“Mattino” di Cesare Pavese
La finestra socchiusa contiene un voltosopra il campo del mare. I capelli vaghiaccompagnano il tenero ritmo del mare.Non ci sono ricordi su questo viso.Solo un’ombra fuggevole, come di nube.L’ombra è umida e dolce come la sabbiadi una cavità intatta, sotto il crepuscolo.Non ci sono ricordi. Solo un sussurroche è la voce del mare fatta ricordo.Nel crepuscolo l’acqua molle dell’albache s’imbeve di luce, rischiara il viso.Ogni giorno è un miracolo senza tempo,sotto il sole: una luce salsa l’impregnae un sapore di frutto marino vivo.Non esiste ricordo su questo viso.Non esiste parola che lo contengao accomuni alle cose passate. Ieri,dalla breve finestra è svanito comesvanirà tra un istante, senza tristezzané parole umane, sul campo del mare.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Mattino”
Le quattro strofe che compongono il testo trasmettono la malinconica musicalità del ricordo attraverso immagini sensoriali in cui si mescolano la natura (il paesaggio marino in particolare) e la memoria individuale.
“Mattino”, racchiusa nella raccolta “Lavorare stanca” del 1936, gioca sui concetti di luce e di tempo, di amore e di ricordo, per riflettere sull’inesorabile scorrere della vita.
Sublimazione di una notte d’amore
Leggiamo “Mattino” e sentiamo, forse prima di riuscire a cogliere l’immagine nella sua chiarezza, una diffusa sensazione di malinconia, quella tenera, quasi piacevole, che ci scorre in corpo quando l’atto del ricordo rappresenta un ritorno volontario a momenti forti della nostra esperienza.
La finestra socchiusa contiene un voltosopra il campo del mare. I capelli vaghiaccompagnano il tenero ritmo del mare.
Il tempo che non ritorna
Cesare Pavese
Cesare Pavese (1908-1950) è fuor di dubbio uno degli autori più importanti della letteratura italiana, uno scrittore e poeta che merita di essere scoperto e apprezzato anche dai lettori contemporanei.
Considerato uno degli interpreti più significativi del Novecento, Cesare Pavese ha raccontato nei suoi romanzi e nelle sue poesie, molte delle quali pubblicate postume, la realtà popolare e contadina, ma con uno sguardo sempre rivolto altre letterature europee. Fu tra i primi a interessarsi alla letteratura statunitense, di cui fu anche traduttore.