“Proprio tutto come prima”, una poesia per non dimenticare Amatrice

24 Agosto 2021

Questa poesia è un omaggio a questa terra martoriata dal terremoto del 24 agosto 2016 e al tempo stesso un'invocazione a non dimenticare quanto ancora c'è da fare

"Proprio tutto come prima", una poesia per non dimenticare Amatrice

“Vorrei sensibilizzare tutti sulle condizioni in cui si trova Amatrice dopo il sisma 2016 e dopo quella che viene chiamata ricostruzione”. Così l’autore romano Francesco Di Stefano motiva la realizzazione della poesia “Proprio tutto come prima”. Un omaggio a questa terra martoriata dal terremoto del 24 agosto 2016 e al tempo stesso un’invocazione a non dimenticare quanto ancora c’è da fare per garantire una vita migliore a coloro che vivono tra i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto.

Amatrice tra passato e presente

Erano le ore 3:36 del 24 agosto 2016 quando una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 tra i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto sconvolse il centro Italia, provocando 299 morti. Le persone coinvolte furono oltre 600mila, in 140 comuni, 388 i feriti. Oggi, a distanza di 5 anni, la ricostruzione di Amatrice e degli altri comuni colpiti dal sisma non è ancora compiuta.

Anche se non c’è più il grosso delle macerie, alcune frazioni, ormai disabitate, sono rimaste tali e quali. Un processo lento, quello della ricostruzione di Amatrice e degli altri comuni limitrofi, che sembra ripercorrere una storia già vissuta: L’Aquila. Tra interventi privati e lavori pubblici, la ricostruzione è ancora in alto mare.

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Proprio tutto come prima

Li nostri padri antichi l’Amatrice
doppo ogni sisma sasso su mattone
l’hanno arifatta in men che nun se dice
usanno a mano pala co piccone.

Noantri co cemento e scavatrice
e l’antri mezzi a disposizzione
in tre anni sto borgo è la cornice
ancora de macerie e distruzzione.

Intorno nun te cresce in mezzo an prato
più l’erba come d’Attila ar passaggio
e manco più dall’orti coji assaggio

avenno er teritorio sconquassato
e la dorcezza sfranta der paesaggio.
Er tutto come prima spergiurato
l’avremo quanno Pasqua viè de maggio.

L’autore

Francesco Di Stefano è nato a Roma nel 1947. Per lavoro ha viaggiato a lungo all’estero, soggiornando per sette anni in Mato Grosso (Brasile). Dal 2003 vive ad Amatrice. Dall’esperienza brasiliana è scaturito il romanzo Il bambino che attraversò il mondo come una meteora (Altromondo, Padova 2007). È autore di poesie in libretti stampati in proprio, a tiratura limitata: Canzoniere minimo, L’incorporea amante (Poesie 1979-81), Le radici degli anni (poesie 1962-2002), L’incorporea amante (Poesie 1979-81), Sulle ali dell’anima (quartine, 2003-2010 e disegni, 1978- 1981), La dico tutta come me la sento (sonetti in lingua pseudo-romanesca sull’attualità socio-politica fino al 2009), Navigando per ignoti mari (1970-2011). Ha pubblicato inoltre Er monno gira ancora come allora. Sonetti satirici (CFR, Piateda 2013).

 

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