Poesia d’amore di Alfonso Gatto è una poesia che ritrae un magico momento d’incontro intimo e profondo con la sua amata. La calma delle calde notti estive diventano l’atmosfera in cui il poeta può dare espressione al suo grande amore, alle sue emozioni, al suo desiderio di poter avere tra le sue braccia e baciarla la donna che gli ha fatto perdere la testa.
Molto probabilmente la protagonista della poesia è la pittrice triestina Graziana Pentich, che il poeta incontrò nel 1946 ad una conferenza di Marcel Raymond su Valery, a Milano, e per la quale abbandonò la prima moglie Agnese Jole Turco e le figlie Marina e Paola. Da allora non si separarono, d’altra parte, Graziana Pentich corrispondeva perfettamente al suo profilo: anche lei poeta e pittrice, investita nell’arte con la stessa passione e disciplina, amante dei viaggi e delle avventure, un temperamento inquieto, autonoma, colta, curiosa.
Poesia d’amore fa parte della raccolta Nuove poesie 1941-49, pubblicata per la prima volta da Mondadori a Milano nel 1950. È possibile vivere l’intero mondo poetico du Alfonso Gatto, come abbiamo fatto noi, grazie al libro Tutte le poesie, a cura di Silvio Ramat, pubblicato a Milano da Mondadori, nel 2017.
Leggiamo questa stupenda poesia di Alfonso Gatto per condividerne la sensibilità e coglierne il significato.
Poesia d’amore di Alfonso Gatto
Le grandi notti d’estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare,
dal vento che pare l’anima.E baci perdutamente
sino a che l’arida bocca
come la notte è dischiusa,
portata via dal suo soffio.Tu vivi allora, tu vivi,
il sogno ch’esisti è vero.
Da quanto t’ho cercata.Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.E il bacio che cerco è l’anima.
Una poesia d’amore che trova riscontro in un storia reale
Poesia d’amore è una poesia di Alfonso Gatto che si rivela una meravigliosa scoperta, riuscendo a donare tutta la magia e le emozioni che riesce a regalare il momento in cui si “vive” la persona amata. Un’esperienza che travalica il reale diventando memorabile, unica, infinita.
Il profondo amore per Graziana Pentich
La poesia pur immersa nel simbolismo amoroso e nella rarefazione tipica della poetica di Gatto, non è l’espressione di un amore ideale o platonico, ma la celebrazione di un incontro reale, totale, assoluto, in grado di trasformare un’intera esistenza. Siamo più che convinti che l’ispirazione dei versi sia legata a Graziana Pentich, proprio perché la donna che ha tra le mani è “venuta dal mare, dal vento”, che per certi versi ritrae proprio l’origine triestina della donna.
Come il vento di Trieste, la bora, che plasma le anime e piega i corpi, anche la figura di Graziana Pentich entra nella vita di Alfonso Gatto con forza impetuosa e trasfigurante. Il mare, nella poesia, non è un luogo esotico ma una culla emotiva da cui arriva la donna amata, portando con sé tutto il mistero e la bellezza della sua città.
Quando il reale riesce a sublimare il sogno
La poesia inizia cercando di dare massima consistenza scenica alla potenza dell’amore che il poeta prova per la sua musa.
Le grandi notti d’estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Il poeta nei suoi versi ritrae un paesaggio sospeso, fermo, in cui regna una quiete profonda, e solo il chiaro filtro dei baci riesce a smuovere l’immobilità. È un microcosmo notturno che diventa luogo d’amore e incanto, perfetto per l’incontro tra poeta e donna amata.
Il volto dell’amata è descritto come “un sogno nelle mie mani” un’immagine in cui la realtà rivela la fascinazione tipica del sogno. Non è solo bellezza da contemplare, ma sogno palpabile, presenza fragile da custodire. È tutto vero, il poeta sottolinea l’elemento del contatto vero, reale.
Sono le sensazioni che dona l’amore, quando la persona che si ama riesce con la sua presenza, con il suo contatto a far sparire ogni dimensione spazio-temporale. Tutto si ferma, le lancette dell’orologio si bloccano e la vita inizia a fluttuare nel cosmo libera da ogni controllo terreno.
I baci che diventano abbandono
L’amore per Alfonso Gatto non è mai solo fisico, ma è poesia pura, è la sua poetica in modo totale.
E baci perdutamente
sino a che l’arida bocca
come la notte è dischiusa,
portata via dal suo soffio.
In questi versi si evince che il bacio, o meglio il baciare è un abbandono, un atto di completa offerta. La bocca si apre come la notte, come se qualcosa di più profondo, forse l’anima stessa, si liberasse. È in quell’attimo che lei “vive davvero”. Il sogno diventa carne. L’amore diventa esistenza piena.
È l’amore riesce a trasformare la vita, quando arriva trasporta in un universo nuovo, parallelo, non contaminato dalle piccole distrazioni quotidiane. Il poeta scrive “baci perdutamente” che suggerisce l’abbandono totale, senza misura, senza ritorno. Il baciare annulla tutti i limiti, riuscendo s generare un desiderio viscerale e assoluto.
Gatto accosta l’“arida bocca” alla notte dischiusa. L’aggettivo arida può sembrare spiazzante, ma serve a sottolineare una sete di vita e di amore, un’assenza che solo la donna amata riesce a colmare.
L’immagine della notte dischiusa, invece, è potentissima. La bocca dell’amata si apre come si apre la notte, accogliendo, avvolgendo, fondendosi con il soffio dell’amante. È una visione cosmica dell’amore, in cui la donna si fa universo.
La consapevolezza di vivere realmente un’esperienza magica
La ripetizione “tu vivi” è un’esclamazione emozionata, quasi un atto di stupore. La donna amata, finora percepita come sogno o visione, ora prende corpo, è viva, reale e si manifesta. Esiste davvero. Ma ciò che è straordinario è che non smette di essere un sogno, Gatto scrive “il sogno ch’esisti è vero”, la realtà non ha distrutto il sogno, anzi, è il sogno a rivelarsi vero.
In questo senso svanisce l’opposizione tra sogno e verità, perché l’amore autentico li unisce. Quando si ama davvero, la vita stessa si trasfigura: la realtà diventa finalmente degna del sogno.
“Da quanto t’ho cercata.” Questo verso offre ancora più valore al sogno reale che si vive. Il desiderio finalmente prende vita.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.
In questa chiusa struggente, Alfonso Gatto afferma una verità poetica e umana insieme. Anche quando l’amore si realizza, mantiene una parte di mistero, di distanza, di inafferrabilità. Il sogno non finisce nel momento in cui abbracci l’amata: anzi, si rinnova. Il suo volto è la bellezza del sogno. I suoi occhi sono la distanza che mantiene acceso il desiderio, la profondità che non si esaurisce nello sguardo.
È un paradosso bellissimo: ti tengo tra le braccia, eppure resti lontana come un sogno. E proprio in questo, forse, risiede la forma più alta dell’amore, quella che non consuma, non banalizza, non chiude
Alla luce della storia d’amore tra Alfonso Gatto e Graziana Pentich, questi versi diventano confessione intima. Gatto, già uomo formato, incontra una donna giovane, piena di vita e di arte. In lei riconosce tutto ciò che aveva inconsciamente cercato: un’anima affine, un corpo da amare, una voce da ascoltare.
E ora che ce l’ha accanto, sente il bisogno di dirle “Tu esisti davvero. E sei esattamente il sogno che ho sempre avuto.”
L’amore salva la vita e rende felici
La poesia si conclude con “E il bacio che cerco è l’anima.” Il bacio diventa allora simbolo del desiderio essenziale, non solo carnale, ma esistenziale. Non c’è fisicità nell’amore che descrive il poeta salernitano. Il vero obiettivo è l’anima, la parte più profonda e intima della persona.
Alfonso Gatto trasmette il concetto di un amore che tocca l’essenza assoluta, universale, totale. L’incontro di due anime non ha nessun limite, è cosmico. La storia d’amore tra Alfonso e Graziana, se ci pensiamo, corrisponde proprio all’essenza di questa poesia.