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Maggio di Christina Rossetti (1855), potente poesia sulla vita che fugge

Scopri i meravigliosi versi di Maggio di Christina Rossetti poesia sul tempo che scivola via e sulla bellezza effimera e fugace della vita.

Maggio di Christina Rossetti è una breve ma intensa poesia che riflette con delicatezza e malinconia sul tema del tempo che passa e della fugacità delle cose belle, intrecciando immagini della primavera con un senso profondo di nostalgia e perdita.

Christina Rossetti riesce a parlare di esperienze universali: la bellezza che scivola via, la nostalgia per ciò che non si può più afferrare, e la malinconia del tempo che passa. Una poesia da leggere e rileggere, specialmente nei mesi primaverili, quando il mondo fiorisce — e ci ricorda che nulla dura per sempre.

Maggio fu scritta nel 1855 e fa parte della raccolta di poesie Goblin Market and Other Poems di Christina Rossetti e pubblicata per la prima volta nel 1862.

Leggiamo questa breve e misteriosa poesia di Christina Rossetti per coglierne la magia del significato.

Maggio di Christina Rossetti

Non so dirti com’era,
ma so che accadde
in un giorno luminoso e sereno
quando maggio era giovane; ah, piacevole maggio!
Non erano ancora nati i papaveri
tra le lame del tenero grano;
l’ultimo uovo non si era ancora schiuso,
né alcun uccello aveva lasciato il suo compagno.

Non so dirti cosa fosse,
ma so che passò.
Passò via con il maggio soleggiato,
come tutte le cose dolci passò via,
e mi lasciò vecchia, fredda e grigia.

 

May, testo originale di Christina Rossetti

I cannot tell you how it was,
But this I know: it came to pass
Upon a bright and sunny day
When May was young; ah, pleasant May!
As yet the poppies were not born
Between the blades of tender corn;
The last egg had not hatched as yet,
Nor any bird foregone its mate.

I cannot tell you what it was,
But this I know: it did but pass.
It passed away with sunny May,
Like all sweet things it passed away,
And left me old, and cold, and gray.

La vita è un attimo che passa, meglio viverla sino in fondo

Maggio di Christina Rossetti è una poesia che parla di un momento intenso e inspiegabile, accaduto in un giorno di maggio luminoso. Non si sa cosa sia accaduto, forse un amore, un’emozione, un’illuminazione spirituale, ma l’autrice sa che è passato, svanito con la stagione.

Christina Rossetti condivide la riflessione che le emozioni più vere spesso sono anche le più fugaci. Non sempre possiamo spiegarle, né trattenerle — ma possiamo viverle appieno, finché durano. Proprio come maggio, che arriva con la luce e se ne va quasi senza accorgercene. La poesia ci invita a riconoscere il valore dei momenti, a non rimandare ciò che sentiamo, a non temere la fine, ma abbracciare l’intensità.

May di Christina Rossetti ci ferma per un attimo. È breve, dolce, malinconica. Parla di qualcosa che succede senza spiegazione, che ci travolge e poi sparisce, lasciandoci diversi. E no, non è solo una poesia dell’Ottocento, ma uno specchio senza tempo che ci riflette sulla fugacità dell’esistenza e sul vivere le cose che capitano, intanto ci si ritrova velocemente alla fine della vita.

Maggio diventa simbolo della giovinezza, della speranza e della bellezza naturale, ma anche della loro inevitabile fine. Il contrasto tra la vitalità del mese e il tono grigio e freddo del finale “mi lasciò vecchia, fredda e grigia” sottolinea la perdita.

La poesia è composta da 13 versi, distribuiti in due strofe. Il tono è lirico, intimo, e utilizza una lingua semplice ma evocativa. La ripetizione di frasi come “Non so dirti …”  crea un effetto ipnotico e malinconico.

La poesia sottolinea la fugacità del tempo, tutto ciò che è dolce e bello è destinato a svanire. La nostalgia del tempo trascorso, la poetessa ricorda un’emozione o un evento che non riesce più a spiegare. La primavera come simbolo della giovinezza che passa. La solitudine e la vecchiaia,  il finale segna un crollo emotivo e fisico, il passaggio verso la disillusione.

Il significato della poesia

La poesia esordisce facendoci vivere un’esperienza ineffabile, impossibile da spiegare, ma profondamente reale per il soggetto. Il mese di maggio è raffigurato come giovane, fresco, pieno di vita e bellezza. Per certi versi può essere benissimo l’amore.

La natura è ancora in attesa di sbocciare: tutto è potenziale, promessa. Ma, è questo il cuore della poesia, tutto ciò che è stato bello è anche destinato a passare, come il mese stesso.

Alla fine della poesia c’è il drammatico cambio di tono. Ciò che resta è il vuoto lasciato da quel momento perduto.

Cosa ci sta dicendo, davvero, questa poesia?

Nei versi di Christina  Rossetti c’è una verità sottile e struggente. A volte le cose più vere non si riescono nemmeno a spiegare. Un incontro, uno sguardo, un periodo felice che non riesci a descrivere. E in un attimo tutto sembra svanire. Resta dentro, ma non si sa più neppure come tradurlo, come trasmetterlo.

May è proprio questo. Una piccola epifania emotiva che nasce con la primavera, e svanisce insieme a lei. Lascia il cuore più vuoto, forse più saggio, sicuramente più grigio.

la poesia fa emergere che la bellezza, la giovinezza non dura per sempre. Rossetti evidenzia che i momenti belli non sono eterni, e forse proprio per questo sono così intensi. Rimane addosso la nostalgia del non detto. Ci si accorge infatti che l’età è avanzata: dal “giovane maggio” al “freddo e grigio” finale,

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