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“L’Arcobaleno” di Christina Rossetti, gli umani non potranno mai sostituirsi a Dio

Scopri il significato profondo de "L'arcobaleno" la poesia di Christina Rossetti che ricorda agli umani di avere "fede" e rispetto della natura.

L’Arcobaleno (The Rainbow) di Christina Rossetti è una breve poesia di appena 10 versi che esalta ciò che la natura e l’Assoluto sono riusciti a donare agli esseri umani. per la poetessa inglese la bellezza della natura supera sempre qualsiasi creazione umana.

Una poesia che ci offre un messaggio di grande rispetto verso tutto ciò che ci circonda e che spinge gli esseri umani a mostrare maggiore umiltà e rispetto riguardo alle “creazioni” che il nostro splendido Pianeta ci offre.

La poesia di Christina Rossetti tende ad esaltare il valore della “Creazione” in senso religioso, che, però, non mette in secondo piano il senso stesso della bellezza di “Madre Terra”, ovvero tutta la magia del nostro splendido Pianeta.

Una poesia per i più piccoli, ma che dovrebbero leggere attentamente soprattutto gli adulti, troppo distratti nel comprendere l’importantissimo valore del rispetto per tutto ciò che la Natura ci ha donato.

L’Arcobaleno di Christina Rossetti

Le barche navigano sui fiumi,
e le navi navigano sui mari;
Ma le nuvole che solcano il cielo
sono ben più attraenti di queste.

Ci sono ponti sui fiumi,
belli quanto volete;
Ma la prua che fa da ponte al cielo
e supera gli alberi,
e costruisce una strada dalla terra al cielo,
è ben più attraente di questi.

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The Rainbow, Christina Rossetti

Boats sail on the rivers,
And ships sail on the seas;
But clouds that sail across the sky
Are prettier far than these.

There are bridges on the rivers,
As pretty as you please;
But the bow that bridges heaven,
And overtops the trees,
And builds a road from earth to sky,
Is prettier far than these.

La natura è la cosa più bella

L’Arcobaleno è una poesia di Christina Rossetti di grande forza emotiva. Una poesia da proporre ai più piccoli proprio per trasferire loro la grande bellezza della “Creazione”, ovvero di tutto ciò che circonda la vita degli esseri umani.

L'”arcobaleno” di certo è qualcosa di speciale, è un ponte che tende a creare l’incontro tra la terra e il cielo. È la metafora della fede che gli esseri umani dovrebbero dimostrare nei confronti dell'”Assoluto” e di tutto ciò che ci è stato donato.

Ma, l'”arcobaleno” finisce per essere interpretato anche come un miraggio, un’illusione. La poesia di Christina Rossetti mira a dissipare ogni forma d’illusione, trasferendo al lettore tutto il valore di questo ponte cromatico da un punto di vista simbolico.

La poesia ci ricorda che grande dono è la vita. Aprire gli occhi e guardare con positività cosa il “Creato” è riuscito a generare, può soltanto renderci tutti migliori.

Il poema ricorda a tutti gli esseri umani che bisogna avere l’umiltà di capire che c’è qualcosa di più grande rispetto all'”Uomo”, e come tale bisogna mostrare profondo rispetto e un po’ di sana sottomissione riguardo a tale grandezza.

Purtroppo, l’umanità non prende mai coscienza di tale grandezza e vuole a tutti i costi rivendicare la propria centralità e superiorità riguardo ad ogni cosa esiste in natura. Ciò rivela l’autolesionismo degli esseri umani, perché distruggendo la “bellezza del cerato” si finisce per farsi del male.

L’umanità sembra non aver imparato nulla dalla forza della Natura. Malgrado, questa finisce sempre per dimostrare la sua forza difensiva, gli umani continuano nel loro comportamento autodistruttivo.

I versi che educano al rispetto della Natura

Le barche navigano sui fiumi,
e le navi navigano sui mari;
Ma le nuvole che solcano il cielo
sono ben più attraenti di queste.

Nelle prime righe de L’arcobaleno, l’autrice inizia descrivendo con semplicità la navigazione delle barche nei fiumi e nei mari. C’è la volontà di voler condurre il lettore in un viaggio mistico e misterioso.

In qualsiasi direzione possano navigare quelle barche e quelle navi, il loro viaggio seppur intrigante e attraente, non sarà mai affascinante e profondo rispetto alle nubi che solcano il cielo.

La bellezza e tutto il mistero della Creazione è rappresentato proprio dal fascino che queste goccioline d’acqua o particelle di ghiaccio sospese in aria riescono ad offrire a chi li guarda.

Rossetti dice che è molto bello osservare le barche che navigano nei fiumi e le navi che salpano verso i mari. Ma secondo lei le nuvole che solcano il cielo sono molto più belle di tutte le navi e le barche che navigano.

In 4 righe la poetessa inglese ci offre un dogma assoluto. Non può essere contestata in nessun modo questa verità.

L’arcobaleno il ponte più bello

Ci sono ponti sui fiumi,
belli quanto volete;
Ma la prua che fa da ponte al cielo
e supera gli alberi,
e costruisce una strada dalla terra al cielo,
è ben più attraente di questi.

Nella seconda strofa di The Rainbow, Christina Rossetti introduce i ponti nell’equazione e paragona l’arcobaleno a un ponte verso il cielo.

L’ambientazione sta crescendo e il paesaggio si sta sviluppando. Ci sono molti ponti sui fiumi costruiti artisticamente, con maestria, con grande ingegno e competenza. Ma il ponte che cattura l’attenzione di Rossetti è l’arco che getta un ponte sul cielo, ovvero l’arcobaleno.

Questo ponte si staglia sulle cime degli alberi e costruisce una strada dalla terra al cielo. L’arcobaleno per la sua bellezza assoluta è molto più bello di tutti gli altri ponti costruiti dall’uomo.

Anche questo dogma, non può essere oggetto di critica.

Quindi, sembra avvisare l’autrice, bisogna comprendere che il rispetto e la fede nell’Assoluto non possono mai diventare oggetto d’interpretazione umana, anzi tutti gli esseri viventi, nessuno escluso sono stati creati per garantire che questa bellezza non possa mai essere messa in discussione.

Bisogna mostrare fede e credo in ciò che ci è stato donato, senza nessun “se” e nessun “ma”. Il vero senso della religione dovrebbe essere proprio questo, escludendo le interpretazioni che gli umani hanno dato alla “Creazione” per tutelare i loro egoismi.

Quell’arcobaleno che porta verso la fede non avrà mai rivali, neppure il più grande e artistico dei ponti l’uomo possa essere in grado di costruire.

L’Uomo non deve sostituirsi a Dio, ci ricorda la poesia, non può in nessun modo rivendicare il suo ruolo di “Creatore”. Mostrare rispetto, sana sottomissione e tutelare tutto ciò che di “bello” la natura ci ha dato è questo il vero senso della grandezza umana.

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