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Poesia sulle foibe, versi d’autore per il giorno del ricordo

10 Febbraio: giornata del ricordo per le vittime delle foibe. Ricordiamo questa giornata importante con una poesia di Fabio Magris.

La poesia sulle foibe per non dimenticare. Il 10 Febbraio di ogni anno, dal 2005, con l’istituzione della legge 92 del 30 marzo 2004 si celebra il giorno del ricordo, una giornata per ricordare, appunto, le numerosi vittime delle foibe e ai 350.000 profughi giuliani costretti all’esodo. Una piaga della nostra storia, una tragedia umanitaria compiuta da Tito durante il suo regime totalitaristico e raccontata da diversi libri. Questa poesia, scritta da Fabio Magris, è una riflessione su questa giornata così tanto importante quanto forte.

Il giorno del ricordo

Il Giorno del ricordo è stato istituito in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano-dalmata dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, in seguito alla sconfitta dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. Si chiamano foibe le cavità naturali, profonde anche centinaia di metri, che esistono nella regione del Carso, a cavallo tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia. Nelle foibe vennero gettati i fascisti e gli italiani non comunisti che erano considerati nemici del popolo di Tito. Furono principalmente i cadaveri di vittime delle fucilazioni a essere gettati nelle foibe e in altre cavità artificiali, quali, per fare un esempio, le cave di bauxite dell’Istria oppure il pozzo della miniera di Basovizza, ma in alcuni casi nell’abisso furono precipitate anche persone ancora in vita.

“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Con queste parole la legge 92 del 30 marzo 2004 istituisce il ricordo di uno degli avvenimenti più dolorosi, e spesso divisivi, della storia italiana.

Il compito delle parole e della letteratura

La letteratura serve per ricordare, per lasciare una traccia con le parole. Oggi facciamo questo: ricordiamo il giorno del ricordo. Tra il 1943 e il 1947 migliaia di innocenti giuliani e istriani, di sloveni e di croati che si opponevano al regime vennero trucidati dagli uomini del dittatore Tito. Gli innocenti vennero fucilati, infoibati o deportati nei gulag di Tito. Molti di loro morirono all’istante, di altri vennero recuperati i corpi dopo molti anni.

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Il 10 febbraio si ricordano le vittime delle foibe. Ecco cinque libri che raccontano una delle pagine più buie della nostra storia

In questa poesia Fabio Magris ripercorre quella che è, ancora oggi, una delle piaghe più dolorose della nostra storia. Usa frasi crude, forti, come “atroci agonie; bestie torturate; massacro senza limiti; inumani vendette”. Il linguaggio è stridente, foneticamente duro, per darci sempre di più l’idea di orrore. Le parole dal significato forte (come eccidio, carneficina), rimbombano nelle nostre orecchie come un tumulto. Magris descrive gli orrori di uomini e stragi “coperti da anni e anni di silenzio”, e descrive come ora, oggi, la speranza sia fondamentale. La speranza e la forza delle giovani generazioni, che dovranno saper comprendere il passato per un futuro migliore. La memoria è questo, la letteratura l’aiuta nel suo compito.

Poesia sulle foibe

Ossa spezzate
atroci agonie
l’uomo ha superato Caino.
Come bestie torturate
legati ai polsi con vile fil di ferro
gettati ancor vivi nell’oscurità.
Massacro senza limiti
sterminio,
carneficina,
eccidio,
genocidio,
inumani vendette,
stragi e rappresaglie
coperte da anni e anni di silenzio
per politiche infami.
Ora,
nei prati di Basovizza,
un masso di pietra carsica
sigilla la vergognosa tomba
dei dodicimila infoibati.
Non si odono più
tormentosi lamenti
ma solo frusciar del vento
e..
poco lontano
un ragazzino sorridente
fa volare il suo aquilone.

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