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“Lettera di Natale” di Franco Arminio: un invito a ritrovare la poesia della festa

Scopri la profondità di "Lettera di Natale" di Francon Arminio, un invito a non dimenticare chi soffre e a ritrovare il vero spirito della festa.

La Lettera di Natale di Franco Arminio è una vera poesia. Dentro ci sono tutti i sentimenti e le emozioni di ciò che dovrebbe essere il Natale.

Franco Arminio ci dona una riflessione cruda e vera del tanto atteso avvento. Natale dovrebbe essere “la festa dei miracoli”, dovrebbe essere poesia.

È invece tutto si riduce a merce e a false illusioni che poco hanno a anche fare con i sentimenti veri. 

Natale quando arriva per tanti è già sofferenza e quei giorni diventano tremendi, perché la festa con le sue luci e il suo calore, non riesce a riscaldare l’anima dei meno fortunati, diventando “una spina feroce per i dolenti“. 

Lettera di Natale di Franco Arminio

Natale e i giorni che lo circondano sono una spina feroce per i dolenti. Il Natale dei vecchi nelle case di cure, il Natale dei carcerati, il Natale negli ospedali. Ma questi giorni sono feroci anche per chi sta a casa e ha la stanza del figlio vuota, il figlio morto a Natale diventa un ferro rovente che ti rovista il cuore. Il Natale di chi sta a casa e sente che è passato troppo tempo e non hai più venti anni e nemmeno quaranta. Il Natale dei bambini circondati da merci più che da da persone, il Natale degli scapoli, quelli che quando tornano a casa la sera sentono il vento che fischia dietro la porta e non ti viene voglia di spostare un bicchiere, di lavare un piatto. Il Natale degli amori sgretolati, delle diffidenze, delle bugie che diciamo agli altri e a noi stessi. Il miserabile Natale di chi ha successo e ne vuole avere ancora di più, il Natale dei delinquenti che prima o poi saranno scoperti, il Natale di chi è stato lasciato e di chi non è stato mai trovato, il Natale del fegato malato, del dente guasto, il Natale degli occhi gonfi, il Natale delle rughe, dei capelli caduti, il Natale di chi non si ama più e di chi non ha amato mai.

Una festa così dovrebbe essere una grande occasione di federare le nostre ferite, dovrebbe essere la festa della verità su chi siamo e su chi vorremmo diventare, da soli e assieme agli altri. E invece abbiamo delegato il nostro dolore ai dolciumi, come se un torrone potesse essere l’avvocato della nostra ansia, un panettone il muro contro l’angoscia.
Natale dovrebbe essere il tempo della poesia. La poesia al posto della tombola, la terna di Leopardi, la quintina di Dante. La poesia serve a spiegare la disperazione e a far fiorire la gioia, tutte e due le cose assieme. La poesia serve a lasciare un poco di vuoto dentro di noi, serve a tenere spazio per il ritorno dei miracoli.

Nella giostra orrenda delle merci ci siamo dimenticati che in fondo Natale è la festa dei miracoli, come se ci fosse un giorno in cui possiamo festeggiare i miracoli che avvengono tutto l’anno.

 

A natale è necessario unirsi e farsi forza a vicenda

Franco Arminio nella prima parte della Lettera di Natale mette in evidenza che in moltissimi anche a Natale vive il dolore e la sofferenza. Dà voce a tutte quelle persone che quando arriva il Natale tutto diventa ancora più buio, più grigio. 

Nei momenti di festa, soprattutto a Natale, è vero che la solitudine e la mancanza diventano più manifeste e pressanti. Tutto il dolore si acuisce con degli effetti distruttivi per l’anima e il corpo. 

Ecco perché Franco Arminio nella sua Lettera di Natale offre un contributo non banale, suggerendo che

Una festa così dovrebbe essere una grande occasione di federare le nostre ferite, dovrebbe essere la festa della verità su chi siamo e su chi vorremmo diventare, da soli e assieme agli altri.

E, invece, ci dimentichiamo di questa verità per delegare ai falsi miti del Natale la possibilità di curare ciò che fa male.

Franco Arminio esprime a suo modo una rappresentazione della festa che ha perso i suoi valori veri, ovvero il messaggio dell’avvento quale spirito per trovare pace e armonia insieme agli altri. 

Non saranno dolciumi e regali a dissipare e risolvere i problemi reali che ci circondano. Non saranno gli addobbi e le lucine colorate a offrire aiuto a chi ne ha bisogno. 

Poi Franco Arminio sottolinea una frase che condividiamo totalmente: “Natale dovrebbe essere il tempo della poesia.” Altro che tombola e giochi di società, la poesia rivela poteri miracolosi per chi vive le difficoltà dell’essere.

La poesia serve a spiegare la disperazione e a far fiorire la gioia, tutte e due le cose assieme. La poesia serve a lasciare un poco di vuoto dentro di noi, serve a tenere spazio per il ritorno dei miracoli.

In queste frasi c’è l’essenza della poesia e del suo potere curativo miracoloso. 

L’autore conclude la Lettera di Natale con un attacco al consumismo sfrenato reo di averci fatto perdere tutta la magia che la festa è stata sempre in grado di regalare.

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