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Paura, una poesia che invita all’amore e al rispetto

In occasione dell'anniversario di Carlos Drummond de Andrade proponiamo il testo della poesia Paura per invitare a reagire al terrore che si vive tutti i giorni

Il Brasile รจ sotto i riflettori per l’avvenuta rielezione del Presidente Lula che ha battuto al fotofinish Jair Bolsonaro. Oggi perรฒ vogliano celebrare l’anniversario della nascita di Carlos Drummond de Andrade, un grande poeta brasiliano che merita di essere letto e scoperto. Per farlo, abbiamo scelto la poesia Paura, non perchรฉ la data della nascita dell’autore coincide con Halloween, ma perchรฉ sembra dare una rappresentazione del clima emozionale del contesto storico che stiamo vivendo.

Carlos Drummond de Andrade nasce il 31 ottobre del 1902 (oggi compirebbe 120 anni- buon compleanno immenso maestro) a Itabira, un villaggio minerario dello Stato del Minas Gerais, nella parte sud-orientale del Brasile. La sua poesia รจ piena di storie semplici, di persone, cose, fatti e momenti quotidiani e apparentemente banali che assumono dimensione estetica. Tra le tematiche fondamentali del poeta, si annoverano quelle della famiglia, della terra d’origine, dellโ€™amicizia, della societร , dellโ€™amore e dellโ€™esistenza. 

Drummond รจ, in effetti, un intellettuale poliedrico, intrinsecamente impegnato con la fluida e composita realtร  di tutto il Novecento. Un poeta globale che riesce ad essere locale. La sua origine รจ sempre viva e presente. 

“Perchรฉ c’รจ un problema serio per tutti noi…
Questo problema รจ quello della paura”.

“Paura” e fa parte della raccolta La rosa del Popolo (A rosa do Povo – 1945). Basta seguire il testo delle poesia e le magiche parole di Carlos Drummond de Andrade per fare un tuffo nel presente. La storia sembra ripetersi. Naturalmente, l’anno in cui fu scritta la poesia coincideva con un momento durissimo per l’Umanitร  e per la storia del Brasile. Il mondo aveva vissuto la tragedia della Seconda guerra mondiale. Il Brasile aveva fatto in conti con la dittatura di Estado Nuovo, il duro e violento regime di Getulio Vargas iniziato nel 1930. Proprio negli anni in cui fu scritta la poesia, la lotta al regime portรฒ alla caotica nascita della Quarta Repubblica Brasiliana,

“Siamo stati educati alla paura” questo il verso della poesia che offre il quadro di riferimento dell’emozione popolare che si viveva in quegli anni in Brasile e nel mondo. E se ci pensiamo non sembra essere molto distante da ciรฒ che stiamo vivendo noi negli ultimi anni. La paura ci accompagna tutti i giorni della nostra vita. L’informazione ci offre un quadro desolante della civiltร  umana e della salute del nostro Pianeta.

La Pandemia, la guerra in Ucraina, la minaccia nucleare, la crisi sociale, le tensioni locali. C’รจ pericolo ovunque ci si muove. Ma, serve reagire e affrontare ciรฒ che ci affligge e ci vuole reprimere con l’energia del sentimento piรน importante che ci sia l’amore per sรฉ stessi e per il prossimo.

Ci rifugiammo nellโ€™amore,
questo celebre sentimento,
poi lโ€™amore mancรฒ

Se vogliamo trovare rispetto e dignitร  dobbiamo allontanare tutto ciรฒ che รจ negativo dal nostro percorso. Non abbiamo via d’uscita. Bisogna saper combattere con coraggio e far sรฌ che la follia di pochi non chiuda nelle carceri della paura l’intera umanitร . Reagire a tutti i costi senza viltร  e con la schiena dritta. Partendo da coloro che in nome della posizione acquista credono di fare i loro interessi sulle spalle degli altri. 

La paura rende complice la prudenza

L’amore รจ l’unico antidoto al terrore e quando finisce e si lascia spazio alla violenza, all’aggressione, alla prevaricazione tutto diventa paura. 

E con ali di prudenza,
con splendori codardi,
raggiungeremo la vetta
della nostra cauta ascesa.

Non bisogna mostrarsi vittime di ciรฒ che accade ma bisogna reagire. Bisogna abbattere i muri della codardia e affrontare ciรฒ che accade con la fiamma dell’amore e del rispetto per gli altri. Dove c’รจ intolleranza e scontro non potrร  mai vincere la speranza. 

Paura

In veritร  abbiamo paura.
Si nasce al buio.
Le esistenze sono poche:
postino, dittatore, soldato.
Il nostro destino รจ incompleto.

Siamo stati educati alla paura.
Annusiamo fiori di paura.
Vestiamo panni di paura.
Per paura guadiamo fiumi
vermigli.

Siamo solo degli uomini,
e la natura ci ha traditi.
Ci sono gli alberi, le fabbriche,
morbi e carestie.

Ci rifugiammo nellโ€™amore,
questo celebre sentimento,
poi lโ€™amore mancรฒ: pioveva,
tirava vento, faceva freddo a San Paolo.

Faceva freddo a San Paoloโ€ฆ
Nevicava.
La paura, con la sua cappa,
ci nasconde e ci culla.

Ho avuto paura di te,
mio compagno dalla pelle scura.
Di noi, di voi. Di tutto.
Ho paura dellโ€™onore.

E cosรฌ ci fanno borghesi.
La nostra strada รจ segnata.
Perchรฉ morire in gruppo?
E se invece vivessimo? 

Vieni, armonia della paura,
vieni, terrore delle strade,
spavento notturno, timore
delle acque inquinate. Stampelle 

dellโ€™uomo solo. Aiutateci,
lenti poteri del laudano.
Perfino la canzone vigliacca
si rompe, rabbrividisce e tace.

Faremo case di paura,
duri mattoni di paura,
paurosi steli e zampilli,
strade di paura e di calma.
E con ali di prudenza,
con splendori codardi,
raggiungeremo la vetta
della nostra cauta ascesa.

La paura, con la sua fisica,
produce: carcerieri,
edifici, scrittori,
questa poesia; altre vite.

Ci domini la massima paura.
Capiranno i piรน vecchi
che la paura ha giร  anchilosato.
Statue sagge, addio.

Addio, tiriamo avanti
indietreggiando con occhi accesi.
I nostri figli cosรฌ feliciโ€ฆ
fedeli eredi della paura,
popolano la cittร .

Dopo la cittร , il mondo,
dopo il mondo, le stelle,
ballando il ballo della paura.

(La paura, da โ€œLa rosa del popoloโ€, pag.51)

 

A Antonio Candido

        “Porque hรก para todos nรณs um problema sรฉrio…
         Este problema รฉ o do medo.”
                   (Antonio Candido, Plataforma de Uma Geraรงรฃo

Em verdade temos medo.
Nascemos escuro.
As existรชncias sรฃo poucas:
Carteiro, ditador, soldado.
Nosso destino, incompleto.

E fomos educados para o medo.
Cheiramos flores de medo.
Vestimos panos de medo.
De medo, vermelhos rios
vadeamos.

Somos apenas uns homens
e a natureza traiu-nos.
Hรก as รกrvores, as fรกbricas,
Doenรงas galopantes, fomes.

Refugiamo-nos no amor,
este cรฉlebre sentimento,
e o amor faltou: chovia,
ventava, fazia frio em Sรฃo Paulo.

Fazia frio em Sรฃo Paulo…
Nevava.
O medo, com sua capa,
nos dissimula e nos berรงa.

Fiquei com medo de ti,
meu companheiro moreno,
De nรณs, de vรณs: e de tudo.
Estou com medo da honra.

Assim nos criam burgueses,
Nosso caminho: traรงado.
Por que morrer em conjunto?
E se todos nรณs vivรชssemos?

Vem, harmonia do medo,
vem, รณ terror das estradas,
susto na noite, receio
de รกguas poluรญdas. Muletas

do homem sรณ. Ajudai-nos,
lentos poderes do lรกudano.
Atรฉ a canรงรฃo medrosa
se parte, se transe e cala-se.

Faremos casas de medo,
duros tijolos de medo,
medrosos caules, repuxos,
ruas sรณ de medo e calma.

E com asas de prudรชncia,
com resplendores covardes,
atingiremos o cimo
de nossa cauta subida.

O medo, com sua fรญsica,
tanto produz: carcereiros,
edifรญcios, escritores,
este poema; outras vidas.

Tenhamos o maior pavor,
Os mais velhos compreendem.
O medo cristalizou-os.
Estรกtuas sรกbias, adeus.

Adeus: vamos para a frente,
recuando de olhos acesos.
Nossos filhos tรฃo felizes…
Fiรฉis herdeiros do medo,

eles povoam a cidade.
Depois da cidade, o mundo.
Depois do mundo, as estrelas,
danรงando o baile do medo.

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