“Le piccole cose che amo di te“. Non esiste titolo più dolce, tenero e delicato per una poesia sull’amore quotidiano, che si costruisce passo dopo passo di piccoli gesti, che poggia su un’impalcatura fatta di cura, impegno e dedizione nonostante le difficoltà.
Scopriamo questa splendida poesia di Stefano Benni in occasione del suo 77esimo compleanno.
“Le piccole cose che amo di te” di Stefano Benni
Le piccole cose
che amo di te
quel tuo sorriso
un po’ lontano
il gesto lento della mano
con cui mi accarezzi i capelli
e dici: vorrei
averli anch’io così belli
e io dico: caro
sei un po’ matto
e a letto svegliarsi
col tuo respiro vicino
e sul comodino
il giornale della sera
la tua caffettiera
che canta, in cucina
l’odore di pipa
che fumi la mattina
il tuo profumo
un po’ balsé
il tuo buffo gilet
le piccole cose
che amo di teQuel tuo sorriso
strano
il gesto continuo della mano
con cui mi tocchi i capelli
e ripeti: vorrei
averli anch’io così belli
e io dico: caro
me l’hai già detto
e a letto sveglia
sentendo il tuo respiro
un po’ affannato
e sul comodino
il bicarbonato
la tua caffettiera
che sibila in cucina
l’odore di pipa
anche la mattina
il tuo profumo
un po’ demodé
le piccole cose
che amo di teQuel tuo sorriso beota
la mania idiota
di tirarmi i capelli
e dici: vorrei
averli anch’io così belli
e ti dico: cretino,
comprati un parrucchino!
E a letto stare sveglia
e sentirti russare
e sul comodino
un tuo calzino
e la tua caffettiera
che é esplosa
finalmente, in cucina!
La pipa che impesta
fin dalla mattina
il tuo profumo
di scimpanzé
quell’orrendo gilet
le piccole cose
che amo di te.
L’amore nelle piccole cose
Il bello dei libri di Stefano Benni è che sai, prima ancora di iniziarli, che ti trasporteranno in un mondo fatto di animali parlanti, personaggi assurdi, incroci sorprendenti di realtà e fantasia capaci di far rinascere il bambino nascosto in ciascuno di noi. Così come le sue poesie, dove i sentimenti assumono la forma di oggetti, dettagli e figure inaspettate per raccontare la vita di tutti i giorni.
“Le piccole cose che amo di te”, tratta dal libro “Prima o poi l’amore arriva“, costituisce un ritratto autentico e ironico dell’amore quotidiano, dell’amore che si trasforma col passare degli anni, fatto di tante piccole cose che impariamo ad amare dell’altro. Le tre lunghe strofe che compongono la poesia risuonano melodiose grazie allo schema delle rime e ai versi che sono brevi e cadenzati. Le immagini che si rincorrono sono quelle che tutti noi viviamo giorno dopo giorno a fianco della persona che amiamo: le carezze a letto appena svegli, le cianfrusaglie sul comodino, il suono della caffettiera del primo mattino…
Tutto in questa poesia, anche i dettagli meno piacevoli, diventano occasioni per celebrare la forza silenziosa, discreta e serena di un amore che evolve nel tempo.
Quello cantato da Stefano Benni in “Le piccole cose che amo di te”, è infatti un amore che si costruisce, tassello dopo tassello, frutto di impegno, dedizione, passione che si trasforma, insieme al sentimento, in affetto profondo, attaccamento, tenerezza. Perché l’amore vero è un insieme di sfumature, di tanti piccoli gesti che, giorno dopo giorno, ci addolciscono il cuore e la vita.
Stefano Benni
Scrittore, umorista, giornalista, poeta e sceneggiatore, Stefano Benni (Bologna, 12 agosto 1947) è autore di raccolte di racconti e romanzi che hanno avuto un enorme successo in Italia e all’estero per via dello stile personalissimo e della capacità di veicolare in modo sognante ed etereo una satira della società contemporanea.
Tradotto in oltre 30 lingue, Stefano Benni ha collaborato per diverse testate giornalistiche, fra cui i settimanali L’Espresso e Panorama, i satirici Cuore e Tango, il mensile Il Mago e i quotidiani La Repubblica e Il Manifesto. In pochi sanno che gli esordi di Stefano Benni nel mondo della sceneggiatura risalgono invece agli anni ’80, quando lavorò come battutista di un Beppe Grillo ancora quasi sconosciuto al pubblico.
In molti associano la penna di Stefano Benni a quella dello scrittore Daniel Pennac, grande amico dell’autore bolognese. In effetti, fra i due coesistono diversi punti di contatto, primo fra tutti la forza satirica delle loro opere, che traggono linfa vitale da un mondo reale intriso di immaginario. Fu proprio Benni a segnalare Pennac alla Feltrinelli.