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“Ottobre” di Attilio Bertolucci, l’autunno in un affresco poetico e sensoriale

Le foglie ingiallite e tremanti; il marciapiede umido di pioggia; il sole tiepido e lontano... Attilio Bertolucci racconta il mese di Ottobre con una poesia sensoriale che sembra un affresco.

Sebbene l’autunno sia cominciato a settembre, è con ottobre che sentiamo appieno lo spirito della stagione. Ci accorgiamo del clima che cambia, dei colori della natura che si trasformano, delle giornate che si accorciano… e ci sentiamo avvolti in un’atmosfera tiepida che sa di camini e thè caldo.

Per dare il benvenuto al mese simbolo dell’autunno, scopriamo insieme “Ottobre“, una bellissima poesia in cui Attilio Bertolucci crea un musicale affresco che evoca tepore e dolce malinconia.

Sirio, una raccolta sui generis

“Ottobre” è parte di Sirio, raccolta poetica pubblicata da un Attilio Bertolucci ancora diciottenne. È il 1929, e le atmosfere poetiche in Italia sono quelle dell’Ermetismo: dopo l’uscita di Ossi di seppiala tendenza è quella di creare una lingua poetica nuova, in cui suono, simbolo e significante entrino in stretto contatto con il mondo, creando significati nuovi e pregnanti.

Con i suoi versi, Bertolucci si distacca completamente da tale idea. Per il giovane autore, lingua e poesia non possono vivere distanti dal mondo, in una realtà altra che non si fonde mai del tutto con il quotidiano. Il poetare dev’essere intriso di reale, di lirismo ed emozioni.

Lo si vede chiaramente in “Ottobre”, una poesia che stimola i sensi e suscita immagini immediate agli occhi del lettore.

Un affresco in versi

Si stagliano davanti a noi immagini di un mese, quello di ottobre, che costituisce uno spartiacque fra l’estate e l’autunno.

Se a settembre il caldo è ancora quello estivo, a ottobre il clima cambia, il vento si alza, gli alberi cominciano a perdere la loro chioma e il sole appare più freddo.

Sono questi gli elementi che ci racconta Bertolucci nella sua poesia: negli otto versi che compongono “Ottobre”, si rincorrono i segnali di una stagione in divenire.

Prima scorgiamo l’albero ingiallito. Poi, come se stessimo guardando una ripresa che si avvicina sempre di più al dettaglio, vediamo la foglia che cade e si adagia su un marciapiede umido di pioggia.

Da qui, mentre ci soffermiamo sul pavimento bagnato, avvertiamo il tepore di un sole che splende lontano, ricordo della bella stagione ormai alle spalle.

Infine, a chiudere la visione autunnale, si presenta il senso dell’udito, con un silenzio nuovo che si prospetta lungo e potente.

“Ottobre” di Attilio Bertolucci

Sporge dal muro di un giardino
La chioma gialla di un albero.

Ogni tanto lascia cadere una foglia
Sul marciapiede grigio e bagnato.

Estasi, un sole bianco fra le nubi
Appare, caldo e lontano, come un santo.

Muto è il giorno, muta sarà la notte
Simile ad un pesce nell’acqua.

Le poesie di Attilio Bertolucci

C’è una raccolta poetica che costituisce un vero e proprio spartiacque nella produzione dell’autore di Ottobre. Si tratta di “Camera da letto”. Tutti i componimenti anteriori sono oggi racchiusi in un unico volume, edito da Garzanti, che contiene, per l’appunto, anche “Sirio”, e di cui vi presentiamo di seguito la sinossi:

“Già la prima raccolta, “Sirio”, attesta la nascita di una voce inconfondibile e diversa rispetto ai modi tipici del Novecento italiano: una voce ricca di joie de vivre e di ironia, di colori fantastici e naturali.

Ma è con “Fuochi in novembre”, dolce, estrosa e sognante raccolta di pastelli, disegni e invenzioni, che si afferma sulla scena italiana, grazie a un memorabile intervento di Montale, come una delle più autentiche alternative al corso principale della nostra poesia.

“Lettere da casa”, frutto eloquente della prima maturità, ma con qualcosa già di vagamente autunnale, esprime un profondo bisogno di raccontare la vita.

Nel contemporaneo poemetto “La capanna indiana” la tensione verso la poesia narrativa trova un suo iniziale, riuscito compimento. “In un tempo incerto” raccoglie riflessi del volontario esilio a Roma, tracciando una strada che porterà alla novità tematica e stilistica di “Viaggio d’inverno”, uno dei testi di poesia italiana più folgoranti della seconda metà del Novecento”.

 

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