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“Prima del viaggio” (1962), la poesia di Eugenio Montale sull’importanza dell’imprevisto

"Un imprevisto è la sola speranza". Nella poesia "Prima del viaggio" Montale racconta la nostra mania di programmare ogni cosa, che spesso ci fa perdere di vista l'autenticità della vita.

Eugenio Montale ha scritto moltissime poesie nel corso della sua vita. Molte raccontano l’interiorità del poeta, molte altre costituiscono vere e proprie dichiarazioni poetiche. “Prima del viaggio” risulta essere uno di qui componimenti in cui Montale racconta l’uomo moderno e i suoi dissidi, le sue abitudini stranianti, i moti di un animo tormentato dall’indifferenza che regna sul reale.

Analizziamo “Prima del viaggio”, poesia scritta in un periodo successivo alla pubblicazione della sua prima raccolta, Ossi di seppia, avvenuta nel 1925, e che rientra all’interno di Satura, una raccolta che mette insieme componimenti scritti tra il 1962 e il 1970; si tratta di una di quelle poesie che l’autore ligure ha dedicato all’uomo del suo tempo, troppo impegnato a programmare ogni istante della propria vita per potersi accorgere del valore del non programmato, dell’imprevisto che ci salva e alimenta la speranza.

“Prima del viaggio” di Eugenio Montale

Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste, le pernottazioni

e le prenotazioni (di camere con bagno
o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);
si consultano le guide Hachette e quelle dei musei,
si cambiano valute, si dividono
franchi da escudos, rubli da copechi;

prima del viaggio s’informa
qualche amico o parente, si controllano
valige e passaporti, si completa
il corredo, si acquista un supplemento
di lamette da barba, eventualmente
si dà un’occhiata al testamento, pura
scaramanzia perché i disastri aerei
in percentuale sono nulla;

prima del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che
il saggio non si muova e che il piacere
di ritornare costi uno sproposito.
E poi si parte e tutto è O.K. e tutto
è per il meglio e inutile.

E ora, che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo

Il valore dell’imprevisto

In questa sua poesia, Montale descrive accuratamente tutta una serie di abitudini che si è soliti seguire quando ci si appresta a compiere un viaggio. Queste azioni ormai automatiche finiscono per togliere felicità all’uomo, in quanto una vita perfettamente programmata in ogni minimo dettaglio e senza la capacità di rischiare e osare non è una vita vissuta appieno.

Sul finale della poesia, l’autore pone l’accento sull’imprevisto, ma non ne parla in accezione negativa: esso è piuttosto interpretato dall’autore ligure come un segno di speranza, capace di portare stimoli ed emozioni nuove alla persona, e non solo pensieri e contrattempi. Un imprevisto, che, secondo molti. risulta invece essere qualcosa che solo gli stolti possono augurarsi di trovare.

Prima di ogni viaggio, si è soliti verificare gli orari, leggere blog di viaggio o guardare video su youtube dedicati, sfogliare guide per raccogliere più notizie possibili sulla propria meta. Prima della partenza si pianificano tappe, luoghi da visitare e poi, poco prima di partire, si prepara la valigia e come da routine di sceglie cosa metterci e cosa invece lasciare a casa.

Tutto viene pianificato nei minimi particolari ma, come ci insegna montale con questa poesia, “Se tutto è programmato che ne sarà del mio viaggio”, e quindi “un imprevisto è la sola speranza” per vivere con autenticità l’esperienza che ci si appresta di fare lontani da casa.

Rallentare per vivere con autenticità

“Prima del viaggio” sembra scritta da un uomo del nostro tempo. Meglio, sembra cucita addosso al nostro tempo, sempre frenetico e in cui tutto è calcolato fino ai minimi dettagli.

Corriamo troppo, veloci, insicuri e trepidanti, e programmiamo ogni istante della nostra esistenza, avendo cura di non tralasciare nemmeno un dettaglio. L’imprevisto? Non è contemplato e, quando si verifica, costituisce una tragedia.

Con la sua poesia, Montale parla attraverso la metafora del viaggio di una società che non sa più immaginare, che non è più capace di vivere appieno, perché incapace di sognare. E in un contesto del genere, l’imprevisto non può che essere speranza.

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