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Notte (1845) di Anne Brontë, poesia sul potere dei sogni e la perdita

Scopri il significato della poesia "Notte" di Anne Brontë: un'intensa riflessione sul sogno, la perdita e il conforto della memoria.

Notte di Anne Brontë è una poesia sul potere delle ore notturne che permettono alla fantasia, ai sensi, ai sogni di potere vivere e rivivere quelle emozioni che la realtà non riesce a donare. Le ombre della notte offrono la capacità di trovare conforto e ridanno energia alla memoria, riuscendo a fare incontrare chi si è perso, chi la vita ha portato via.

La poesia offre uno spunto di riflessione sul potere dell’immaginazione per elaborare e affrontare la perdita delle persone che si amano o si vogliono bene.

Notte fu scritta agli inizi del 1845, quando Anne Brontë aveva venticinque anni ed era agli ultimi mesi di lavoro come istitutrice e governante dei figli minori della benestante famiglia Robinson presso Thorpe Green, vicino a York. Il periodo turbolento per il clima che si era creato a casa dei Robinson e l’indimenticata perdita di William Weightman, l’amore della sua vita, fornirono la giusta ispirazione per la realizzazione della poesia.

Leggiamo la poesia di Anne Brontë per vivere il contesto autobiografico dell’autrice e condividere il significato dei suoi versi.

Notte, la poesia di Anne Brontë

Amo l’ora silenziosa della notte,
Perché allora possono sorgere sogni beati,
Che rivelano alla mia vista incantata
ciò che non può deliziare i miei occhi svegli!

E può il mio orecchio udire anche la voce
Che la morte ha soffocato molto tempo fa;
C la speranza e l’estasi possono mostrarsi
Invece della solitudine e del dolore.

Fredda nella tomba da anni giace
La Creatura che era mia gioia ammirare,
E solo i sogni possono riportare
L’amore del mio cuore a me.

 

Night, la versione originale della poesia di Anne Brontë

I love the silent hour of night,
For blissful dreams may then arise,
Revealing to my charmed sight
What may not bless my waking eyes!

And then a voice may meet my ear
That death has silenced long ago;
And hope and rapture may appear
Instead of solitude and woe.

Cold in the grave for years has lain
The form it was my bliss to see,
And only dreams can bring again
The darling of my heart to me.

Notte di Anne Brontë il  potere dei sogni, la perdita e la consolazione

Notte è una poesia di Anne Brontë che esplora con delicatezza e intensità il conforto che le ore silenziose della notte sanno offrire all’animo tormentato. È proprio nel buio, quando tutto tace e la mente può librarsi libera, che l’autrice ritrova, nei sogni, l’amato perduto. La notte diventa rifugio dall’angoscia del giorno, spazio intimo dove l’immaginazione può lenire il dolore della realtà.

Il cuore tematico del componimento risiede nella tensione fra la perdita concreta e definitiva – la morte – e la possibilità di ritrovare, grazie ai sogni, un legame con chi non c’è più. L’immaginazione, in questo senso, si fa strumento di sopravvivenza emotiva: non nega la morte, ma vi si oppone con la memoria e il desiderio.

Il significato della poesia Notte di Anne Brontë

La notte come rifugio dall’angoscia

Nella poesia, Brontë esprime il suo amore per l’ora silente della notte, tempo sospeso in cui può vedere ciò che il giorno le nega: immagini di felicità, la voce di chi è morto, la compagnia dell’essere amato. Nell’ultima strofa scopriamo che la persona evocata è scomparsa da anni, e che solo il sogno può ancora riportarla a lei, come un’eco dolce e struggente.

Un dolore autobiografico

Nonostante la brevità – appena dodici versi – Notte è una confessione poetica densa di dolore e di nostalgia. Anne la scrisse durante il suo soggiorno come governante presso la famiglia Robinson, a Thorp Green Hall: un periodo difficile, reso ancora più gravoso dalla presenza del fratello Branwell, coinvolto in un’infelice e sospetta relazione con la signora della casa. In quella situazione opprimente, Anne trovava rifugio solo nella notte e nella scrittura.

Il possibile riferimento a William Weightman

L’amato a cui si riferisce potrebbe essere William Weightman, giovane assistente nella parrocchia del padre, morto prematuramente nel 1842. Sebbene non si abbiano prove certe di una relazione tra i due, molte poesie di Anne successive alla sua morte sembrano ispirate dalla figura di Weightman. In Night, l’espressione “il tesoro del mio cuore” sembra alludere proprio a lui.

Un linguaggio semplice ma suggestivo

Il linguaggio della poesia è volutamente semplice, ma intensamente evocativo. Le immagini sono limpide, immediate, e costruiscono un’atmosfera di intima malinconia, in cui il lettore è invitato a entrare nel mondo privato dei sogni e dei ricordi dell’autrice.

Il contrasto tra sogno e realtà

Il contrasto tra gli “occhi svegli” e “l’ora silenziosa della notte” evidenzia il potere trasformativo del sogno, che permette di rivedere chi è stato perduto e di ristabilire un legame che sfida i confini della morte. La notte, in questa poesia, non è solo un tempo fisico, ma un tempo psicologico e simbolico.

Una poesia romantica e universale

Rispetto ad altre opere di Anne Brontë, Notte si distingue per la sua natura intensamente introspettiva e per l’esplorazione lirica della fragilità della vita e dell’amore. È un esempio raffinato della sensibilità romantica, che pone al centro l’esperienza emotiva, la memoria, e la capacità dell’immaginazione di generare conforto anche di fronte all’irrimediabile.

Le sorelle Brontë: Charlotte, Emily e Anne, tre voci uniche e un destino comune

Charlotte, Emily e Anne Brontë sono tra le figure più affascinanti della letteratura inglese dell’Ottocento. Tre sorelle legate da un’infanzia solitaria, da una bruciante passione per la scrittura e da un destino segnato dalla malattia e dalla morte precoce.

Un’infanzia tra brughiera, libri e lutti
Figlie di Patrick Brontë, pastore protestante di origine irlandese, e di Maria Branwell, autrice di testi religiosi originaria della Cornovaglia, le sorelle Brontë crescono nello Yorkshire, nella parrocchia isolata di Haworth. Sin da bambine mostrano una precoce inclinazione alla scrittura, alimentata dall’immaginazione e dall’ambiente aspro e suggestivo della brughiera.

La famiglia Brontë e le prime tragedie
Oltre a Charlotte, Emily e Anne, ci sono anche Branwell, l’unico figlio maschio, e le sorelle maggiori Maria ed Elizabeth, che muoiono giovanissime di tubercolosi. La stessa malattia stroncherà, anni dopo, la vita di Emily e Anne. Branwell, promesso talento artistico, si perde invece in una spirale autodistruttiva tra alcol e oppio.

Tre sorelle, tre penne, tre mondi

Charlotte Brontë: la voce della coscienza
Autrice di Jane Eyre, Shirley e Villette, Charlotte è la più pragmatica e strutturata tra le sorelle. Nelle sue opere esplora l’identità femminile, l’autonomia, l’educazione e il desiderio di affermazione. La sua scrittura è lucida, forte, attraversata da una tensione morale e da una profonda introspezione psicologica.

Emily Brontë: la poeta dell’anima selvaggia
Emily è la più enigmatica. Il suo unico romanzo, Cime tempestose, è un capolavoro gotico e visionario, in cui natura e passioni si fondono in un turbine primordiale. Le sue poesie, altrettanto intense, rivelano un legame profondo con la solitudine, la morte e il sogno.

Anne Brontë: la più silenziosa, la più moderna
La più giovane delle tre, Anne, è forse la meno celebrata, ma la sua scrittura è sorprendentemente moderna. Nei suoi romanzi, Agnes Grey e La signora di Wildfell Hall, affronta temi audaci come l’indipendenza femminile, l’abuso coniugale e la critica al patriarcato. I suoi versi, intimi e riflessivi, parlano del potere dei sogni, del silenzio, della speranza.

Branwell Brontë: genio mancato e ispirazione tragica
Branwell, pur non raggiungendo mai il successo delle sorelle, ha lasciato un’impronta nelle loro opere. In particolare, La signora di Wildfell Hall di Anne sembra trarre ispirazione dalla sua condotta autodistruttiva. La sua vita, tra fallimenti, dipendenze e disperazione, si concluse nell’autunno del 1848, poco prima della morte di Emily.

Un’eredità letteraria senza tempo
Le sorelle Brontë hanno dato voce a una generazione di donne che aspiravano a molto più di quanto la società fosse pronta a concedere. La loro scrittura è ancora oggi vibrante, attuale, capace di parlare a ogni epoca. Solitarie, ribelli, geniali, hanno trasformato il dolore in arte e la marginalità in forza creativa.

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