsi da una relazione tossica, ossessiva e possessiva che in nulla somiglia al sentimento più alto che è l’Amore.

Donne che hanno subìto o subiscono umiliazioni verbali e fisiche da parte di uomini vili che non conoscono altri linguaggi se non quello del comando, dell’umiliazione, della distruzione, della sopraffazione, dell’ossessivo possesso e prepotenza.

Uomini questi mossi dalla prevaricazione isterica e dalla precisa volontà di annullare crudelmente i destini femminili.

Bisogna cambiare drasticamente così com’è drastica e disperata questa miserabile situazione che costringe l’Anima in ginocchio.

Dobbiamo farlo per Giulia Cecchettin, Francesca Romeo, Patrizia Vella Lombardi, Michele Faiers Dawn, Etleva Kanolja e tutte le Donne morte a causa di una mano coercitiva e padrona. Dall’inizio del 2024, otto Donne sono state vittime di femminicidio.

Un inno a reagire

La poesia scelta come prodotto artigianale per migliorare la sensibilità di quegli uomini, analfabeti emozionali, ancora oggi servi della cultura del possesso, contribuendo a far cadere i confini imposti dal potere normativo ed egemone del maschilismo patriarcale ghettizzante ed emarginante del femminile annullandolo e sopprimendolo, aprendo invece lo spazio verso una democrazia dove le identità tutte siano accolte e riconosciute nella loro unicità.

Denunciando il potere performativo del linguaggio che produce ciò che dice in difesa dell’etica universale.

Un inno a educare lo sguardo, a reagire, a protestare, a partecipare in ottica comunitaria all’ascolto e al ragionamento per un futuro unificante coinvolgendo nel processo di umanizzazione uomini e donne senza distinzione di genere ma solo Esseri Umani.

“Quello che l’Anima tace” nelle donne vittime di violenza sono profondi e soffocati silenzi fatti di ingannevoli e bugiarde negazioni con se stessa.

La paura fa tremare l’anima. Anima pugnalata, sputata, dissacrata, esiliata, abusata, presa per i capelli e inginocchiata. Lo sguardo si affaccia oltre l’anima e il mondo sembra compiere sempre lo stesso giro.

Lei aspetta paziente, rassegnata, arrabbiata in attesa di trovare il coraggio di abbracciarsi e portarsi in salvo.

Lascia scivolare l’orgoglio che con demoniaco e seducente inganno persuade e pervade ancorando il pensiero a credere che: “posso cambiarlo” “ha capito” “ha detto che non lo fa più” “è colpa mia” “l’ho provocato e quella reazione me la sono cercata”

Certi pensieri sono preghiere di salvezza, protezione e liberazione. Sono invocazione di uno sguardo altro capace di mantenere gli occhi aperti nelle profondità abissali dell’anima.

Una poesia per abbattere i retaggi culturali

Storicamente la donna è stata succube di retaggi della società patriarcale che la incatenavano ai “doveri” morali, familiari, economici e sociali.

Oggi la vera rivoluzione femminista e risposta sociale risiede nell’emancipazione culturale e non soltanto nell’apparente rivendicazione di parità di ruoli sociali economici e/o professionali.

È doveroso ricordare che questa feroce violenza non è direttamente connessa con l’esclusiva natura dell’uomo in quanto l’aggressività e le sue forme appartengono alla comune natura umana, indipendentemente dal genere.

Rivolgendoci alla sensibilità democratica di ciascuno, non si deve innescare un generalizzante antagonismo frammentato tra i sessi, questo significherebbe una sconfitta che scardina l’idea di amore, di rispetto, di equilibrio e di fiducia. Gli Uomini, non sono lui.

Alla cultura, all’educazione e soprattutto a noi l’impegno civile di partecipare tutti insieme e con convinzione e decisa determinazione a trasmettere e diffondere l’etica della convivenza, di quei valori democratici universali quali la tolleranza, la cura, il rispetto dell’Altro che passa anche dal rispetto verso Sé.

#unite #rompiamoilsilenzio

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, più di ottanta scrittrici e giornaliste italiane hanno lanciato una campagna per tenere alta l’attenzione sulla violenza di genere.

Dal 3 gennaio al 3 marzo appariranno sui giornali italiani articoli e racconti per definire la violenza e nominarla. Ognuna userà la sua voce e la sua esperienza personale per descrivere un fenomeno complesso e multiforme, perlopiù tollerato dalla società.

“Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla”

di Maria Laura Chiaretti

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