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Le 10 poesie più belle dedicate all’estate

Da Eugenio Montale a Emily Dickinson, la top ten delle poesie più belle che autori di tutto il mondo hanno dedicato all'estate

Poesie sull’estate per celebrare l’inizio della bella stagione. Inizia finalmente oggi l’estate, e con essa arriva anche quel momento dell’anno che ci permette di avere, nel corso della stagione, più tempo libero da dedicare ai propri hobby, a se stessi, ma soprattutto al riposo.

I momenti di relax non piacciono solo a noi e addirittura un gran numero di artisti e poeti hanno deciso di dedicare versi e poesie sull’estate per celebrare questa stagione. Chi con allegria, chi con profonda malinconia.

Da Montale a Neruda, le Poesie sull’estate

Quindi, dopo avervi fatto una carrellata delle più belle frasi dedicate alla bella stagione, ora vi proponiamo le poesie più belle dedicate all’estate.

EUGENIO MONTALE – Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’e’ tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

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CESARE PAVESE – Estate 

C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.

Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.

Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.

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EMILY DICKINSON – Sarà estate

Sarà Estate – finalmente.
Signore – con ombrellini –
Signori a zonzo – con Bastoni da passeggio –
E Bambine – con Bambole –
Coloreranno il pallido paesaggio –
Come fossero uno splendente Mazzo di fiori –
Sebbene sommerso, nel Pario –
Il Villaggio giaccia – oggi –

I Lillà – curvati dai molti anni –
Si piegheranno sotto il purpureo peso –
Le Api – non disdegneranno la melodia –
Che i loro Antenati – ronzarono –

La Rosa Selvatica – diventerà rossa nella Terra palustre –
L’Aster – sulla Collina
Il suo perenne aspetto – fisserà –
E si Assicureranno le Genziane – collari di pizzo –

Finché l’Estate ripiegherà il suo miracolo –
Come le Donne – ripiegano – le loro Gonne –
O i Preti – ripongono i Simboli –
Quando il Sacramento – è terminato –

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FERNANDA PIVANO – Morte di una stagione

Piovve tutta la notte
Sulle memorie dell’estate.
Al buio uscimmo
Entro un tuonare lugubre di pietre
Fermi sull’argine reggemmo lanterne
A esplorare il pericolo dei ponti.
All’alba pallidi vedemmo le rondini
Sui fili fradice immote
Spiare cenni arcani di partenza
E le specchiavamo sulla terra
Le fontane dai volti disfatti.

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HERMANN HESSE – Estate

Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.

La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.

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FEDERICO GARCIA LORCA – Notte d’Estate

L’acqua della fonte
suona il suo tamburo
d’argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.

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PABLO NERUDA – Ode all’Estate

Estate, violino rosso,
nuvola chiara,
un ronzio
di catena montuosa
o di cicala
ti precede,
il cielo
a volta,
liscio, luccicante come
un occhio,
e basso il suo sguardo,
estate,
pesce del cielo
infinito,
elitra lusinghiera,
pigro
letargo
pancino
di ape,
sole indiavolato,
sole terribile e paterno,
sudato
come un bue lavorando,
sole secco
nella testa
come un inaspettato
garrotoazo,
sole della sete
camminando
per la sabbia,
estate,
mare deserto,
il minatore
di zolfo
si riempie
si riempie
di sudore giallo,
l’aviatore
percorre
raggio a raggio
il sole celeste,
sudore
nero
scivola
dalla fronte
agli occhi
nella miniera
di Lota,
il minatore
si stropiccia
la fronte
nera,
ardono
le sementi,
scricchiola
il grano,
insetti
azzurri
cercano
ombra,
toccano
la freschezza,
sommergono
la testa
in un diamante.

Oh estate
abbondante,
carro
di mele
mature,
bocca
di fragola
in mezzo al verde, labbra
di susina selvatica,
strade
di morbida polvere
sopra la polvere,
mezzogiorno,
tamburo
di rame rosso,
e a sera
riposa
il fuoco,
la brezza
fa ballare
il trifoglio, entra
nell’officina deserta;
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita
senza bruciare
la notte
dell’estate

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UMBERTO SABA – Notte d’estate

Dalla stanza vicina ascolto care
voci nel letto dove il sonno accolgo.
Per l’aperta finestra un lume brilla,
lontano, in cima al colle, chi sa dove.

Qui ti stringo al mio cuore, amore mio,
morto a me da infiniti anni oramai.

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GIORGIO CAPRONI – Vento di Prima Estate

A quest’ora il sangue
del giorno infiamma ancora
la gota del prato,
e se si sono spente
le risse e le sassaiole
chiassose, nel vento è vivo
un fiato di bocche accaldate
di bimbi, dopo sfrenate
rincorse.

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ARTHUR RIMBAUD – Sensazione

Le sere blu d’estate, andrò per i sentieri
graffiato dagli steli, sfiorando l’erba nuova:
ne sentirò freschezza, assorto nel mistero.
Farò che sulla testa scoperta il vento piova.
Io non avrò pensieri, tacendo nel profondo:
ma l’infinito amore l’anima mia avrà colmato,
e me ne andrò lontano, lontano e vagabondo,
guardando la Natura, come un innamorato.

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