Meraviglioso di Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia è un brano poetico che celebra la felicità e l’amore quali principio guida per affrontare la vita. Vivere è un dono che dobbiamo valorizzare ogni attimo dell’esistenza. Le sovrastrutture che spesso gli esseri umani si creano, distraggono dalla profonda bellezza che circonda l’essere.
Quelle cantate da Modugno non sono banali parole, non sono i soliti luoghi comuni. Rappresentano invece l’assoluta verità che si è nati, senza volerlo, in un luogo fantastico in cui tutto rappresenta la perfezione. Non accorgersi di questo è il vero peccato, il più terribile di tutti.
Meraviglioso è una canzone poetica scritta da Riccardo Pazzaglia è interpretata da Domenico Modugno nel 1968, probabilmente ispirata a una scena del film La vita è meravigliosa di Frank Capra.
La canzone non ebbe successo immediato, dovette aspettare qualche anno per diventare popolare. Il brano fu anche scartato dal Festival di Sanremo del 1968, probabilmente perché la commissione esaminatrice giudicò inopportuno ammettere una canzone che avesse a che fare col suicidio, proprio l’anno successivo alla tragica scomparsa di Luigi Tenco.
Leggiamo il testo poetico del brano di Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia per apprezzarne la poesia e comprenderne il significato.
Meraviglioso di Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia
È vero
Credetemi è accaduto
Di notte su di un ponte
Guardavo l’acqua scura
Con la dannata voglia
Di fare un tuffo giùD’un tratto
Qualcuno alle mie spalle
Forse un angelo
Vestito da passante
Mi portò via dicendomi
CosìMeraviglioso
Ma come non ti accorgi
Di quanto il mondo sia
Meraviglioso
Meraviglioso
Perfino il tuo dolore
Potrà apparire poi
Meraviglioso
Ma guarda intorno a te
Che doni ti hanno fatto
Ti hanno inventato
Il mare
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole
La vita
L’amoreMeraviglioso
Il bene di una donna
Che ama solo te
Meraviglioso
La luce di un mattino
L’abbraccio di un amico
Il viso di un bambino
Meraviglioso
Meraviglioso, ahMa guarda intorno a te
Che doni ti hanno fatto
Ti hanno inventato
Il mare
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole
La vita
L’amore
MeravigliosoLa notte era finita
E ti sentivo ancora
Sapore della vita
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
MeravigliosoFonte: LyricFind
Compositori: Domenico Modugno / Riccardo Pazzaglia
Testo di “Meraviglioso” © Universal Music Publishing Group
La vita è un dono che va celebrato tutti i giorni
Il testo di Meraviglioso colpisce per la sua universalità e contemporaneità. In un’epoca in cui il “mal di vivere” è diffuso e la solitudine è diventata una delle grandi ferite della modernità, i versi del brano invitano a uno sforzo di consapevolezza: la bellezza del mondo è lì, immobile, disponibile, ma spesso invisibile perché lo sguardo è oscurato dal dolore.
La civiltà contemporanea, sempre più imbrigliata in dinamiche artificiali, ha perso il contatto con ciò che è magico e naturale. La canzone si oppone a questa deriva: ricorda che la vita non è uno schermo da attraversare, ma un campo aperto da abitare.
È un inno alla meraviglia quotidiana, soprattutto nei momenti in cui tutto sembra perduto.
La disperazione quando arriva fa davvero male
L’incipit della canzone è di una potenza disarmante: un uomo, nel cuore della notte, su un ponte, guarda l’acqua scura con la voglia di lasciarsi andare. È il momento più fragile dell’esistenza: quando il dolore sovrasta la ragione, quando la vita sembra troppo difficile da portare.
Modugno e Pazzaglia non edulcorano la disperazione. La nominano. Le danno forma. La riconoscono come una condizione umana universale.
La solitudine e le relazioni sempre più mediate accentuano questo tormento esistenziale. Le statistiche lo confermano: proprio nei Paesi più benestanti il malessere psicologico è in aumento. Quando la vita è colma di “troppo”, finisce per traboccare.
E nei momenti più duri spesso manca davvero “l’angelo vestito da passante” capace di fermare la caduta.
Dal dolore si può guarire
Il dolore offusca tutto, annega la mente, avvolge l’anima, distorce la percezione del mondo. È un’opacità che cancella la meraviglia.
Eppure, proprio in quei momenti, può arrivare un gesto inatteso che restituisce aria. L’angelo del brano non è un essere sovrannaturale: è un simbolo. È la mano che appare quando meno ce lo si aspetta, l’affetto di un estraneo, una parola gentile, un incontro casuale.
Il suo messaggio è semplice e definitivo:
Perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso.
Una frase che contiene una delle intuizioni più profonde dell’esistenza. Lo stesso Hermann Hesse scriveva:
I dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci infelici, ma per farci maturare.
La poesia lo ricorda con forza: il dolore non è l’ultima parola.
L’importanza dell’amore, delle relazioni e delle piccole grandi cose
La seconda parte del testo è un catalogo di meraviglie dell’animo umano. Modugno evoca il bene di una donna che ama profondamente, la luce di un mattino capace di restituire fiducia, l’abbraccio sincero di un amico, il viso pulito di un bambino. Sono immagini semplici, quotidiane, spesso trascurate, eppure essenziali per dare forma alla vita. In quelle presenze, in quei gesti, si trova una fonte inesauribile di energia, un sostegno discreto che opera anche quando non ce ne accorgiamo.
Accanto agli affetti, la poesia celebra la natura. Il mare inventato per stupire, il sole che continua a sorgere anche quando l’animo è in ombra, la luce che filtra e restituisce significato alle cose. Sono doni primordiali, che nessuno ha creato e che pure esistono per ricordare all’essere umano la sua appartenenza alla meraviglia.
Quando il mondo appare un luogo oscuro, senza speranza e senza amore, la canzone invita a riaprire gli occhi e a tornare verso ciò che sostiene davvero. A volte basta la persona giusta, un gesto inatteso, una parola che illumina, per risentire il “sapore della vita”, che è, irriducibilmente, meravigliosa.
La meraviglia come atto di resistenza interiore
Rileggere Meraviglioso oggi significa accogliere un invito che conserva un’urgenza sorprendente. La canzone di Modugno e Pazzaglia non propone una visione ingenua dell’esistenza, né pretende di negare il dolore che attraversa le vite umane. Chiede invece qualcosa di molto più complesso, ovvero ricominciare a guardare il mondo. Guardarlo davvero. Sottrarsi all’assuefazione, alla distrazione che indebolisce, alla rassegnazione che svuota il cuore della sua capacità di stupirsi.
Nei suoi versi emerge una verità semplice e profondissima. Il mondo resta un luogo capace di meraviglia, anche quando lo sguardo è troppo affaticato per riconoscerla. La bellezza non scompare, è l’essere umano, semmai, a smarrire il contatto con ciò che potrebbe salvarlo. Travolto da ritmi innaturali, schermato da relazioni che si fanno sempre più rarefatte, egli finisce per dimenticare che un raggio di luce sul volto di un bambino, una carezza inattesa, un’amicizia sincera o l’odore del mare al mattino possiedono una forza capace di rimettere in moto una vita intera.
In questo senso, Meraviglioso non insegna solo l’ottimismo, ma la responsabilità dello sguardo. Ricorda che ogni individuo attraversa zone d’ombra e che a volte queste ombre diventano così fitte da sembrare definitive. Eppure, anche nelle notti più cupe, qualcosa può interrompere la caduta: un gesto imprevisto, una presenza discreta, un “angelo vestito da passante” che restituisce direzione e respiro. È la prova che nelle relazioni umane risiede ancora la più autentica forma di salvezza.
Il mondo non necessita di essere reinventato; necessita di essere visto. La tragedia non è il dolore in sé, ma la perdita della capacità di cogliere ciò che sostiene l’esistenza nelle sue fondamenta più semplici. Meraviglioso invita a recuperare una gratitudine originaria, non ingenua ma consapevole, capace di riconoscere nel quotidiano una fonte inesauribile di vita.
La forza intramontabile di questa poesia di Domenico Modugno risiede proprio qui: non consola, ma risveglia. Non offre soluzioni, ma apre varchi. Chi riesce ad aprire gli occhi davvero non scopre un mondo perfetto, bensì un mondo vivo, pulsante, generoso. E questa consapevolezza, per chi affronta l’esistenza con autenticità, è già sufficiente per poterla chiamare, senza esagerazione, meravigliosa.
